Odore di mare: intervista al luminoso Syrio
Abbiamo intervistato Syrio in occasione dell’uscita del suo ultimo singolo: “L’Odore del Mare”, sulle piattaforme streaming dal 17 Maggio
Francesco Nardacci in arte “Syrio”. Hai lo stesso nome della stella notturna più brillante di tutto il firmamento. Oltre a questa presunta accezione astrale c’è anche un significato astrologico dietro a questo pseudonimo?
Vivo il significato di questo nome in maniera “gravosa” . Lavoro nel mondo della musica da ormai 15 anni (forse un po’ di più) e prima di chiamarmi “Syrio” mi chiamavo “Genki” che in giapponese vuole dire: “positività, benessere”, quel benessere che due anni fa è sparito totalmente.
La musica ha iniziato a farmi del male ogni giorno sempre di più. Portavo dentro una sofferenza fuori dagli schemi e il desiderio di essere ascoltato veniva sovrastato da quella maledetta voce che mi diceva: “non ce la faccio più”.
Ho passato due anni senza toccare strumenti, senza andare in studio, senza dare peso a quella voglia di fare musica che comunque era assopita dentro me.
Sette mesi fa, un amico o forse meglio dire un fratello, ha insistito per mesi quasi supplicandomi di inviargli il mio album.
“Il diario dei ricordi” è un album che ho scritto tra il 2016 e il 2020 e mi sono sempre rifiutato di pubblicare.
Dopo qualche giorno sono stato richiamato da un’ etichetta interessata al mio progetto e quindi ho deciso di tornare in pista ma non volevo “Genki”.
Aveva attorno a sè il buio, l’ombra costante che accarezzava l’oscuro.
Avevo bisogno di luce, di una luce forte, impossibile da spegnere. Essendo innamorato del cielo notturno, ho scelto Syrio, la stella più brillante del firmamento ad illuminare il mio universo.
Nel cielo trovo le risposte che cerco ogni volta che lo guardo e dopo aver passato due anni di “depressione” dovuta alla musica ho scelto di abbracciarla e viverla in maniera diversa. Grazie a Syrio ma grazie anche a Santino se oggi sono qui a parlare con voi.
Credi nell’ oroscopo? Di che segno zodiacale sei?
Ci credo sì e no. Sono del Leone ma non attribuisco molto peso al mio segno zodiacale.
Provieni da una famiglia di musicisti: tuo padre è pianista ed organista. Quanto pensi abbia influito in positivo ed in negativo il fatto di essere stato esposto alla musica fin dalla tenera età?
Solo in maniera positiva. Vedo mio padre come un forte punto di riferimento nella musica. La mia famiglia ascolta prima di chiunque altro le mie bozze.
Sono di parte, ma è sempre bello vedere gli occhi di chi, con te, ci sta vivendo la vita e ti guarda con ammirazione.
Hai inciso il tuo primo brano a 16 anni, ora ne hai 29. In tredici anni di musica come si è evoluto il tuo sentire e dove vorresti arrivare?
I miei obiettivi sono ben definiti: non ho mai chiesto la luna ma sarebbe bello riuscire a riempire un posticino con persone che cantano quelle canzoni che in qualche modo descrivono il mio vivere, svegliarsi la mattina e pensare ad una cosa sola ovvero fare musica.
In tredici anni la mia musica si è evoluta in maniera massiccia.
Sono partito rappando per poi spostarmi su un “luogo” che sentivo più mio.
Il rap mi piaceva e mi piace anche ora ma preferisco molto di più il pop.
Lo sento molto più mio!
Hai partecipato ad X-Factor (2018) ed Amici (2020) cosa ti hanno insegnato queste esperienze?
Che non bisogna fermarsi al primo rifiuto. Non si può piacere a tutti.
L’ho imparato, ne sono consapevole e ora vivo molto meglio.
La cosa buona è che non ho paura di mettermi in gioco ma sono molto molto timido. Non negherò mai il fatto che prima di salire di salire su un palco inizio ad avere quell’ ansia buona già dai giorni che precedono l’esibizione per poi salire sul palco, suonare la prima nota trasformarmi.
