MICHAEL SCHENKER GROUP – Intervista al leggendario chitarrista tedesco
Una telefonica con Michael Schenker per chi come me comprò il suo secondo lavoro “MSG” nel 1981 e lo considera ancora oggi una delle pagine più belle dell’hard rock, è senza ombra di dubbio un grande piacere e anche una piccola emozione. Michael Schenker si è dimostrato anche molto entusiasta del risultato di “Immortal” e dei suoi 50 anni di onorata carriera. Ciò che segue è il risultato dell’intervista.
Ciao Michael e benvenuto su Tuttorock.com. Come stai?
Ciao Fabio, tutto bene grazie e scivola via tutto a gonfie vele e spero che anche tu stia bene!!
Tutto ok anche io, grazie Michael! Un nuovo album a nome Michael Schenker Group, perché sei tornato con il nome e il logo storico della tua band?
Perché sentivo che era il momento giusto! Volevo tornare indietro nel tempo e sento dentro di me tanta energia ancora e ancora tanto entusiasmo e poi sono arrivato alla bellezza di 50 anni di carriera, un traguardo che mi ha fatto urlare “Aaaaahhhhh!! Ho ancora tanta energia e tanta voglia di fare!”. Per me è stato quindi molto naturale!! Altro motivo perché con il Michael Schenker Fest era tutto molto complicato, richiedeva tanto impegno e tanti viaggi per mettere a posto le cose e oggi è tutto molto più difficile per la situazione che stiamo vivendo.
Michael Schenker Fest e Michael Schenker’s Temple Of Rock li hai momentaneamente messi in stand-by
Si, sono in stand-by, specialmente il Michael Schenek Fest. Ma poi alla fine qualsiasi nome abbiano i miei progetti sono tutti riconducibili al Michael Schenker Group, perché è la mia musica, sono le mie canzoni. Qualsiasi cosa scriva, ogni assolo, ogni riff è tutto riconducibile a Michae Schenker, a me stesso, anche se coinvolgo vari cantante e vari musicisti.
“Immortal“, il titolo del nuovo album, quale è il suo significato?
Perché vedere che sono passati 50 anno dai miei primi passi con gli Scorpions e che oggi sono ancora qui a scrivere musica, mi fa sentire un po’ immortale. Mi sento come se fossi ancora un adolescente, anche se ho tantissimi anni di musica alle spalle e se ho suonato con tantissimi e fantastici musicisti, mi sento ancora pronto a scrivere ottima musica.
Celebri i cinquanta anni di storia, dagli Scorpions, passando per gli UFO. Che ricordi hai degli inizi e quali sono le differenze del Michael Schenker di oggi?
Ricordi bellissimi e nemmeno mi sembrano poi così lontani. Il mio modo di suonare oggi è logicamente diverso dagli inizi, da quando cercavo di emulare i miei chitarristi preferiti. Da molti anni oramai scrivo con un mio stile, qualsiasi canzone io scriva so già quale indirizzo dargli, il suono della chitarra è oramai il mio stile, sia quando scrivo un assolo, una melodia, un riff e anche quando strimpello la chitarra. Sono molto soddisfatto di ciò che mi sono costruito.
Non ci sono i cantanti del Michael Schenker Fest, quelli storici come Graham Bonnet, Gary Barden e Robin McCauley, ma il giovane Ronnie Romero ed altri più legati all’hard rock come Michael Voss, che è anche il tuo produttore, Joe Lynn Turner e Ralf Scheepers dei Primal Fear, perché hai scelto di cambiare?
Nella stesura dei brani di “Immortal” mi sono accorto di avere alcuni brani molto potenti e molto heavy e non adatti ai cantanti del Michael Schenker Fest. Michael Voss, il mio produttore che canta anche lui in qualche brano, mi ha fatto il nome di Ronnie Romero, lui lo aveva sentito nei nuovi Rainbow di Ritchie Blackmore e sicuramente sarebbe stato perfetto per quel sound. Mi sono detto “perché no!”, l’ho ascoltato e l’ho trovato fantastico. Altro nome che mi è stato consigliato è stato quello di Ralf Scheepers, lui lo conoscevo già e ho subito detto “Siiii!! Ralf lo conosco benissimo è un cantante incredibile!” e infatti ha svolto un lavoro incredibile, ha cantato divinamente.
