MY DYING BRIDE – Intervista al cantante Aaron Stainthorpe
In occasione dell’uscita del nuovo EP “Macabre Cabaret”, prevista per venerdì 20 novembre, ho avuto il piacere di chiacchierare con Aaron Stainthorpe, cantante e co-fondatore della storica band doom metal britannica My Dying Bride, della quale il sottoscritto è fan da almeno 20 anni. Aaron mi accoglie, tramite una videochiamata su Skype, con una bella tazza di caffè e vedo, in sottofondo, una lattina di birra con il logo della sua band, scherziamo un po’ e mi dice che sarà presto possibile ordinarla online!
Ciao Aaron, benvenuto sulle pagine di Tuttorock, prima di tutto come stai?
Ciao Marco, sto bene, grazie. Oggi è venerdì, prima pioveva e ora c’è il sole, il tempo qui è pazzo, ora ci sono solo sei gradi, dobbiamo cambiare i vestiti (ride – ndr). Stiamo affrontando il nuovo lockdown e penso che le cose stiano andando bene, sai, non è questo il grosso problema, anche se alcune persone sembrano pensare che lo sia. Io sto bene, ho appena portato mia figlia a scuola e ora sto prendendo un caffè e chiacchierando con te, quindi tutt’ok!
Come hai vissuto il precedente lockdown?
Beh, ho fatto l’insegnante per mia figlia perché le scuole erano chiuse e non potevamo stare a casa tutto il giorno senza fare nulla. Sono stato con lei dalle otto del mattino fino alle otto di sera, quindi sono stato molto occupato. Conosco molte persone che avevano molto tempo libero durante il lockdown, non sapevano cosa fare, ma io ero l’opposto di loro. Mi alzavo e poi facevamo colazione, poi facevamo matematica, inglese, geografia e scienze, poi arrivava l’ora di pranzo e poi… esercizi e cose del genere, pasto serale, poi era ora di metterla a letto. Quindi, per me, il lockdown non si è trattato di un momento per annoiarmi e nemmeno per essere creativo, solo un periodo molto, molto impegnativo.
Come sta tua figlia?
Sta molto meglio. Lunedì siamo andati in ospedale per una radiografia, una cosa di normale routine. Va tutto bene, quindi siamo a posto, grazie.
Quanto è stata importante la musica per te nei momenti terribili in cui tua figlia era malata?
Non ascoltavo musica e non leggevo libri perché era un periodo terrificante. Non dormivo bene e non mangiavo bene, la mia vita era sottosopra e non potevo pianificare nulla. Non potevo davvero andare da nessuna parte o fare niente, è stato il momento peggiore della mia vita. Non ascoltavo la musica e non facevo nulla perché la mia mente correva per tutto il tempo. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era: “Come posso aiutare mia figlia? Cosa posso fare? Perché mi sta succedendo questo?”, quindi non potevo concentrarmi su nulla. Sono stato come uno zombi per quasi un anno intero, è stato un incubo.
Lo scorso marzo è uscito il tredicesimo album dei My Dying Bride “The Ghost Of Orion”, sei soddisfatto di come è stato accolto da fan e critica?
Sì! È un lavoro riuscito molto bene. Eravamo contenti in studio, non avevamo mai lavorato con Mark Mynett prima, con un nuovo produttore, speravamo che il tutto suonasse alla grande, e quando abbiamo sentito il prodotto finale è stato fantastico. Sapevamo che suonava alla grande, ma… sai, ci domandavamo: “Dopo 30 anni le persone vogliono ancora ascoltare i My Dying Bride?” Quindi, non sei mai abbastanza sicuro. Sai, c’è stato un lungo intervallo tra il precedente album “Feel the Misery”, uscito cinque anni fa, e questo, è passato molto, molto tempo, ma quando è uscito, i fan lo hanno apprezzato molto e i critici pure. Ovviamente io e Andrew abbiamo fatto tutte le interviste prima dell’uscita, tutti i giornalisti hanno ascoltato l’album prima che uscisse e il feedback è stato assolutamente fantastico. Siamo molto entusiasti e le vendite sono state pazzesche, quindi sì, siamo molto, molto contenti.