Ne “L’odore del mare” hai cercato di imbottigliare all’interno di un unico singolo tutto il profumo dell’estate. Quanto c’è di autobiografico in questa composizione?
Direi che è quasi un’autobiografia della mia estate del 2016.
“Il sapore di un nuovo amore che sta per nascere” si riferisce al fatto che avevo perso la testa per una ragazza quell’ anno.
“Vivila senza fermarti mai” si riferisce al fatto che, anche se sono stato in un certo senso “rifiutato” la vita non si ferma, l’estate non si ferma, l’amore continua.
“Sposati il sorriso, giuragli fedeltà, metti la vita al dito, vedrai sorriderà” si riferisce al fatto che, anche se tutto non va secondo i piani, il bello della vita è che è imprevedibile e come tale va vissuta giorno dopo giorno con il sorriso e la felicità di poterla vivere al massimo.
Un singolo pop fresco, frivolo ma con un sound velatamente vintage che mi ha riportato indietro di qualche anno. Da Millennial figlio degli anni novanta come vivi la tua carriera musicale, sei più analogico o digitale?
Mettere le mani sull’analogico sarebbe per me un sogno!
Non ho mai avuto il piacere di vedere uno studio analogico dal vivo.
Solo ed esclusivamente nei documentari sulla musica.
So che probabilmente impazzirei però, d’altro canto, viviamo nell’ Era del digitale.
A casa ho uno studio dove produco tutti i brani che poi mando a Santino per mix e mastering ma tutto completamente in digitale (ad esclusione delle chitarre).
Il subentrare dell’ I.A. all’interno del mondo della musica mi ha spaventato veramente tanto.
Ho potuto provare dei plug in con l’I.A. che mi hanno parecchio spaventato.
Creano strumentali allucinanti e lavorano il mix e il mastering in un tempo fuori dal comune. Sotto questo punto di vista direi “viva l’analogico”.
L’I.A. ti permette di tirare fuori una bozza completa in molto meno tempo ma privo di “sensazioni”, mentre la mano e la mente umana, sicuramente, riesce a trasmettere molte più emozioni.
Ho notato una continuità tra le varie copertine dei tuoi singoli, quasi ci fosse un filo conduttore ad unirle. La stessa luce dorata del tramonto colora le cover dei suoi riflessi languidi e anche le immagini selezionate sembrano avere un particolare significato simbolico: ne “Il diario dei ricordi” (2023) un libro aperto, in “Il Mondo non va via” (2024) il pianeta Terra in una particolare forma a cuore, quasi fosse un piccolo gioiello. In “Ci vediamo nel silenzio” (2024) una pista luminosa porta alla mente l’immagine di un’autostrada. Quale in concept dietro a questa scelta?
Ho scelto l’oro e il nero per rappresentare il buio dell’universo e la stella che lo illumina. Da bambini le stelle le coloriamo di giallo e l’universo senza le stelle sarebbe buio e il buio lo coloriamo di nero. Tutti i pezzi sono, in qualche modo, collegati tra loro. Ci vediamo nel silenzio e Il mondo non va via parlano della stessa cosa in maniera diversa, sotto due punti di vista diversi ma l’argomento è lo stesso. Il mondo a forma di cuore sta a significare “amati sempre, il mondo è più bello se c’è l’amore” e l’autostrada di “ci vediamo nel silenzio” non è nient’altro che il manico di una chitarra volto a significare che anche nel silenzio può esserci la musica e anche nel silenzio può esserci l’amore. Sono due brani a cui tengo particolarmente ma in futuro ne usciranno altri che sono sicuro verranno apprezzati per quello che sono: la mia storia. Posso anticiparti che ci sarà un brano, presto o tardi, che avrà come copertina un aquilone.
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro in bocca al lupo per la promozione del tuo singolo “L’odore del mare”
Grazie a voi per avermi dedicato il vostro tempo e il vostro spazio.
Chissà che l’odore del mare non porti l’amore in posti dove, magari, ad oggi, manca. Amatevi sempre e fatelo forte!
SUSANNA ZANDONÀ
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal