OLIVIA BELLI – Intervista alla fantastica pianista su “Mater”

In occasione dell’uscita del suo nuovo album “MATER” ho intervistato la grande pianista OLIVIA BELLI.

Buongiorno Olivia, piacere di averla sulle pagine di TuttoRock, inizierei a chiederle come si è avvicinata alla musica e al pianoforte in particolare? Quali sono stati i suoi primi ascolti?
La musica è sempre stata presente nella mia famiglia. Avevamo vari strumenti in casa, moltissimi vinili e frequentavamo regolarmente i concerti. I miei genitori hanno introdotto me e i miei fratelli allo studio di uno strumento ed io ho scelto il pianoforte. Avevo circa 8 anni e ricordo ancora con affetto la mia prima insegnante, una ragazza dolcissima e molto appassionata che mi ha trasmesso tanto entusiasmo. A casa si ascoltava molta musica classica e io ero presa dai grandi pianisti, Pollini, Michelangeli, Brendel… e dalle opere di Mozart, o dalla musica sacra di Bach. Però si ascoltava anche molto Frank Zappa, e i Rolling Stones…

20 milioni di streaming su Spotify, ma anche Reverbnation, le playlist di marchi come Starbucks, radio di tutto il mondo e tv quali Sky e RAI, tra tutti questi grandi traguardi raggiunti qual è quello che l’ha colpito di più, che le ha dato maggiore soddisfazione?
Ogni traguardo è un punto di partenza per un nuovo obiettivo e quindi la soddisfazione è intensa ma momentanea. Forse quella che mi è rimasta più impressa è la riuscita della campagna crowdfunding su Kickstarter per la realizzazione del mio album di debutto: avevo appena incominciato a farmi conoscere sui social e sui portali digitali ed era la prima volta che condividevo la mia musica originale (prima avevo fatto solo cover). Non sapevo bene da dove partire, così ho lanciato una campagna Kickstarter: un successo, oltre il 110% dell’obiettivo raggiunto anche prima della scadenza; inoltre Kickstarter ha scelto la mia campagna come “Project We Love” tra migliaia di altri progetti. Sì, è stato un buon inizio.

Lei riesce a unire in maniera magistrale pianoforte ed elettronica, non teme mai che la seconda prenda il sopravvento sul piano?
No, il pianoforte è la mia voce, ma oggi più che mai è indispensabile avvolgerlo in un mood contemporaneo, che è fatto anche di elettronica.

L’album, di una bellezza toccante, mi è parso diviso in due parti come ebbi a scrivere, una più intima e minimale, la seconda ricca di suoni e strumenti, lei concorda con questa impressione?
L’album è un’indagine sulla sofferenza di nostra Madre Terra. Nella prima parte ho cercato di far percepire questa sofferenza, causata da noi umani, dai nostri comportamenti irresponsabili; dopo una traccia di carattere estatico EX VOTO, una richiesta di perdono e di grazia – la seconda parte rappresenta la terra ormai desolata, quasi giunta a un punto di non ritorno. Io però nutro ancora una speranza, così l’album chiude in modo positivo: l’ultima traccia DE ANIMA è come un volo attorno al nostro meraviglioso pianeta. L’uomo troverà – deve trovare – il modo di preservarlo e di salvare sé stesso.

E’ forte il suo impegno a favore dell’ambiente, che idea si è fatta del mondo in cui viviamo?
La mia generazione ha avuto modo di vivere ancora in un pianeta bellissimo e di poter godere di questa bellezza. Ma il modo in cui ora lo stiamo consumando, sfruttandolo senza alcun rispetto e amore, potrebbe rovinarlo irrimediabilmente. Sono preoccupata per quello che lasceremo ai nostri figli e alle generazioni future. Mio marito ed io abbiamo scelto di vivere in campagna dove conduciamo una vita il meno invasiva possibile, seguendo ritmi naturali e occupandoci in prima persona della nostra terra. In tutto questo abbiamo coinvolto anche i nostri figli, perché solo conoscendola e capendola, si impara a trattare la natura con rispetto.

L’ispirazione per le sue composizioni da dove nasce?
Uno dei temi ricorrenti nella mia musica è ovviamente la natura: vivendo in aperta campagna posso ogni giorno ammirare la bellezza che mi circonda e respirare insieme a lei; spesso la natura si trasforma nella mia mente in qualcos’altro, diventa un simbolo… e comincia un viaggio musicale. Poi, mi ispira molto anche la poesia e l’arte in genere.

Ha un luogo particolare in cui vorrebbe andare a suonare? E un altro artista con cui le piacerebbe avere una collaborazione?
Potrei citare molte sale e molti artisti. Però, se proprio devo lanciarmi in un sogno, mi piacerebbe scrivere la musica per la realizzazione di un balletto per Wayne McGregor e la sua compagnia, e portarlo nei templi della danza contemporanea.

Lavorare con il proprio compagno a volte non è facile, riuscite a conciliare senza problemi il lavoro con la vita famigliare quotidiana?
E’ una vita che lavoro con mio marito: dall’età di 18 anni, è stato per molto tempo il mio insegnante e mentore. Da lì tutto è cominciato, e ci ritroviamo ora a condividere ogni attimo della nostra quotidianità, dall’educazione parentale dei nostri figli, alla cura del nostro frutteto, uliveto, orto… e naturalmente alla realizzazione dei nostri progetti musicali. Non sono sempre rose e fiori: ogni tanto ci sono anche momenti di tensione, ma l’importante è avere ben chiaro un obiettivo, un’idea di vita comune, e giorno dopo giorno avanzare insieme. Nella musica è lo stesso: sappiamo dove vogliamo arrivare e ognuno dà il proprio contributo.

Progetti futuri? Un tour quando si potrà tornare all’attività live? Altre idee all’orizzonte?
Ho in lavorazione diverse produzioni nuove. La prima, che uscirà durante l’autunno/inverno 2020, è una collaborazione con il Premio Pulitzer Ian Urbina (giornalista del New York Times): un progetto musicale legato al suo stupendo, ma a dir poco agghiacciante libro “Outlaw Oceans”, una denuncia sulle illegalità perpetrate a uomini e natura sugli oceani. I diritti di questo romanzo sono già stati acquisiti da Leonardo DiCaprio e Netflix. Per i tour chissà, non è facile capire quando e come si tornerà a suonare di nuovo in pubblico. Speriamo presto.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Olivia Belli – pianoforte

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