“Now Is”: la risposta di Rival Consoles alle intransigenze dei tempi moderni
Si intitola “Now Is”, uscirà il prossimo venerdì 14 Ottobre, ed è il nuovo album del produttore e musicista inglese Ryan Lee West.
In arte Rival Consoles, uno dei più fulgidi esempi di sperimentazione e poliedricità nell’ambito dell’attuale scena elettronica.
In occasione della pubblicazione della sua ultima fatica, ho avuto il piacere e l’onore di scambiare quattro chiacchiere con lui, per farmi raccontare questa nuova creatura e non solo.
Di seguito l’intervista completa:
Da dove nasce questo disco?
Credo che l’idea sia venuta fuori durante il periodo della pandemia. Ero entrato molto in queste sonorità melodiche e colorate che si respirano in “Vision of Self” e “Running”.
Considero “Vision of Self”, che presenta questa lenta evoluzione melodica, come il centro del disco. Poiché esplora territori ai quali non avevo mai rivolto il mio sguardo prima d’ora. Un brano delicato ma con un grande potere nascosto, capace di creare un proprio mondo. Ed è una delle potenzialità che apprezzo di più della musica. Mi piace quando la musica riesce a costruire dei paesaggi sonori all’interno dei quali tutti gli elementi presenti sembrino proprio appartenere a quel luogo.
Qual è il significato del titolo “Now Is”?
“Now is” è una frase incompleta. Viviamo in un’epoca in cui molti problemi nel mondo sono creati e aggravati da pensieri e credenze rigide, quasi fisse. Mi piaceva quindi l’idea di apertura e flessibilità con la quale il titolo dell’album sembra essere collegato. E poi apprezzo la sua intrinseca “stranezza”.
La tavolozza sonora del disco è ricca di colori, come sei riuscito a crearla?
C’è tanta sperimentazione in questo disco. E ho voluto enfatizzare molto sui colori e sulle melodie come appunto in “Vision of Self”, “Running”, ma anche in “A Warning”. Penso che questo sia un forte contrasto con “Overflow” (l’album precedente ndr.) che era estremamente cupo e distopico. Buona parte di “Now Is” è nata sviluppando idee melodiche e cercando modi per colorarle con pedali, processi e registrazione su nastro. L’ultimo brano (Quiet Home ndr.) è in realtà una registrazione casuale in loop di un mio amico che suona il piano. Quando l’ho riprodotto, ha creato questo bellissimo loop di 4 note che potrei stare ad ascoltare per ore.
Diciamo che questo disco ha accolto dentro di sé tanti processi e sviluppi inaspettati. Ci sono anche molti riferimenti nascosti come registrazioni del mondo esterno “sepolte” in alcune tracce come ad esempio in “Beginnings”. Mi piace che ci siano questi suoni che collegano le varie cose all’interno del disco, per quanto a volte siano quasi a livello subliminale.
Qual è il tuo primo obiettivo quando suoni dal vivo la tua musica?
Mi piace farmi trascinare dalla musica e quindi la mia speranza è che anche il pubblico venga coinvolto. Durante un mio live ci sono tanti momenti “drammatici”, e tante variazioni di intensità. Nel complesso mi piace che i miei set contengano tantissime sensazioni e siano capaci di creare forti contrasti tra esse.
Com’è cambiato negli anni ultimi anni l’approccio al dancefloor e al clubbing?
Non sono proprio un esperto in questo campo, ma ho notato che certe volte compaiono alcune idee stilistiche che sono molto potenti ma si scolpiscono nella pietra rapidamente.
Penso che la bellezza del mondo del dancefloor sia quanto sia ordinato. Tutto è precisione e raffinatezza.
Quali artisti ti hanno influenzato maggiormente all’inizio della tua carriera? E quali sono quelli che ti influenzano adesso?
All’inizio sicuramente i Radiohead, Aphex Twin e i Nine Inch Nails.
Successivamente sono stato sempre influenzato da cose sperimentali come Heinbach, Fennesz e Tim Hecker ad esempio.
In linea generica però trovo ispirazione ovunque nell’arte, specialmente in quella che riesce ad emozionarmi nel profondo.
Tendo a preferire essere commosso piuttosto che essere impressionato tecnicamente.
C’è qualche artista italiano, attuale o del passato, che apprezzi particolarmente?
Alessandro Cortini e Caterina Barbieri hanno espresso idee di minimalismo che ho apprezzato parecchio.
Andando molto indietro nel tempo non posso non citare Giuseppe Verdi. Recentemente sono stato alla Royal Opera House per assistere all’Aida di Verdi. Eccezionale.
Altri due artisti attualissimi, i cui lavori mi sono piaciuti molto, sono SINK e Ginevra Nervi.
Grazie mille è stato un piacere!
Piacere mio!
di Francesco Vaccaro
Tracklist:
01. Beginnings
02. World Turns
03. Eventually
04. Frontiers
05. Vision of Self
06. Now Is
07. Echoes
08. Running
09. The Fade
10. A Warning
11. Quiet Home
album pre-order: https://idol-io.link/NowIs
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.