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ORLVNDO – IL NUOVO SINGOLO “JUST EAT”, L’ESSENZA DELLA SUA MUSICA

ORLVNDO – IL NUOVO SINGOLO “JUST EAT”, L’ESSENZA DELLA SUA MUSICA

Oggi vi presentiamo “Just Eat” (Ada Music Italy), il nuovo singolo uscito da pochi giorni di Orlvndo, talentuoso cantautore veronese, che anticipa il suo nuovo album dal titolo “Ad Maiora”, in uscita prossimamente.

“Just Eat” arriva dopo la pubblicazione dei singoli “L’Italia e la Corsica”, “Anima Mundi” e “Occhi distratti” e a seguito della vittoria della VI edizione del BMA – Bologna Musica D’Autore, nonché la conquista di rilevanti posizionamenti sul mercato digitale come la copertina della playlist editoriale di Spotify “anima R&B” e un tour estivo in tutta Italia. Il brano con un linguaggio emozionale attualissimo è stato scritto dallo stesso Orlvndo e prodotto da Laurino, “racchiude”  –  come ci racconta lo stesso artista durante l’intervista – “tutta l’essenza della sua musica”: di Orlvndo: un brano R&B ricco di sfumature pop che affronta il tema dello smarrimento che attraversa la generazione dello stesso cantautore nella società odierna frenetica, veloce, un’epoca in cui è difficile se non complicato parlare di sentimenti.  “Ma la colpa non è tutta dei social” – ci dice Orlvndo durante l’intervista – “siamo umani”.  Ed ha perfettamente ragione.
Abbiamo raggiunto ed intervistato l’artista per Tuttorock:

Parliamo del tuo nuovo singolo “Just Eat”, come nasce il brano, qual è l’idea narrativa?
Il brano all’inizio aveva una forma molto più introspettiva, cantautorale alla Brunori Sas,
Poi con un po’ di “Yes I Know My Way” di Pino Daniele e un po’ di sano menefreghismo è nata la “Just Eat” che avete ascoltato!

Qual è la tua esigenza narrativa?
Tempo fa avrei dato delle risposte dirette, parlando di missioni e di messaggi da mandare, facendo qualche slogan da social come se queste idee le avessi solo io. Ora sono in confusione.
Io non so perché scrivo, lo faccio e basta. Lo farò e basta.

Il brano parla di sentimenti: è complicato parlare di sentimenti  in un’epoca, quale quella attuale, frenetica e schiava del web, dei social?
No, non sono i social il problema, secondo la mia opinione: le persone si sentono schiave dei loro sentimenti da molto prima di internet. Se alcuni sentimenti non fossero “repressi”, non esisterebbe nessuna forma artistica.
Siamo solo umani.

Siamo in una società liquida, frenetica, troppo veloce in cui la rabbia sociale è amplificata dai social. Cosa ne pensi e che rapporto hai con i social?
Diciamo che il rapporto con i social deve essere bello per forza , anche se magari tante volte è autodistruttivo, è tipo quel parente della tua famiglia che “ti sta sul cazzo” ma non puoi mica cambiarlo.

La ricerca di città invisibili ci riporta inevitabilmente a Italo Calvino: non è difficile sentirci oggi degli alieni in città non reali ma surreali?
“Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

Il tuo singolo precede l’uscita del tuo album “Ad maiora”: ci puoi anticipare qualcosa? Qual è l’idea comune ed il filo conduttore del disco?
“Dalla rabbia si romperà la superficie, per lasciare spazio alla verità, e sarà musica”

https://ada.lnk.to/JustEat

Alessandra Paparelli