NOISY DINERS – Intervista a Fabrizio Dossena, fondatore del progetto Prog / Rock Ope …
Ho avuto il piacere di intervistare Fabrizio Dossena (autore teatrale e musicista compositore), che mi ha raccontato del suo progetto Noisy Diners / The Princess of the allen keys (The History of Manto) dove, attraverso una Rock Opera, illustra la nascita della città di Mantova prendendo spunto dalla leggenda di Manto. Altra intuizione dell’autore è stata quella di riunire musicisti di provenienze stilistiche diverse: Ezio Secomandi (batteria) dal Punk e dall’ Hard Metal, Davide Jori (chitarra solista) dal rock psichedelico, Donata Luani (voce) dal jazz, Cristiano Roversi (tastiere Chapman Stick) dal Progressive, e lo stesso Fabrizio Dossena (chitarra folk 12 corde) dalla musica classica. Il tutto supportato da altri musicisti di indiscusso valore come Mirko Tagliasacchi (basso), Erik Montanari (Chitarra folk) Mauro Negri (sax), ed ad altri ospiti / interpreti come Stefano Boccafoglia (Tiresia), Aran Bertetto (Caronte), Beatrice Cotifava (The Princess), e soprattutto Nad Sylvan voce della Steve Hackett Band nei panni di Virgilio.
Ciao Fabrizio, benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo nuovo album del tuo progetto Noisy Diners, “The Princess of the allen keys (The History of Manto)”, uscito lo scorso 21 maggio, che riscontri stai avendo?
Buongiorno Marco e buongiorno ai tuoi lettori, eh…diciamo che per quanto riguarda il mercato italiano, anche se sono passate solo tre settimane, sta andando tutto secondo le nostre aspettative, è un ambito decisamente di nicchia, non sarebbe serio aspettarsi grandi numeri, mentre guardando cosa sta accadendo con il feedback estero sono ottimista, abbiamo dati molto incoraggianti, vediamo cosa succede, d’altronde la fase promozionale è appena iniziata.
Un’idea interessante, raccontare la storia di Mantova partendo dalla leggenda di Manto, quando ti è venuta in mente questa cosa e quanto tempo hai impiegato per la stesura dei testi?
Il primo personaggio ad essere nato dal mio mono neurone è stata la Principessa delle chiavi a brugola, interpretata da Beatrice Cotifava, una giovane gattara Steamy-Punk, poi però ho dovuto cercare l’ispirazione per trovare un contesto adeguato.
La stesura dei testi non è stata una cosa lunga, ho impiegato molto più tempo nella ricerca di informazioni storiche e non, riguardo Manto, interpretata da Donata Luani, il figlio Ocno, e Virgilio, interpretato da Nad Sylvan, è molto importante evitare errori.
Hai dato un’impronta fantasy alla leggenda, sei appassionato di quel genere di letteratura?
Ho dovuto fare di necessità virtù, essendo appassionato di storia antica e soprattutto micenea, il fatto che Tiresia, interpretato da Stefano Boccafoglia, fosse il padre di Manto, mi ha aperto un mondo, immaginare e scrivere di un incontro all’interno di una bolla fuori dal tempo tra Virgilio e Manto è stato molto divertente, e lo stesso Caronte, interpretato da Aran Bertetto, che ad un certo punto compare con la sua barca (secondo altri sul fondo dei laghi di Mantova si trovava l’accesso agli inferi), si rivela fondamentale per la diatriba tra Manto e Virgilio.
Ho apprezzato moltissimo il disco, essendo un concept album l’ho ascoltato più volte dall’inizio alla fine e non c’è un brano che preferisco ad un altro, tu sei rimasto pienamente soddisfatto la prima volta che hai ascoltato il tuo lavoro per intero?
Mi ha emozionato, durante le registrazioni in studio era chiaro che potevamo essere sulla strada giusta, ma ascoltare il master la prima volta è stato un colpo al cuore. Ma il merito di questo è delle magie di Cristiano Roversi, è stato Superlativo.
Nad Sylvan, voce della Steve Hackett Band e non solo, è uno dei tanti ospiti che hai chiamato, com’è nata la collaborazione con lui?
A differenza di quanto si può pensare, è stata una cosa piuttosto semplice, Cristiano Roversi e Antonio De Sarno, quest’ultimo autore delle traduzioni, delle linee melodiche, e voce narrante della storia, avevano già collaborato in diverse occasioni sia con Steve Hackett che con Nad Sylvan, quindi la comunicazione era già aperta, abbiamo mandato un demo a Nad, gli è piaciuto e da lì in poi è stata tutta discesa, e poi Nad nei panni di Virgilio è perfetto, era la nostra prima scelta, senza dimenticare che si è anche occupato degli arrangiamenti per le voci. Non è poco.
