MYRATH – Intervista alla metal band tunisina
In previsione dei due concerti in Italia, che si terranno il 3 marzo all’Alchemica Club di Bologna e il 4 marzo al Legend Club di Milano, all’interno del Magical Tour 2020, ho intervistato Zaher Zorgati e Morgan Berthet, rispettivamente cantante e batterista della band metal tunisina Myrath.
Ciao ragazzi, prima di tutto benvenuti sulle pagine di Tuttorock, come state in generale?
Morgan: Ciao Marco! Bene grazie, stiamo preparando il nostro prossimo tour in Europa, è sempre una cosa emozionante, quindi stiamo più che bene.
Il vostro ultimo album, Shehili, che considero molto bello, è stato pubblicato lo scorso maggio, come sta andando?
Zaher: Grazie! Sta andando abbastanza bene, ci ha dato l’opportunità di partecipare a molti festival e fare molti spettacoli, grazie alla nostra etichetta e agli amici di Verycords e Ear Music, ora veniamo distribuiti in tutto il mondo e finora va tutto bene!
Come nasce una canzone dei Myrath?
Zaher: Dipende da chi ha avuto per primo l’idea, potrebbe essere Elyes, oppure un riff di Malek o Kevin ovviamente che lavora alle composizioni da oltre un decennio ormai, ecc… a volte lavoriamo anche in team, quindi non abbiamo un modo preciso di creare le cose. Trascorro ore registrandomi cantando e suonando la chitarra, a volte le cose escono, a volte non funzionano. Poi arrivano gli arrangiamenti ed è qui che passiamo molto tempo e proviamo a rendere il tutto unico quando è possibile.
Morgan: Sì, Zaher è timido ma ha delle idee incredibili quando suona la chitarra mentre canta, lo lasciamo lì in studio a cantare, torniamo, ascoltiamo tutto e spesso ci sono cose buone. La distanza non aiuta, quindi spesso lavoriamo come piccoli team, ci scambiamo idee e poi tutti si incontrano per selezionare ciò che conserveremo oppure no.
Venite da un paese in cui il metal non è la musica principale, com’è la scena metal attuale in Tunisia?
Zaher: Questo chiaramente non è lo sport nazionale, no… ma le cose stanno procedendo in maniera rapida. Proprio come ovunque, quel tipo di musica non è pensato per piacere a tutti, ma, dove è ancora visto come una cosa satanista, cosa puoi fare al riguardo…
Morgan: Ovunque, da quando sono diventato francese, posso dire che abbiamo avuto e abbiamo ancora quel problema. Ma il metal tunisino era lì già 20 anni fa, ci sono nuove band ogni anno e sono abbastanza buone. Mi sono unito ai Myrath 8 anni fa e chiaramente soffrivamo il modo in cui le persone vedono la musica metal, nessuna radio, nessuna pubblicità su di noi, niente. In 8 anni abbiamo i nostri spettacoli lì, la gente viene a migliaia, la TV c’è, anche le radio, le cose sono cambiate.
Avete mai pensato di lasciare tutti il vostro paese per trasferirvi in un’area più adatta al vostro genere musicale?
Zaher: No, non è possibile e le cose possono cambiare così rapidamente, non penso che ci sia un posto dove tu possa fare le cose liberamente, abbiamo i nostri fan qui, abbiamo la nostra comunità, anche se alcuni di noi si sono trasferiti all’estero per motivi professionali o familiari, apparteniamo a questo posto. Il nostro nome significa eredità, il che farebbe sembrare possibile lasciare tutto alle spalle per andare da qualche altra parte. Rappresentiamo la Tunisia all’estero, per la parte buona proprio come per la parte cattiva. Le cose sono cambiate, le cose sono un po’ migiorate per la comunità metal qui, non c’è motivo di andarsene.
Avete iniziato nel 2001 chiamandovi Xtazy, poi nel 2006 avete cambiato il vostro nome in Myrath, perché questa scelta?