Un nuovo EP uscirà il 20 novembre, “Macabre Cabaret”, puoi dirmi qualcosa a riguardo?
Queste canzoni sull’EP sono state eseguite contemporaneamente a quelle dell’album. Abbiamo registrato 11 canzoni e le abbiamo date tutte a Music For Nations? No, non l’abbiamo fatto. Le abbiamo date tutte a Nuclear Blast e abbiamo detto loro di scegliere quali canzoni volevano per l’EP. Così hanno scelto “Macabre Cabaret”, “A Secret Kiss” e “A Purse Of Gold And Stars”. Sono state registrate contemporaneamente a “The Ghost of Orion”. Il nostro ingegnere, Mark, ha cambiato un po’ alcuni suoni, quindi i 3 brani non li senti esattamente come le tracce dell’album. Andrew ha scritto la maggior parte della musica, ha suonato tutte le chitarre, io ho scritto i testi alla fine, perché passavo tutto il mio tempo con mia figlia. Non ho scritto nulla fino a quando non è stato davvero il mio momento di mettere i testi alla fine. Queste canzoni sono state create circa un anno fa, poi è stato fatto l’artwork da un grande artista italiano chiamato Roberto Bordin e abbiamo messo tutto insieme, l’abbiamo dato a Nuclear Blast e loro lo hanno subito apprezzato. “Macabre Cabaret” è la canzone principale e abbiamo anche fatto un video per essa, sono andato a Londra per girare alcune parti e poi il team video è venuto nello Yorkshire e ha filmato il resto della band.
Hai praticamente già risposto alla mia prossima domanda sull’artwork…
Sì, generalmente lo faccio.
E puoi dirmi qualcosa sulle foto fatte per “The Ghost of Orion”? Dove le avete scattate? Sono davvero bellissime!
Sì, abbiamo fatto molte foto, è stato fantastico. Quella casa è stata in molti film, è a sole cinque miglia di distanza da noi ed ha circa cinquecento anni.
La tua band ha 30 anni di storia, avresti mai pensato, quando l’hai fondata, di raccogliere così tante soddisfazioni nel mondo della musica?
No, perché abbiamo preso il death metal e il doom metal e li abbiamo mescolati insieme al gothic metal. A volte può risultare un disastro, sai, perché i fan del death metal potrebbero pensare che ci sia troppo doom e i fan del doom metal potrebbero pensare che ci sia troppo heavy metal. Quindi è stata una scommessa, ma per fortuna ha funzionato e, sai, pensi che, se stai suonando musica cult underground farlo per i successivi 10 anni sarebbe fantastico. Noi siamo arrivati a 10 e poi a 20 e poi a 30. È semplicemente incredibile.
Spero arriverete ai 40, 50, 60…
Sì, ci piace quello che stiamo facendo, sai, ci piace creare musica insolita… sincera. Non c’è motivo di fermarsi, quindi tiriamo avanti.
I cambiamenti di formazione che avete subito negli anni hanno rafforzato il rapporto tra te e Andrew?
Oh sì, decisamente. Quando le persone se ne vanno, all’inizio sei sconvolto, poi ti rendi conto che questa non è la fine del mondo, devi andare avanti. Se quella persona se n’è andata, devi trovare qualcuno che la sostituisca il più rapidamente possibile e siamo stati in grado di farlo nel corso degli anni. È stato abbastanza facile, ad essere onesti. Shaun, il batterista, se n’è andato poco prima di registrare il nuovo album, quindi abbiamo fatto venire Jeff Singer a suonare ed è stato meraviglioso. E anche Calvin, il chitarrista, se ne andò prima della registrazione. Andrew ha suonato tutte le chitarre dell’intero album, lui è un grande cantautore e chitarrista, quindi ha fatto tutto. È stato un lavoro duro ma gli è piaciuto farlo. Ora Neil Blanchett sta suonando la chitarra per noi ma non è in nessuna delle registrazioni perché erano tutte già finite quando si è unito ai My Dying Bride. Lena è ancora al basso, Shaun suona ancora il piano e il violino e io e Andrew stiamo ancora facendo quello che sappiamo fare meglio.