A proposito di collaborazioni, hai chiamato musicisti provenienti dai più svariati generi musicali, è questo, secondo te, il segreto dell’ottima riuscita dell’album?
Sì, a costo di sembrare presuntuoso credo che quella sia stata una delle chiavi di volta, è stato qualcosa di voluto e cercato, alla batteria Ezio Secomandi è nato con il punk degli anni ’70 ma è un “Magnifico martello” in tutti i generi, non a caso è il batterista dei Dario Mollo’s Crossbones, Davide Jori alla chitarra elettrica, oltre ad avere una grande anima rock, ha uno stile, anche compositivo, molto alla Syd Barrett, Cristiano Roversi, che dire… tutto quello che ha tasti bianchi e neri è il suo mondo, Chapman Stick, arrangiamenti, Mastering, e contatti, Donata Luani dal Jazz, ed il sottoscritto con la sua folk 12 corde suonata come una chitarra classica, senza dubbio un bel mix.
Ma altrettanto importanti sono stati, e saranno, Mirko Tagliasacchi al basso, Erik Montanari alle chitarre acustiche, e cosa si può dire di Mauro Negri e del suo Sax… l’unico aggettivo che mi viene in mente è Magico.
E non bisogna dimenticare l’editore: Videoradio Edizioni di Giuseppe Aleo, senza di lui il disco non sarebbe uscito.
Parlami un po’ anche della bellissima copertina.
Piace molto anche a me.
È un’opera che aggiunge un altro pizzico di internazionalità a questo lavoro, l’ autore è Daniel Dankh, artista argentino, per la precisione di Buenos Aires, un artista che dopo molta gavetta sta finalmente iniziando a godere della considerazione che merita. Per essere più chiari e far capire meglio della caratura di Dankh basti sapere che nel novembre del 2019, prima che questa pandemia fermasse il mondo, è stato chiamato ad esporre al Louvre di Parigi, ma non si tratta solo di questo, come tutte le persone coinvolte in questo progetto che è ancora all’inizio si tratta di una persona dotata di grande intelligenza e grande sensibilità, condizione necessaria e obbligatoria per vivere questo viaggio.
Lo considero a tutti gli effetti un membro dei Noisy Diners, e la sua arte sarà il nostro biglietto da visita visivo.
Tu sei anche autore teatrale, mi sorge una domanda, che è anche una speranza, hai intenzione di portare sul palcoscenico un musical ispirato a questo album?
Più che un musical una vera e propria Rock Opera… non ci sono molti esempi del genere in Italia. Nel 2005, ad esempio, la Premiata Forneria Marconi si era prestata a fare le musiche per “Dracula”, un musical messo su da David Zard. Ma quello era appunto un musical!
La nostra, come dicevo prima, è una vera opera rock che affonda le sue radici negli album-concept degli anni 70, opere musicali compiute, con una struttura complessa e coerente, che non erano semplicemente una raccolta di canzoni. È da questo genere che è nata la definizione tipica di “Rock sinfonico” che si usava un tempo quando si parlava di Progressive… Di fatto, per noi è ancora valida. “Rock sinfonico” non vuol dire affatto che nell’organico ci debba essere un’orchestra sinfonica ma si riferisce alla struttura dell’opera in sé, che è composta, orchestrata e arrangiata con lo stesso metodo con cui si fanno le sinfonie, usando però il rock. È questa la grandezza del Prog.
Quando ti sei avvicinato al mondo del Prog?
Eravamo ancora negli anni ’70, era inevitabile non accorgersi di cosa si trovasse nei negozi di dischi, che nostalgia.
Questo album è il primo di una trilogia, puoi anticipare già di cosa parleranno i prossimi due capitoli e quando usciranno?
Il secondo racconterà, sempre con le voci di Manto e Virgilio, la storia di alcuni dei molti personaggi che hanno fatto la storia di Mantova partendo dallo stesso Virgilio per arrivare a Tazio Nuvolari, alcuni poco conosciuti ma con delle storie estremamente interessanti, mentre il terzo sarà una grande sorpresa ma non voglio anticipare nulla.
Riguardo ai tempi, spero che entro la prossima primavera siano entrambi pronti, poi decideremo come e quando pubblicarli.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Avrei diverse cose da dire ma è ancora presto, novità molto importanti che riguardano l’opera completa, se posso vorrei consigliare ai lettori di Tuttorock di ascoltare il disco su YouTube, e se gli piace rivolgersi a http://self.it/ita/default.php oppure a lenautonnierproductions@gmail.com.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.