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MODERNO intervista su L’UNICA SPECIE CHE SA

MODERNO intervista su L’UNICA SPECIE CHE SA

Moderno (“Fedenco” per gli amici) nasce nelle campagne romane e nella vita “normale” veste i panni del prof di Filosofia. Dopo aver calcato i palchi di tutta Italia con le band “Unminutodisilenzio” e “Io Non Sono Bogte”, Moderno si rimette in gioco e nel 2021 pubblica il suo primo album da solista, STORIA DI UN OCCIDENTALE, con la coproduzione di Valerio Smordoni (Gazzelle, Coez), Alberto Paone (Calcutta) e Tommaso Di Giulio presso il Cubo Rosso Recordings di Igor Pardini. STORIA DI UN OCCIDENTALE ha ricevuto numerosi riscontri tra i media nazionali (Rockit, Seituttolindie, Rockon…) e mostra la provenienza dell’autore dal background indipendente italiano (tra le influenze dichiarate Vasco Brondi, Niccolò Contessa, Massimo Volume…) aggiornato in chiave synth-pop. Il nuovo album, attualmente in fase di registrazione, viene anticipato dal primo singolo “L’UNICA SPECIE CHE SA” – disponibile su tutte le piattaforme digitali e prodotto da Andrea Messina. Con i nuovi brani, il prof si propone di creare una proposta innovativa che misceli il cantautorato italiano più ispirato, la vena punk insita nel suo dna e un sound elettronico che si ispira a producer internazionali come Jamie XX, Apparat, Tim Hecker.

Buongiorno Moderno grazie per essere qui su TuttoRock!!!!

Il 15 Marzo è uscito il tuo Singolo “L’unica specie che sa” puoi raccontarci la storia di questo brano?

Rappresenta la degna continuazione del discorso fatto nel mio primo disco. Sto cercando di fare canzoni che non parlino solo di me ma che si rivolgano all’altro. “L’unica specie che sa” si riferisce alla pretesa di immortalità della razza umana, che poi però periodicamente si scontra con la sua miseria. Musicalmente, tutto è nato da un pattern di batteria su Logic e da un po’ di serate a Forte Antenne…

Quali strade potrà aprire ai nostri ascoltatori questo singolo?

Mi auguro di creare una scossa, anche aiutata dal ritmo incalzante del pezzo che ti spinge a muovere la testa, a battere il piede, ad agitare le spalle. Come dopo una corsa o un tuffo nell’acqua ghiacciata, i vostri ascoltatori si sentiranno come ripuliti da tutte le scorie della loro giornata.

Testi cantautorali con basi musicali inconsuete, ma perfettamente azzeccate da cosa nascono?  E quanto hanno influito il tuo background e le collaborazioni?

I miei primi passi nella musica suonata sono stati influenzati dalla scena indipendente dei primi anni ’10 piena di dissonanze, tempi storti, testi sperimentali e voci sgraziate. Con il tempo sono uscito un po’ da quella caverna e ho apprezzato anche la forma canzone. Su una cosa non sono cambiato però, la passione per gli arpeggi sognanti, per i controtempi e per le parole insolite.

Fedenco cosa avrebbe voluto fare da bambino?

Grazie per riportarmi con questa domanda a un’epoca che cerco spesso di rispolverare. Volete farvi una risata? Volevo fare il calciatore, il telecronista e… lo stilista di automobili! Il sogno della musica e la passione per l’insegnamento sono venuti dopo. Del me bambino voglio conservare la voglia di restare “genuino” nonostante l’immondizia del sistema che mi invita ogni giorno a corrompermi.

Ultimo quesito… L’unica specie che sa… ma che non fa…non fa nulla per rimediare a ciò che succede a noi stessi ed a ciò che ci circonda… 3 cose da mettere in atto da dove poter partire… secondo il tuo punto di vista

Non fa nulla per superare il suo cortocircuito fondamentale, enfatizzato dai nuovi mezzi di comunicazione: voler sembrare più figa di quello che già è. I tre passi per “guarire” potrebbero sintetizzarsi così: 1) Accettare i propri limiti 2) Condividere il proprio punto di vista senza paura del giudizio altrui 3) Smetterla di mostrarsi per ciò che non si è!

Puoi anticipare qualche cosa sui tuoi progetti futuri e dove sarà possibile ascoltarti?

Insieme al mio produttore, Andrea Messina, sto registrando i brani del mio nuovo disco, che conterrà anche L’UNICA SPECIE CHE SA. A maggio uscirà un altro singolo, in estate farò qualche data lungo lo stivale. Mi trovate su tutte le piattaforme, se c’è il rischio che la parola “moderno” vi mandi chissà dove, scrivete “moderno musica”.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato concludi pure come vuoi questa intervista …intanto in bocca al lupo!

La gioventù è una droga.

Linda Sommariva