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NAPOLEONE – Intervista all’artista su “Porta Pacienza”

NAPOLEONE – Intervista all’artista su “Porta Pacienza”

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In occasione dell’uscita del nuovo singolo “PORTA PACIENZA” ho intervistato il cantante NAPOLEONE.

Perché Napoleone?
Per un breve periodo, prima di diventare autore a tempo pieno ho portato avanti un progetto artistico nascondendomi dietro uno pseudonimo. Quando ancora Spotify non era Spotify, quando per registrare delle cose dovevi andare per forza in studio e quando per dimostrare che valevi qualcosa dovevi esibirti dal vivo non su Instagram. Ho suonato praticamente ovunque in giro per l’Italia, in posti anche iconici come “le mura” a Roma o il “blah blah” a Torino. Proprio in quest’ultimo una volta mi ritrovai a fare da apertura ad un concerto di Pietro Paletti. Prima di iniziare gli regalai un mio EP e lui mi disse “Ma con un cognome così fico perchè usi uno pseudonimo?”

Quali pensi siano i punti forti del brano? Di quelli che lasciano il segno.
Spero di essere riuscito nell’intento di proporre una forma canzone abbastanza cinematografica. Ognuna delle canzoni che faranno parte di questo progetto discografico racchiuderanno un pezzo di storia.  La storia di Vito Manzo, iniziata nel 1919 e che pensavano tutti finita nel 1957. Ma io che alla fine di qualcosa non ci ho mai creduto, ho riscritto la sua storia e l’ho fatta mia. Come dice Baricco “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla.” 

il disco più bello per te con cui fare l’amore?
Keys to the world di Richard Ashcroft, un disco clamoroso! consiglio la traccia “Why do lovers?” 

La meta geografica del prossimo pezzo? Quali sono i colori che ci immagini dentro?
Restiamo sempre ad Amalfi. Questa volta, però, invece del giallo dei limoni e del sole mi focalizzerò di più sul blu del mare e il nero della notte. Sarà un brano con sonorità leggermente più cupe e parlerà di una perdita. La protagonista sarà Lucia, sorella di Vito, anche lei come suo fratello si lasciava trasportare dalle “voci” delle sirene. 

Dialetto, più un omaggio o una scelta formale-artistica?
Ai fini della narrazione il dialetto in questo caso è fondamentale. In quegli anni c’era ancora molto analfabetismo tra la gente comune e nei piccoli centri del sud non si parlava di certo in italiano. Come avete potuto notare, infatti, le parti in dialetto nelle mie canzoni sono sempre dei dialoghi tra i protagonisti. Le strofe, che descrivono invece i luoghi e i personaggi sono in italiano. 

Con quale artista internazionale e non, vivente e non, contemporaneo e non faresti un featuring e perché?
Mi piacerebbe essere ricatapultato negli anni 70 e salire su un palco con Elton John. A parte il suo enorme talento compositivo era anche un gran performer, amo i suoi costumi. Mi piacerebbe forse anche scriverci qualcosa insieme.

GIOELE AMMIRABILE 

Band:
Napoleone

https://www.instagram.com/suonanapoleone

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