OCELOT – Intervista al chitarrista Lorenzo Marcheschi
by Monica Atzei
8 Maggio 2016
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Ciao ragazzi! Innanzitutto una mia curiosità, che credo avranno anche i nostri lettori, come mai il nome Ocelot? Cosa rappresenta per voi?
L’ocelot è innanzitutto un felino incredibilmente bello, per chi non lo ha mai visto e non ha voglia di fare la ricerchina su Google, è un gatto col pelo di un leopardo. L’unione di queste due realtà (la tenerezza del gatto e la spietatezza del leopardo) si ripercuotono anche nella nostra musica,
la quale passa dall’essere dolce e melodica a graffiante e aggressiva. Però forse faremmo meglio a dirvi la verità: cercavamo qualcosa che avessimo in comune tutti e quattro e l’unica cosa che abbiamo trovato era la passione per i felini. L’ocelot, essendo il più bello, è stata la scelta
più ovvia.
Prima di fondare gli Ocelot quali altre esperienze musicali avete avuto?
Io [Lorenzo](chitarra), Emily (voce) e Citte (basso) suonavamo in un gruppo metal insieme dal primo anno di liceo, allo stesso modo anche Matteo (batteria) veniva da un gruppo metal e da altre esperienze, maturate grazie agli studi nel campo della musica. Non rimpiangiamo di aver suonato per anni solo metal, anzi, ma ora siamo felicissimi di spostarci il più possibile da quelle sonorità verso una maturità musicale nuova e attuale.
Quali gruppi e generi vi hanno influenzato e quali sono presenti nelle vostre sonorità?
È una domanda complessa perché tra tutti e 4 ascoltiamo cose totalmente diverse, e non lo dico per dire, sono pronto a giurare che in 4 copriamo quasi tutto il panorama della musica esistente.
Dunque posso dire che tutto ci influenza, ma che nelle nostre sonorità si trovano cenni all’indie rock moderno, all’alternative, e qualcosa di elettronico/pop. Forse Black Keys, Muse, Two Door Cinema Club e Arctic Monkeys sono le influenze più presenti nel nostro EP.
Parlate del vostro ultimo lavoro Psychotropical.
Psychotropical nasce ormai un anno fa in Ocyan Studio. Prova dopo prova abbiamo limato i nostri 5 pezzi di punta per poterli presentare al mondo al meglio. È un po’ un diamante grezzo, c’è tantissima carne al fuoco, dalla tiratissima canzone Psychotropical alla synth pop alternativa Pyros & Blight… Sono 20 minuti di estasi musicale per quanto ci riguarda, per questo ho cercato una parola che potesse descrivere al meglio l’esperienza, trovando quindi “Psicotropo” (le sostanze che agiscono sulle funzioni psichiche) e “Tropicale” per la voglia di allontanarci dal tetro mondo dei “cattivi” del rock e avvicinarci invece ai colori forti, agli ananas e ai fenicotteri rosa.
Come scrivete le musiche e i testi dei vostri brani?
Ad eccezione di un pezzo creato da Citte, bene o male il nostro meccanismo si basa su Lorenzo che butta giù lo scheletro della canzone, a seguire il testo e poi tutti insieme si fanno le revisioni del caso, ognuno sulle proprie parti. La cantante si occupa delle melodie con il testo già sotto mano, il batterista modifica la traccia di batteria, il bassista quella del basso e poi come tutti, prova dopo prova si vanno a modificare i dettagli.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Sicuramente allontanarci ancora di più dalle sonorità più sature e dai chitarroni, ma riuscire a trasmettere la stessa forza e la stessa grinta con qualsiasi cosa a nostra disposizione. Stiamo partorendo canzoni nuove con un bel tiro ma che abbiano al loro interno anche emozioni da “dream pop”. Intanto sta per uscire il nuovo video/singolo Pyros & Blight totalmente realizzato da noi per chiudere il capitolo Psychotropical, per il futuro invece non sappiamo né quando registreremo né cosa, ma soltanto che ci piacciono i colori pastello e vogliamo imprimerli in musica.
