NUMA ECHOS – Intervista alla cantante dark
Un’Artista molto particolare, si Artista con la A maiuscola, perché Numa Echos non è una semplice cantante o musicista, ma una vera e propria Artista, ma di questo ne parlerò nella mia recensione che leggerete molto presto su queste pagine del suo nuovo album “Descending Consciousness”. Per ora lascio la parola a lei che si racconta e racconta la sua musica.
Ciao Numa, benvenuta su Tuttorock, svelaci un po’ di te, come nasce la tua passione per la musica ed il canto? Una presentazione per i nostri lettori.
Grazie e benvenuti tutti. Ti rivelerò che non mi piace svelarmi o presentarmi e quantomeno nascondermi, ma il miglior modo per raccontarmi e’ immergervi nella mia dimensione artistica. Se non la temete potrete scoprirmi, in parte. La mia passione nasce da un desiderio perché la musica è tale e si completa nella realizzazione dello stesso. Se il desiderio si evolve può divenire necessità e penso sia malato privarsi dell’appagamento di una necessità.
Perché Numa Echos?
Numa fu il secondo imperatore romano, riformatore e pacifista nonostante ricoprisse un ruolo di potere. Mi piacque il suo profilo e il fatto che fosse uomo; in ognuno di noi convivono lati femminili e maschili e il mio maschile è considerevole. Fu anche un grande estimatore delle Ninfe che lo istruivano sui riti sacri, essendo interessato al trascendente, altro aspetto che ci accomuna.
Echos e’, invece, ispirato alla Ninfa Eco appartenente alle Oreadi e compagna di Narciso e questo si può definire un collegamento con la passione di Numa per le Ninfe. Eco si innamorò di Narciso, personaggio paragonabile ad uno dei tanti soggetti odierni affetti da disturbo narcisistico della personalità, e non essendo ricambiata, di lei non rimase che la voce che riecheggia ancora oggi per le montagne. Spesso l’amore non è ricambiato e i gesti che lo rappresentano non sono valorizzati. Questa condizione rappresenta uno spunto significativo per la composizione musicale e letteraria. E un giorno le spoglie mortali lasceranno spazio all’immortalità dell’arte che abbiamo creato e la nostra voce riecheggerà in un futuro incerto.
Parlami ora del nuovo album “Descending Consciousness”, come sono nati i brani e quali sono state le ispirazioni?
L’ultimo album è nato spontaneamente, e’ frutto dell’ispirazione che spesso mi accompagna. Ho attinto da ciò che mi circonda, dalle emozioni che ho vissuto ma anche dalle ambizioni.
Un sound molto dark, perché?
Ho sempre amato i suoni oscuri e tutto ciò che lambisce il buio. C’è un’affinita’ tra le sonorità dark ed il mio io più profondo. L’arte è spesso in parte autobiografica, e’ un mezzo per raccontarsi.
Il significato del titolo dell’album e dei testi in generale?
Viviamo in un periodo storico privo di coscienza, nel quale l’ involuzione e’ il fenomeno che fa tendenza. Io non vedo il progresso che ci descrivono. L’arte è un messaggio sociale e deve protendere verso la bellezza. Vorrei che la mia musica fosse un mezzo per raggiungere un equilibrio.
Da dove è venuta invece l’idea della foto di copertina? Sembra tipo horror-gothic, quale è il suo significato?
Mi piaceva molto questo scatto del fotografo Andrea Lux Ferre effettuato durante il set del videoclip del singolo di lancio dell’album “Waisted Items” in collaborazione con Peter Slabbynck dei Red Zebra, storico gruppo post-punk belga. Ho utilizzato tutte le foto di Andrea Lux Ferre per le grafiche dell’album in quanto ritengo sia un artista eccellente dotato di grande talento. Penso sia riuscito a leggermi l’anima attraverso la fotografia. Nel retro dell’album c’è invece la radiografia del mio cranio. Il tutto elaborato graficamente da Loris Passarelli, altro artista eccezionale che ha curato anche l’album precedente “Shady World”.
Quali sono le tue aspettative per questo album, calcolando che ha un sound particolare, a quale pubblico è indirizzato?
E’ indirizzato a chi è dotato di sensibilità artistica e conoscenza musicale. Mi auspico che sia la musica a plagiare le folle e non le folle a condizionare la musica. Per questo motivo le mie aspettative sono alte, in quanto vorrei che chi ascolta venisse influenzato da ciò che scrivo. Non punto alla quantità ma alla qualità.
C’è il rock, la new wave, il synth-pop, la musica elettronica, tu come definisci il tuo stile musicale?
Non lo definisco perché amo le contaminazioni. E’ una miscela di generi differenti tra loro.
Le tue influenze musicali invece?
Posso dire di essermi concentrata maggiormente sulla musica classica, rock, cinematica, dark-wave, new-wave ma non mi soffermo su un unico stile. Penso sia arricchente saper ascoltare e selezionare. In ogni ambito.
Cosa pensi della musica di oggi?
Se parliamo della musica che primeggia nelle classifiche italiane, non penso. Ovviamente esistono musicisti, compositori e cantautori straordinari ma purtroppo non viene data loro l’attenzione che meriterebbero.
Ti vedremo su qualche palco in concerto?
Assolutamente si. Ho delle date in programma per quest’anno ma dall’anno prossimo mi concentrerò maggiormente sui live oltre che sulla produzione di nuovo materiale.
I tuoi progetti futuri?
Tantissimi ma non mi pronuncio fino a quando non saranno concretizzati. Seguitemi e sarete aggiornati sulla mia attività artistica.
Hai altre passioni al di fuori della musica?
Tutto ciò che riguarda l’arte mi appassiona. Ma ho tanti altri interessi. Magia ed esoterismo, scienza, sport, la mente umana, i disturbi psichiatrici e della personalità. Tutto quello a cui non so dare una spiegazione. La vita, la morte, l’eventualità di una vita dopo la morte.
Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai nostri lettori per ascoltare l’album ed entrare nel tuo mondo musicale dark.
Saluto i lettori con un abbraccio di buio perché come diceva Michael Grant “la luce del giorno ti ha mostrato i limiti del possibile. Ma a piedi nel buio, nell’assoluto buio totale, le possibilità erano infinite”.
FABIO LOFFREDO
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!