Bello il disegno di copertina, ci sei tu, una bandiera rossa e la tua Flying V, il vero significato?
Penso che mi rappresenti benissimo, ci sono io e la mia inseparabile chitarra e il rosso della passione. Poi la Flying V è la mia storia, da quando ero negli U.F.O. non me ne sono mai separato.
I brani sono hard rock puro, trascinanti ed energici, ma nessun brano strumentale, perché?
Non c’è un motivo particolare, amo scrivere brani strumentali e suonarli, ma stavolta mi sono trovato tutti questi cantanti e ho preferito scrivere musica per le loro voci, ma sicuramente in futuro tornerò a scrivere qualche brano strumentale.
Come hai coinvolto Derek Sherinian nel primo brano?
Anche Derek Sherinian è un musicista incredibile, gli ho proposto se voleva unirsi al Michael Schenker group per quel brano e ha accettato subito.
“In The Search Of Piece Of Mind”, è il rifacimento del leggendario brano estratto da “Lonesome Crow” del 1972, il primo album degli Scorpions, Perché hai scelto di riproporlo?
Perché è un brano che amo molto e rappresenta proprio i mie inizi, e l’idea era quella di affidare le parti vocali ai vari cantanti. Ho cercato di dargli una nuova veste, senza cambiarlo troppo, specialmente nell’assolo che non cambierò mai, ma ero solo un ragazzino, ancora dilettante e infatti ho aggiunto un assolo finale di cui sono veramente molto soddisfatto. Poi perché è il primo brano che ho suonato e avevo solo 15 anni e per celebrare i mie 50 anni di musica era l’occasione giusta. Il regalo più grande è stata poi la partecipazione alle parti vocali di Gary Barden, Robin McAuley, Doogie White, qui ci sono loro e anche Ronnie Romero e poi Simon Phillips, Barry Sparks, Steve Mann, cantanti e musicisti fantastici che mi hanno regalato una performance da urlo!!
Un tuo pensiero sulla scomparsa di Eddie Van Halen.
Una grave perdita, era uno dei migliori sicuramente!
L’album di cui vai più fiero e quello che vorresti cambiare della tua lunga carriera?
Perché guardarsi indietro? Sicuramente non tutto ciò che ho fatto è perfetto, ma rimane parte della mia storia in quei momenti, anche particolari. Voglio guardare da “Immortal” in poi, ho ancora molte cose da dire.
Come stai vivendo questa emergenza covid? Non si suona più dal vivo, ti manca la vita on the road?
Male, non si suona più dal vivo e tutto questo pesa anche sulla parte economica. Anche per incidere l’album abbiamo dovuto reinventare un po’ tutto, difficile trovarsi tutti in studio per registrare per le varie restrizioni, ma alla fine ci siamo riusciti. Mi manca la vita on the road? Tantissimo, anche se a volte è molto faticosa ma mi manca veramente tanto.
Quando torneremo alla normalità, farai concerti anche in Italia? Ricordo un concerto a Roma al Rock City Festival nel 2011, ricordi qualcosa di quel concerto?
Si tornerò con molto piacere in Italia! Mi ricordo benissimo di quel concerto, ma sono passati tutti questi anni? Ho comunque bellissimi ricordi!
Si, il tempo vola Michael! Ti ringrazio molto e grazie per il tempo che mi hai concesso. Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per i tuoi tanti fan italiani e per i nostri lettori.
Keep on rockin’!! Grazie del vostro prezioso supporto, ci vedremo presto on stage!!
FABIO LOFFREDO
Band:
Michael Schenker: Chitarra e cori
Ronnie Romero: Voce
Ralf Scheepers: Voce
Joe Lynn Turner: Voce
Michael Voss: Voce
Barry Sparks: Basso
Steve Mann: Chitarra e tastiere
Bodo Schopf: Batteria
Simon Phillips: Batteria
Brian Tichy: Batteria
Special Guests:
Gary Barden: Voce
Robin McAuley: Voce
Doogie White: Voce
Derek Sherinian: Tastiere
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!