Dopo 30 anni di concerti ovunque, com’è stato fermarsi e non poter fare un tour promozionale per il nuovo album?
Beh, ad essere onesti, ci siamo fermati alla fine del 2017. Fu allora che a mia figlia fu diagnosticata la malattia. Quindi tutto si è fermato e ci siamo persi il 2017, 2018, 2019. Il 2020 sarebbe stato l’anno in cui saremmo tornati, ma ovviamente è arrivata la pandemia e quindi non possiamo farlo. Quindi, non suoniamo dal vivo da alcuni anni, ma ciò non influisce molto sui My Dying Bride, quando suoniamo dal vivo, facciamo solo circa 10 o 15 spettacoli all’anno. È terribile per altre band come i nostri amici Paradise Lost, sai, loro fanno 150 spettacoli all’anno quindi stanno davvero soffrendo in questo momento perché non stanno facendo nulla ed è davvero dura. Noi non facciamo niente da tre anni, quindi per noi non fa davvero alcuna differenza e siamo comunque ancora fermi. È un peccato, ma si spera che nel 2021 potremo tornare.
Forse in Italia, dimenticando quella volta in cui le persone vi lanciarono oggetti …
Non fa nulla, sono cose che succedono, non è un problema, suoneremo sempre in Italia. La nostra tour manager, Debora, è italiana ed è con noi da quasi 20 anni, quindi suoniamo sempre volentieri in Italia.
Quali sono gli album che ti sono piaciuti di più in questo strano anno?
Un album su cui dovevo cantare. È di una band chiamata In Ruin, ho avuto la fortuna di ottenere una copia con la copertina autografata. Mi hanno chiesto di fare un po’ di voci in questo album, ma ero così impegnato con mia figlia che non ho avuto tempo ma il disco è fantastico. E io, quando lo ascolto, penso: “Oh! Avrei dovuto essere su quell’album”. È un disco meraviglioso. Questo è probabilmente il mio preferito dell’anno, in realtà, non è heavy metal tradizionale ma è più vicino ai Katatonia.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi salutare coloro che leggeranno questa intervista e i vostri fan italiani?
Sì, vorrei dire grazie per tutto il supporto che gli italiani ci hanno dato negli anni. Abbiamo sempre cercato di suonare lì il più spesso possibile e, come ho detto, abbiamo legami italiani molto forti, sai, e infatti tutti i My Dying Bride sono andati in vacanza in Italia per il compleanno della nostra tour manager. È stato fantastico, siamo stati in Toscana per una settimana intera e ci siamo trovati benissimo. Fare il bagno in mare in mutande è stato molto divertente. Abbiamo una grande passione per l’Italia e, quando la pandemia sarà finita, verremo lì e suoneremo alcune canzoni per voi. Grazie mille a te Marco, non vedo l’ora di vederti un giorno. Buona giornata e vi auguro tutto il bene possibile!
MARCO PRITONI
Band:
Voce: Aaron Stainthorpe
Chitarra: Andrew Craighan
Chitarra: Neil Blanchett
Basso: Lena Abé
Tastiere, violino: Shaun Macgowan
Batteria: Jeff Singer
** ENGLISH VERSION **
On the occasion of the release of the new EP “Macabre Cabaret”, scheduled for Friday 20 November, I had the pleasure of chatting with Aaron Stainthorpe, singer and co-founder of the historic British doom metal band My Dying Bride, of which I am a fan for at least 20 years. Aaron welcomes me, via a video call on Skype, with a nice cup of coffee and I see, in the background, a can of beer with the logo of his band, we joke a bit and he tells me that it will be possible to order it online soon!