Zaher: Eravamo principalmente un coverband, suonavamo canzoni dei Symphony X. Quando le cose si sono fatte serie, dovevamo ristrutturare il tutto, cambiare il nostro nome, trovare il nostro percorso…
Siete l’unica band tunisina ad aver firmato con un’etichetta europea, come ci si sente ad essere una specie di pionieri?
Zaher: Non so se siamo gli unici e non so di essere un pioniere, ma siamo grati di aver avuto questa opportunità anni fa. Penso che l’unica cosa che contava fosse rendere orgogliosi di noi i fan tunisini ed esportare il meglio della Tunisia. Non so se siamo pionieri, ma ne siamo davvero orgogliosi.
Ci sono stati cambiamenti nella line-up nel corso degli anni, vi sentite stabili ora?
Zaher: Più che mai, a volte è davvero difficile avere persone che guardano nella stessa direzione. Ora siamo strutturati, dai musicisti alle etichette, a tutto il nostro equipaggio, ecc … siamo una grande famiglia e non riesco davvero a vedere come ciò potrebbe cambiare.
Quali sono le band che hanno maggiormente influenzato le vostre carriere musicali?
Morgan: Ascoltiamo tutti cose diverse, nel metal vanno dai Symphony X ai Meshuggah, dai Tool ai Metallica, ecc… Ma ovviamente band come Symphony X, Dream Theater e Sabaton… ci hanno influenzato molto!
Sarete in Italia per due appuntamenti, il 3 marzo all’Alchemica Music Club di Bologna (vicino a dove vivo, quindi sarò lì) e il 4 marzo al Legend Club di Milano, quali concerti dovremmo aspettarci?
Zaher: Arriveremo con la più grande squadra che abbiamo mai avuto in un tour, quindi non possiamo dire di più, ma sono sicuro che i fan adoreranno lo spettacolo, ci abbiamo lavorato sodo!
Avete già suonato nel mio paese, che ricordi avete?
Morgan: Ricordo una delle ultime volte in cui siamo stati in Italia, penso che fosse con i Symphony X, il luogo e la folla erano pazzi. Ricordo di aver sorriso a decine di fan quando sono arrivati i nostri 2 autobus, pensando che stessero aspettando i Symphony X, ed è stato come dire a noi stessi: “forza ragazzi, non li attirerete mai ora, state sprecando il vostro tempo”. Invece stavano aspettando noi… quindi è stata una grande sorpresa e ci siamo presi il tempo di parlare con tutti, è stata una bella sensazione!
Grazie mille, volete dire qualcosa ai lettori di questa intervista e ai vostri fan?
Bene, per quelli che ci vedranno durante il nostro tour, speriamo che lo spettacolo vi possa piacere, grazie per per il supporto! Mille grazie a te Marco e auguriamo il meglio a Tuttorock!
MARCO PRITONI
Band:
Voce: Zaher Zorgati
Chitarre: Malek Ben Arbia
Basso: Anis Jouini
Tastiere: Elyes Bouchoucha
Batteria: Morgan Berthet
https://www.myrath.com/
https://www.facebook.com/myrathband/
https://www.instagram.com/myrathband/
** ENGLISH VERSION **
In anticipation of the two concerts in Italy, on March 3 at the Alchemica Club in Bologna and on March 4 at the Legend Club of Milan, on occasion of their The Magical Tour 2020, I interviewed Zaher Zorgati and Morgan Berthet, the singer and the drummer of the Tunisian metal band Myrath.
Hi guys, first of all welcome on the pages of Tuttorock, how are you in general?
Morgan: Hello Marco! We’re fine thank you, preparing our next tour in Europe, always exciting so we’re more than fine.
Your latest album, Shehili, which I consider amazing, was released last May, how’s it going?
Zaher: Thank you! It’s going pretty well, it gave us the opportunity to do a lot of festivals and shows, thanks to our label and friends Verycords and Ear Music we’re now distributed world wide and so far so good!
How is a Myrath song born?
