OMICRON DELTA: Intervista sul nuovo progetto di Antonello Belgrano e Rocco Saviano
R – Il mio percorso è un po’ anomalo. Ho iniziato con la chitarra elettrica suonando rock, heavy, e blues nelle varie band che si profilavano, però parallelamente mi sono appassionato alla musica classica e ho studiato quindi la chitarra classica. Ho esplorato molto bene questo mondo e tuttora studio e suono la chitarra classica “contemporanea”, le avanguardie, un settore di grande ricerca. Acquisendo un’ottica strutturale completamente diversa da quella che si ha nel rock e nella musica leggera. Conoscendo Antonello poi grazie a scambi di ascolti sono arrivato all’elettronica, e ho cominciato a vedere la musica in un’altra prospettiva ancora. Unire la chitarra classica a questa nuova visione offerta dall’elettronica è stata una grande scoperta.
Ultimamente vedo che infatti sta andando fortissimo, a parte la neoclassica che si allaccia proprio a quest’ultima affermazione di Rocco, la sperimentazione elettroacustica in generale.
Secondo voi a cosa è dovuto?
A – Mah, per lungo tempo sono stati due mondi tenuti separati in maniera anche inspiegabile.
Relegando l’elettronica ad ambiti dance o semplicemente d’ascolto. Forse proprio per questo motivo forse essendosi l’elettronica pian piano sedimentatasi nel tessuto globale, la conseguenza naturale è stata l’intraprendere questa forma di sperimentazione. Ed è un bene che sia così, la libertà è fondamentale.
Tu Antonello sei anche un artista visual, e questa forma di arte accompagna i vostri live. Ce la spieghi?
A – Mi ci sono appassionato negli anni passati. Si tratta di un visual specifico per la musica che faccio, è sintesi visiva dell’esibizione sonora. Va ad esplorare in maniera visiva qualche suggestione che noi creiamo e quindi la amplifica
Su TuttoRock c’è una rubrica, che curo personalmente, dal titolo “ConsigliPerGliAscolti”, dove vengono consigliati ai lettori dei dischi magari poco conosciuti ma di altissimo livello, o semplicemente grandi classici, ma visti sotto un’ottica nuova. Avete qualche disco, magari in linea con le vostre influenze, che sentite di consigliare a chi leggerà questa intervista?
R – Io innanzitutto consiglio l’ascolto di qualsiasi cosa di Bach, anche per chi vuole avvicinarsi all’elettronica. Ti fa cambiare modo di vedere, dal punto di vista compositivo trascende i generi e fornisce una maggiore profondità al significato di comporre musica, anche a livello inconscio. E poi consiglio “Music For Airports” di Brian Eno.
A – Non voglio essere scontato quindi dico Murcof, un musicista elettronico messicano che mi piace molto, e in particolare consiglio l’ascolto del suo primo album “Martes”.
Grazie ragazzi è stato un piacere farci questa chiacchierata!
Grazie a te!
Intervista a cura di Francesco Vaccaro
Fotografie a cura di Paola D’Urso
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.