Hi Aaron, welcome to the pages of Tuttorock, first of all, how are you?
Hi Marco, I’m fine, thanx. Today’s Friday, it was raining, and now the sun’s out, because that’s how crazy the weather is here. Yes, just six degrees here, we have to change the clothes (He laughs – Editor’s note). And it’s fine, you know, we’re coping with lockdown and I think we’re doing ok. You know, it’s not the big issue, some people seem to think it is. So, I’m fine, I’ve just taken my daughter to school, and now I’m having a coffee, chatting with you. So that’s good!
How did you experience the previous lockdown?
Well, I was teaching my daughter because the schools were closed and we couldn’t just sit at home all day doing nothing. So, I had my daughter from eight o’clock in the morning till eight o’clock in the evening, so I was really busy. I know a lot of people, they had a lot of spare time during the lockdown, they didn’t know what to do with themselves, but I was the opposite. I’d get up and then we’d have breakfast, then we’d do maths and English and geography and science and then it would be lunchtime and then… do like exercise and stuff like that, and then it would be time for an evening meal, and then put her to bed. So for me, lockdown was not a time to be bored or not a time to be creative, just a very, very busy time.
How is your daughter?
She’s doing a lot better. We went on Monday to the hospital for an X-ray. That’s just a regular routine thing. And everything’s clear, so we’re good. Everything’s good, thank you.
How important was the music for you in the terrible moments when your daughter was sick?
I didn’t listen to any music and I didn’t read any books because it was such a terrifying time. I didn’t sleep properly, and I didn’t eat properly, my life was upside down and I couldn’t plan anything. I couldn’t really go anywhere or do anything, tt was the worst time of my life. And I just I didn’t listen to music, or, I didn’t do anything because my mind was racing all the time. All I could think about was: “How can I help my daughter? What can I do? Why is this happening to me?” so I couldn’t concentrate on anything. I was like a zombie for nearly a whole year. It was a nightmare.
Last March the thirteenth My Dying Bride album “The Ghost Of Orion” was released, are you satisfied with how it has been received by fans and critics?
Yeah! It’s come out really well. We were really happy with it in the studio because we’d never used Mark Mynett before. So, with a new producer, we were hoping it would sound awesome, and when we heard the final finished thing, it was amazing. So, we knew it sounded great, but… You know, after 30 years do people still want to listen to My Dying Bride? So, you’re never quite sure. You know, there was a long gap between the previous album “Feel the Misery” came out five years ago. It is a long, long time but when it came out, you know, the fans loved it, the critics loved it. Of course, me and Andrew did all the interviews before the release, all the journalists got to hear it before it came out and the feedback was absolutely fantastic. We were very thrilled and the sales have been crazy, so we’re very, very happy with it, yeah.
A new EP will be released on November 20th, “Macabre Cabaret”, can you tell me something about it?
These songs on the EP were done at the same time as the album. So we recorded 11 songs and we gave them all to Music For Nations? No, we didn’t. We gave them all to Nuclear Blast. And we told them to pick which songs they wanted for the EP. So they picked “Macabre Cabaret”, “A Secret Kiss”, and “A Purse Of Gold And Stars”. They were recorded at the same time as The Ghost of Orion. Our engineer, Mark, has changed some of the sounds a little bit, so it doesn’t sound exactly like the same recording. Andrew wrote most of the music, he’s played all the guitars, I did the lyrics at the very, very end, because I was spending all my time with my daughter. I didn’t write any of the album until it was really my time to put the lyrics on right at the end. These songs were done about a year ago, I suppose. And, then we got the artwork by a great Italian artist called Roberto Bordin. And we put it all together, we gave it to Nuclear Blast, and they loved it all. So, uh, it comes out on November the 20th and Macabre Cabaret’s the, I guess, the main song and we’ve just done a video for it as well. I went to London to shoot some video stuff and then the video team came up to Yorkshire and filmed the rest of the band.