Zaher: It really depends on who had the first idea, could be Elyes, could be a riff by Malek, Kevin of course who’s been working on the composition for over a decade now, etc… sometimes we work by teams as well, so we don’t have a proper way to create things. I spend hours recording myself singing and playing guitar, sometimes things come out, sometimes that doesn’t work. Then come the arrangements and that’s where we spend a lot of time and we try to make it sound unique when we can.
Morgan: Yea Zaher’s being shy but he has some incredible ideas when he plays guitars while singing, we just leave him there in the studio singing, we come back, we listen to everything and there’s often some pretty good stuffs. The distance doesn’t help so we often work by small teams, we send each other’s ideas, and then everybody meets to select what we’ll keep or not.
You come from a country where metal is not the main music, how is the current metal scene there in Tunisia?
Zaher: That’s clearly not the national sport no… but things are moving on, and pretty quickly. Just like everywhere else, that kind of music is not meant to please everybody, but where it’s still seen as a Satanist thing… what you wanna do about that..
Morgan: Like everywhere else, since I’m French I can say we had and still have that problem. But the Tunisian Metal seen was there 20 years ago, there are more bands every year and pretty good ones. I joined Myrath like 8 years ago and we clearly were suffering from how people see Metal music, no radio, no ad about us, nothing. 8 years ago we have our own shows there, people come by thousands, the TV is here, radios are here too, things changed.
Have you all ever thought about leaving your country to move to an area more suited to your musical genre?
Zaher: No that’s not possible and things can change so quickly, I don’t think there’s somewhere you can do things freely, we have our fans here, we have our community, although few of us moved abroad for professional or family reasons, we belong here right now. Our name means Legacy, how would it sound to leave everything behind because it’s greener somewhere else. We represent Tunisia abroad, for the good side just like the bad side. Things have changed, things are a bit better for the Metal community here, there’s no reason to leave at all.
You started in 2001 calling Xtazy, then in 2006 you changed your name to Myrath, why this choice?
Zaher: We were mainly a cover band, playing Symphony X songs. When things got serious, we had to structure everything, change our name, find our own path…
You are the only Tunisian band to have signed with an European label, how does it feel to be a sort of pioneer?
Zaher: I don’t know if we’re alone in that case and I don’t know about being a pioneer but we’re thankful we had that opportunity years ago. I think the only things that mattered was to make Tunisian fans proud of us, and to export what’s best about Tunisia. I don’t know if we’re pioneers but we’re really proud of that.
There have been line-up changes over the years, do you now feel stable?
Zaher: More than ever, it’s really difficult sometimes to have people looking in the same direction. Now we’re structured, from the musicians, to the labels, to our entire crew, etc… we’re a huge family and I can’t really see how that could change.
Which are the bands that have most influenced your musical career?
Morgan: We all listen to different stuff I think, and even in Metal it’s gonna go from Symphony X to Meshuggah, from Tool to Metallica, etc… But of course, bands like Symphony X, Dream Theater, Sabaton … influenced us a lot!
You will be in Italy for two dates, on March 3 at the Alchemica Music Club in Bologna (near where I live, so I’ll be there) and on March 4 at the Legend Club in Milan, what concerts should we expect?
Zaher: We come with the biggest team we ever had on a tour, so we can’t say more about it, but I’m sure Fans will love the show, we worked hard on that!
You have already been playing in my country, what memories do you have?
Morgan: I remember one of the last time we went in Italy, and I think it was with Symphony X, the venue and crowd was crazy. I remember laughing at dozens of fans when our 2 buses arrived, thinking they were waiting for SX, and I was like saying to myself “come on guys you’ll never catch them now, you’re wasting your time”. In fact they were waiting for us… so that was a big surprise and we took the time to talk to everybody, that was a nice feeling!
Thank you so much, do you want to say something to the readers of this interview and to your fans?
Well for the ones who are going to see us on that tour, we hope you’ll like the show, thank you for supporting us! Many thanks to you Marco and we wish the very best to Tuttorock!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.