MORENO DELSIGNORE – Intervista su “OCCHI APERTI”
In occasione dell’uscita del nuovo singolo “OCCHI APERTI“, abbiamo intervistato MORENO DELSIGNORE.
Ciao Moreno, benvenuto su TuttoRock, parliamo di questo tuo singolo “Occhi aperti”, brano nato come e quando?
Ciao a tutti i lettori ed alla redazione di Tuttorock, OCCHI APERTI nasce il 7 maggio 2019, giornata nella quale mi trovai in studio con un team straordinario composto da Filadelfo Castro, anche produttore del brano, e Stefano Paviani. Avevo del materiale in cantiere, una storia pronta per essere raccontata in musica, ed era il momento di darle forma. Le parole, come accade in quei bellissimi momenti, iniziarono a concatenarsi dentro uno scambio virtuoso, ne nacque un testo sincero, con immagini forti, penso a frasi quali:
“Ci sono vuoti che è meglio riempire
Prima di finire a viverci dentro
Ci sono vetri da vomitare prima che il tempo ti uccida lento
Ci sono letti che è meglio dormire per non restarci sepolti dentro
E ci sei tu che vorresti sparire, adesso Viola non è il momento”.
Ma non poteva essere diversamente, perché quando si arriva così in fondo al dolore esistono soltanto due strade possibili, una di esse, quella che abbiamo voluto far emergere riguarda la trasformazione, l’evoluzione! Una via difficile da percorrere, perché richiede il coraggio di credere nella vita, quell’aver fede in un tempo che ancora non è, un vero e proprio salto nel vuoto senza paracadute, un po’ come una goccia di pioggia che cade nel mare pronta a tornare parte di un tutto più grande, l’alternativa sarebbe spegnersi ma la vita chiede un profondo rispetto. La musica è fluita naturalmente, perché accade così, come se le parole dettassero il tessuto armonico, come se la melodia arrivasse a noi suggerita da una fonte superiore, in quel momento, trasceso l’ego, diventiamo tramite per qualcosa che deve essere detto, e nemmeno importa più chi lo farà bensì conta che si faccia! Filadelfo Castro ha come sempre conferito una marcia in più al progetto, attraverso una produzione fresca, moderna, ed al contempo ricca di sfumature vicine alla mia personalità artistica, vengo dal rock, dall’hard rock e le contaminazioni pop possono essere rischiose, tranne quando l’intelligenza umana ed artistica del produttore incontra la disponibilità evolutiva dell’artista. Nel brano hanno suonato anche Emiliano Cava, bravissimo batterista e prezioso amico, già al mio fianco negli anni degli Scomunica e Mitia Maccaferri bassista rock di spicco del nuovo panorama musicale. Il brano è stato mixato da Marco Barusso e Masterizzato da Claudio Giussani.
Parlami un po’ del video che è stato in anteprima sulle nostre pagine, di chi è stata l’idea e da chi è stato realizzato?
Nel video diretto dal regista @Jacopo Andreoli si narra la storia di Viola, interpretata dall’attrice @Jessica Gentile, giovane donna che ha scelto con coraggio di dare una direzione nuova alla propria vita. Viola si è trasferita a Londra, con le poche cose per lei davvero importanti, l’amato gatto e i sogni ritrovati, dopo aver creduto, come spesso accade, di “essere sbagliata” nella propria diversità rispetto ad un mondo circostante omologato e chiuso in convenzioni, atte a disconoscere il valore e la vera grande ricchezza dell’unicità individuale. Rientra dal lavoro stanca, e si concede un attimo di riposo seduta sul divano in compagnia delle amate letture, della sua chitarra e di una creatività che langue, fino a quando sullo schermo del televisore appare una band che suona. Attraverso il testo di quel brano qualcosa risuona in lei, ed una scintilla creativa offre lo spunto per ripartire, al contempo però, una sensazione di disagio si affaccia, come se gli occhi di chi canta la stessero osservando. Viola si reca in bagno per sciacquarsi il viso e riprendere il controllo, ma nello specchio si palesa un riflesso diverso: è il ricordo di sé adolescente che gioca con lei, tra smorfie ed entusiasmo, memore di momenti esaltanti che furono carichi di ambizione e di opportunità. Viola ora sa ciò che vuole così come ciò che non vuole più, e giunge a questa nuova realtà lasciando un passato nel quale sofferenza e negazione di sé furono gli effetti collaterali e devastanti di situazioni, relazioni ed ambienti inadatti a lei, scelti in ragione di bisogni atavici insoluti, di retaggi castranti travestiti da senso del dovere e sensi di colpa, imprigionata tra il giusto e lo sbagliato, finendo per essere al contempo vittima e carnefice, carcerato e carceriere di sé stessa. Viola negò ciò che più amava adeguandosi e rinunciando la propria innata esistenza, ed oggi rivive quel momento attraverso il riflesso di un tempo lontano incontrato allo specchio, entrambe sono colte da profondo stupore, ma mentre l’una mostra un gesto rappresentativo strappando dal collo la collana con chitarra, l’altra si sente sopraffatta e lascia la stanza, in preda ad una sensazione di paura, apre le porte scorrevoli e vede sé stessa ad un passo dal gesto estremo. Quel gesto non accadrà, l’ultimo istante si trasforma in un momento di riconciliazione con la propria anima e giunge una nuova consapevolezza, nulla è più importante della sensazione di essere UNO, di quel sentirsi allineati alla propria esistenza.
Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Ho iniziato in età verdissima, 5 anni circa, mi appassionai alla chitarra, dapprima gli studi classici e poi intorno agli 11 anni la prima band, suonavo con persone più grandi di me che mi guidarono alla conoscenza del rock 60/70, del Progressive rock, fu un susseguirsi di esperienze inevitabile e meraviglioso, nonostante le difficoltà tipiche per chi nasce in provincia ed ha un sogno così diverso dalla normalità che lo circonda. Ho vissuto l’avventura della musica giorno dopo giorno con dedizione e ricerca, con rispetto profondo dentro ogni situazione professionale, dove ho potuto imparare ed a mia volta trasmettere conoscenza, oggi mi sento ancora un appassionato apprendista.
Se tu dovessi scegliere alcuni dischi da portare sempre con te quali mi diresti?
Un tempo avrei avuto maggiori difficoltà nel fare una scelta, ma col passare degli anni sono cadute molte illusioni, sono cambiate le vibrazioni energetiche, e mi sento connesso a cose ben precise, penso a dischi quali: The dark side of the moon dei Pink Floyd, On a island di David Gilmour, Faith of nation, Raising sand, Lullaby and the Ceasless roar di Robert Plant, sicuramente un greatest hits di David Bowie, The Joshua tree degli U2, Caverna Magica di Andreas vollenweider, Secret Story di Path Metheny, Secret world live di Peter Gabriel … poi c’è molta musica che non mi servirebbe portare perché è scolpita nelle fibre del mio essere attraverso gli anni.
Qual è il tuo più grande sogno musicale?
Portare il mio messaggio musicale ogni giorno nel mondo, cercando di essere la migliore versione possibile di me stesso; credo che le opportunità ed occasioni di visibilità dipendano infine da noi, dal valore della proposta in termini di energia, sicuramente desidero un tour teatrale perché ritengo sia la dimensione ad oggi ideale per la mia musica.
Proseguirai con l’uscita di altri singoli in questo 2023?
Naturalmente si, qualcosa mi lega ai numeri, e se vado a sommare tra loro i numeri di questo anno trovo un 7, simbolo per me importante e ricorrente. Credo dunque sia il tempo ed il momento per dare voce a nuove canzoni e per tirare fuori dal cassetto quelle rimaste sopite. Il 19 maggio arriverà il terzo singolo dal titolo PERCHE’ L’AMORE, che segue NEVE DIVENTEREMO uscita a gennaio, ed OCCHI APERTI uscita a marzo. Nei mesi estivi mi dedicherò alla chiusura dell’album che vedrà la luce in dicembre.
Grazie per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Desidero ringraziare tutte le persone che ogni giorno mi sostengono nella vita personale ed in quella professionale, i giovani artisti che fanno parte del progetto www.risveglirecords.com e gli allievi de www.iltempiodellavoce.com due realtà che ho costruito negli anni, perché ritengo fondamentale lasciare traccia del proprio passaggio nel mondo.
Redazione Tuttorock
Band:
Moreno Delsignore
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