Muriki – L’artista brindisino Attilio Errico Agnello parla del suo progetto afro-f …
In occasione dell’uscita dell’omonimo EP del suo progetto “Muriki”, pubblicato da Redgoldgreen in collaborazione con “Programmazione Puglia Sounds Record 2020/21”, ho avuto il piacere di intervistare l’artista brindisino Attilio Errico Agnello.
Un progetto che ruota attorno ai ritmi e al calore dell’afro-funk, cinque tracce che seguono il modello standardizzato dell’esposizione tematica e dell’improvvisazione. Temi strumentali si coniugano con la contaminazione di ritmi e suoni dell’Africa e dal Mediterraneo, dove i testi nascono da un approccio ritmico all’uso della parola cantata, dalla ricerca lessico/etimologica oltre che sonora del linguaggio usato.
Ciao Attilio, benvenuto su Tuttorock, come sta andando il tuo EP “Muriki” uscito lo scorso 22 giugno?
Ciao a tutti gli amici di Tuttorock! L’EP “Muriki” sta andando bene, è ancora in promozione e da quando è uscito è stato accolto con molto interesse e curiosità da tutti gli appassionati di questo genere, vecchi e nuovi amici che si sono affacciati alla musica di questo nuovo disco, dandoci molte soddisfazioni che ci gratificano del lavoro svolto.
Quando e come sono nati i 5 brani che lo compongono?
Prima che nascesse l’idea di questo disco solo una di queste 5 tracce era in repertorio, altre erano abbozzate e altre ancora in divenire… si lavorava su temi e testi che portavo in sala e che si cercava di arrangiare insieme, ma poi la pandemia e il lockdown hanno interrotto questa modalità operativa e durante la chiusura a casa mi sono dedicato a completare questo lavoro, cercando di mettere ordine alle bozze e aggiungendo un nuovo brano che avevo scritto in quei giorni.
Con la band ci siamo rivisti alle prime riaperture dell’inizio dell’estate 2020, ci siamo ritrovati a registrare senza provare più di tanto in una classica presa diretta.
Poi il master del disco è stato tenuto in serbo per tempi migliori, nel frattempo è stato presentato con buon esito al bando Puglia Sounds 2020/21 e da lì è iniziato il lavoro che ha portato alla recente pubblicazione di questo disco con la Redgoldgreen Label di Roma.
Dove è stato girato il video di “Involution”?
Il video di “Involution” è stato girato a Roma, per la precisione nel punto del lungotevere che la maggior parte dei romani riconosce per la presenza del gazometro ed è stata una vera fortuna trovare in una città così affollata un posto tranquillo in cui ricreare un angolo di giungla, artificio che è riuscito, benché a corto di mezzi, grazie alle riprese di Gianluca Distante e all’energia positiva che ci ha coinvolti tutti in quelle ore di lavorazione.
Girare questo video è stato davvero un momento divertente!
Hai usato l’inglese ma anche parole in dialetto salentino, quanto sono importanti per te radici e tradizioni?
Mi sono trasferito a Roma quando avevo già trent’anni, un’età in cui si è vissuto abbastanza in un luogo per sentirlo, a prescindere dal fatto che ci sei nato, per sempre casa tua.
Conservo e custodisco come un tesoro le buone tradizioni della mia terra, mi appartengono le storie, il cibo, la lingua le usanze e naturalmente la musica.
Questa è la mia cultura di appartenenza con la quale mi confronto nel mondo.
Cos’hanno in comune il sud dell’Italia e l’Africa?
È un fatto storico che il Sud Italia sia stato sin dai tempi più antichi molto coinvolto dalle vicende dei popoli del mediterraneo, vicende di conquiste militari certo, ma anche di migrazioni e integrazioni che hanno lasciato le tracce più significative nella cultura popolare, che come ho detto precedentemente si sente in tutte le manifestazioni autenticamente umane della gente del sud.
Una parte di Africa la sento nei modi musicali della tradizione popolare oltre che nel dialetto, per quanto riguarda il modo di vivere della gente sento queste terre vicine quando penso al mondo contadino dei nostri nonni che lasciavano una terra bellissima ma purtroppo abbandonata a sé stessa.
Razzismo, immigrazione, schiavitù, temi purtroppo ancora molto attuali, quanto può essere importante la musica per sensibilizzare le persone su questi argomenti?
Personalmente credo che la musica sia lo strumento privilegiato per parlare di temi importanti di civiltà, perché riesce a comunicare direttamente al cuore delle persone sensibili. Mi vengono in mente Lennon, Marley o De André e moltissimi altri che hanno scolpito parole insuperabili nelle coscienze degli uomini, nel mio piccolo faccio mia questa lezione e cerco di comunicare al meglio delle mie possibilità qualcosa di cui vale veramente la pena parlare.
Hai qualche data in programma prossimamente?
Prossimamente presenteremo il disco in alcune date organizzate in Puglia tra agosto e settembre, date che verranno ufficializzate a giorni e poi per il futuro prossimo speriamo di poter suonare in situazioni normali e sicure per il resto dell’Italia.
Dopo questo EP quali sono i tuoi progetti artistici?
Ci sono in mente alcune idee e qualche pezzo nuovo in cantiere… penso che finita questa promozione cercherò la tranquillità per mettere in ordine queste idee e pensare poi alla realizzazione del prossimo disco ma per il momento l’obiettivo è presentare questo disco live in giro.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Vorrei ringraziare per questa intervista che mi ha dato l’opportunità di presentare questo progetto ai lettori di Tuttorock ai quali dico di seguirci sulle nostre pagine social #murikiafrobeat per restare aggiornati sulle novità che ci riguardano.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.