You answered my next question about the artwork…
Yeah, I generally do that.
And can you tell me something about the pictures from the set of “The Ghost of Orion”? Where did you take that pictures? They are amazing!
Yeah, we did lots of photos around that house, it was amazing. That house has been in many movies, it’s only five miles away from us, and it’s like five hundred years old.
Your band has 30 years of history, would you have ever thought, when you founded it, to collect so much satisfaction in the world of music?
No, because we we took death metal and doom metal and mixed it together with gothic metal. Sometimes that might be a disaster, you know, because the death metal fans might think there’s too much doom and the doom metal fans might think there’s too much heavy metal. So it was a gamble, but thankfully it worked and, you know, you sort of think if you’re playing underground cult music if you could last for 10 years, that would be amazing. And we made it to 10 and then 20 and then 30. It’s just incredible.
I hope then 40, 50, 60…
Yeah, but we like what we’re doing, you know, we enjoy creating unusual… heartfelt music. There’s no reason to stop, so we just carry on going.
Did the line-up changes you have gone through over the years strengthen the relationship between you and Andrew?
Oh yeah, definitely. When people leave, it’s upsetting at first, and then you realize, this is not the end of the world. You have to carry on. If that person’s left, we need to find someone to replace them, quickly as possible and we’ve been able to do that over the years. It’s been quite easy, to be honest. Shaun, the drummer, left just before recording of the new album so we got Jeff Singer to come and play and that was wonderful. And also Calvin, the guitar player, left before the recording as well. So Andrew did all the guitars on the whole album. Andrew is a great songwriter, and guitar player, so, he did it all. It was hard work, but he enjoyed it. Now Neil Blanchett is now playing guitar for us but he’s not on any of the recordings, because they were already finished when he came to join My Dying Bride. Lena’s still on the bass, Shaun is still playing piano and violin and me and Andrew are still doing what we do best.
After 30 years of concerts everywhere, what was it like to stop and not be able to do a promotional tour for the new album?
Well, to be honest, we stopped at the end of 2017. That was when my daughter was diagnosed. So everything stopped then and we missed the back end of 2017, 2018, 2019. 2020 was gonna be the year we come back but obviously the pandemic is here, so we can’t. So, we haven’t played live for a few years now but it doesn’t really affect My Dying Bride very much, when we do play live, we only play about 10 or 15 shows a year. It’s terrible for other bands like our friends Paradise Lost, you know, they do 150 shows a year so they are really suffering right now, because they’re not doing anything, and that’s really tough. But we haven’t done anything for three years, so it doesn’t really make any difference to us, we’re still not doing anything. So, it’s a pity, but hopefully in 2021 we will come back.
Maybe in Italy, forgetting that time when people threw objects at you…
That’s fine, that happens all the time. It’s not a problem. We will always play Italy. Our tour manager Debora is Italian, she’s been with us for 20 years so we always play Italy.
What are the albums that you like the most in this strange year?
There was an album that I had to do some vocals on. It’s by a band called In Ruin and I was lucky enough to get a signed album cover then. They asked me to do some vocals on this album, but I was so busy with my daughter, I didn’t have time but the album is amazing. And I, when I listen to it, I think, “Oh! I should have been on that album.” It’s just a wonderful album. That’s probably my favorite album of the year, actually, it’s not traditional heavy metal but it’s more sort of Katatonia.
Thank you very much for your time, would you like to greet those who will read this interview and your Italian fans?
Yeah, I’d like to say thank you for all the support the Italians have given us over the years. We’ve always tried to play there as often as we can and as I say, we have very strong Italian connections, you know, and in fact all of My Dying Bride went on an Italian holiday for our tour manager’s birthday. It was amazing, you know, we stayed in Tuscany for a whole week and we had a beautiful time. Swimming in the sea in our underpants, it was great fun. So we have a big passion for Italy and when the pandemic is over, we will come there and we will play some songs for you. Thank you very much Marco, look forward to seeing you one day. Have a nice day and all the best for you.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.