L’ocelot è innanzitutto un felino incredibilmente bello, per chi non lo ha mai visto e non ha voglia di fare la ricerchina su Google, è un gatto col pelo di un leopardo. L’unione di queste due realtà (la tenerezza del gatto e la spietatezza del leopardo) si ripercuotono anche nella nostra musica,
la quale passa dall’essere dolce e melodica a graffiante e aggressiva. Però forse faremmo meglio a dirvi la verità: cercavamo qualcosa che avessimo in comune tutti e quattro e l’unica cosa che abbiamo trovato era la passione per i felini. L’ocelot, essendo il più bello, è stata la scelta
più ovvia.
Prima di fondare gli Ocelot quali altre esperienze musicali avete avuto?
Io [Lorenzo](chitarra), Emily (voce) e Citte (basso) suonavamo in un gruppo metal insieme dal primo anno di liceo, allo stesso modo anche Matteo (batteria) veniva da un gruppo metal e da altre esperienze, maturate grazie agli studi nel campo della musica. Non rimpiangiamo di aver suonato per anni solo metal, anzi, ma ora siamo felicissimi di spostarci il più possibile da quelle sonorità verso una maturità musicale nuova e attuale.
Quali gruppi e generi vi hanno influenzato e quali sono presenti nelle vostre sonorità?
È una domanda complessa perché tra tutti e 4 ascoltiamo cose totalmente diverse, e non lo dico per dire, sono pronto a giurare che in 4 copriamo quasi tutto il panorama della musica esistente.
Dunque posso dire che tutto ci influenza, ma che nelle nostre sonorità si trovano cenni all’indie rock moderno, all’alternative, e qualcosa di elettronico/pop. Forse Black Keys, Muse, Two Door Cinema Club e Arctic Monkeys sono le influenze più presenti nel nostro EP.
Parlate del vostro ultimo lavoro Psychotropical.
Psychotropical nasce ormai un anno fa in Ocyan Studio. Prova dopo prova abbiamo limato i nostri 5 pezzi di punta per poterli presentare al mondo al meglio. È un po’ un diamante grezzo, c’è tantissima carne al fuoco, dalla tiratissima canzone Psychotropical alla synth pop alternativa Pyros & Blight… Sono 20 minuti di estasi musicale per quanto ci riguarda, per questo ho cercato una parola che potesse descrivere al meglio l’esperienza, trovando quindi “Psicotropo” (le sostanze che agiscono sulle funzioni psichiche) e “Tropicale” per la voglia di allontanarci dal tetro mondo dei “cattivi” del rock e avvicinarci invece ai colori forti, agli ananas e ai fenicotteri rosa.
Come scrivete le musiche e i testi dei vostri brani?
Ad eccezione di un pezzo creato da Citte, bene o male il nostro meccanismo si basa su Lorenzo che butta giù lo scheletro della canzone, a seguire il testo e poi tutti insieme si fanno le revisioni del caso, ognuno sulle proprie parti. La cantante si occupa delle melodie con il testo già sotto mano, il batterista modifica la traccia di batteria, il bassista quella del basso e poi come tutti, prova dopo prova si vanno a modificare i dettagli.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Sicuramente allontanarci ancora di più dalle sonorità più sature e dai chitarroni, ma riuscire a trasmettere la stessa forza e la stessa grinta con qualsiasi cosa a nostra disposizione. Stiamo partorendo canzoni nuove con un bel tiro ma che abbiano al loro interno anche emozioni da “dream pop”. Intanto sta per uscire il nuovo video/singolo Pyros & Blight totalmente realizzato da noi per chiudere il capitolo Psychotropical, per il futuro invece non sappiamo né quando registreremo né cosa, ma soltanto che ci piacciono i colori pastello e vogliamo imprimerli in musica.
MONICA ATZEI
Members:
Emily Van Dark: Voce
Lorenzo Marcheschi: Chitarra
Pietro Citterio: Basso
Matteo Ciardiello: Batteria
Info booking: jackrockagency@gmai.com
Jack Rock Agency
weareocelot.com | Ocelot on FB
”Psychotropical” al momento è acquistabile sulle seguenti piattaforme digitali:
iTunes
Deezer
Monica Atzei
Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.