“Mezzo Vuoto”: intervista al cantautore PESCO
Qualcuno sicuramente di molto pragmatico, interrogato circa il dilemma del bicchiere disse che se il bicchiere era stato riempito per metà allora era mezzo pieno. Se invece era pieno da principio e qualcuno ne aveva bevuto metà, allora era mezzo vuoto…
Anche se qualcuno risponderebbe prontamente che il bicchiere dovrebbe essere SEMPRE pieno, il cantautore Francesco Pitzanti in arte “PESCO” ne ha una visione totalmente diversa e ce lo racconta nel suo ultimo singolo: “Mezzo vuoto”.
Buongiorno PESCO e benvenuto su Tuttorock! Cominciamo con la prima scontatissima domanda, da dove nasce questo soprannome?
Pesco nasce dall’unione del mio nome e cognome. Oltretutto gli antichi affermavano che chi si chiamava Francesco aveva sempre le guance rosse come le pesche.
Presenti il tuo ultimo singolo, “Mezzo vuoto” con cui sei stato selezionato per le fasi di eliminazione di Area Sanremo 2023. Vuoi parlarci di questa esperienza?
Area Sanremo è stata una delle esperienze più folli che abbia mai fatto. Nel giro di ventiquattro ore ho fatto due scali aerei e cantato davanti a esperti e professionisti, proprio nella città della musica. È stata un’esperienza profonda, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista umano. Ho conosciuto tanti artisti bravi. Inoltre è stata un’occasione per stare con il mio manager Massimo Guidi, parlare del futuro e di tutto quello che verrà nei prossimi mesi.
Per la tua traccia hai proposto un arrangiamento minimal con piano ed archi. Come mai questa scelta peculiare ed ardita?
L’obiettivo principale della canzone è quello di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore, catapultandolo nelle parole del testo. Grazie al supporto del mio team e del mio produttore, Alessandro Orrù, siamo riusciti a tenere un arrangiamento minimale ma profondo.
Quali i professionisti che hanno collaborato con te alla realizzazione di questo brano?
Il brano è stato prodotto da Alessandro Orrù, amico e ormai produttore di fiducia. Mezzo vuoto è stata scritta nella mia cameretta e prodotta nella sua e questo particolare va sicuramente a solidificare ancora di più la genuinità e la semplicità del brano.
La produzione è solo una parte della riuscita di un brano. Grazie alla mia etichetta e al mio manager abbiamo potuto dar voce a tutte quelle note.
L’atmosfera minimale trasmessa dalla musica si respira anche nel videoclip diretto da Davide Chillotti, dove i colori predominanti sono nelle scale dei grigi e l’ambientazione ridotta all’osso.
In questi frame ci sei solo tu e percorri una strada deserta che è circondata da alture e precipizi.
Mi racconti di più sulla vostra visione, il making off e dove è stato girato?
Il video è stato girato nel centro della Sardegna, in una location mozzafiato, con la volontà di rispecchiare il brano e le scelte minimali. Proprio per questo, oltre al bellissimo panorama, si vede unicamente la mia figura che percorre una strada, che poi andrebbe a rappresentare quella che è la vita, ovvero un lungo e arduo percorso.
Lungo questo cammino, vengono rappresentate le sfide e le decisioni difficili che talvolta ci costringono a fermarci. Infatti ci sono frame in cui, assorto nei pensieri e indeciso sul da farsi, sembro voler rinunciare a tutto, fermandomi e sentendomi incapace di proseguire. Tuttavia, l’incontro con una persona segna una svolta, da lì parte una marcia ininterrotta verso la fine, simbolo di una rinnovata determinazione.
Il messaggio chiave è che il sostegno di chi ci sta vicino può trasformare le nostre prospettive, facendoci percepire le difficoltà come superabili e la vita come un percorso da affrontare con fiducia, lasciando alle spalle la visione del ‘bicchiere mezzo vuoto’.
Il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto è da sempre misura della capacità di resilienza individuale, dote osannata dalla psicologia che permetterebbe a chi la possiede di affrontare le difficoltà che la vita gli pone davanti e addirittura di superarle, uscendone rinforzato o trasformato positivamente.
Ascoltando il brano ho avuto l’impressione che quel bicchiere preso in analisi fossi tu.
Il presupposto di guardarlo non nella sua capacità maggiore ma in quella minore, suggerirebbe quindi una condizione disfattista e di sfiducia che affronti all’interno del brano. Me ne vuoi parlare?
Bellissima domanda. La metafora del “bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno” la conosciamo tutti sin da piccoli. Nella vita di tutti i giorni capita di vedere il “bicchiere mezzo vuoto” appena si presenta una minima difficoltà. E qui ci ricolleghiamo proprio a quanto stavo spiegando prima, ovvero al fatto che non dobbiamo soffermarci unicamente alla visione delle cose che abbiamo noi, perchè magari una visione diversa, di qualcun altro, potrebbe aiutarci a migliorare e perfino a risollevarci, non facendoci fermare più.
Quindi il bicchiere viene riempito man mano, ed è molto importante imparare a non soffermarsi sempre e solo sulla negatività di un momento, perchè il bicchiere può sempre essere riempito. A volte bisogna solo darsi del tempo.
Nel finale però sembri aver trovato una tua personale risoluzione al quesito, proponendo di riempire il bicchiere insieme a qualcun altro. Un messaggio molto costruttivo e rasserenante…
Assolutamente sì. Penso che unendo due bicchieri mezzi vuoti si crei un unico bicchiere pieno. No?!
Questo non vuol dire trovare “per forza” una compagna/o di vita, ma che il sostegno e l’aiuto di chi ci circonda è spesso fondamentale. A volte facciamo finta di non vedere e di non sentire, quando in realtà ci sarebbe la necessità di guardare più attentamente e di sentire e ascoltare con attenzione noi stessi e anche gli altri, perchè questo è davvero importante. Vorrei passasse il messaggio di trovare sostegno nel dialogo, esternare i propri pensieri e trovare un equilibrio di vita.
Oggi come ti senti di essere? Mezzo pieno, mezzo vuoto o realisticamente “a metà”?
È un periodo della mia vita dove mi sento mezzo pieno. Ho un equilibrio super positivo e sono contento dei miei traguardi personali, che vanno anche oltre la musica e il lavoro.
Nel particolare se dovessi scegliere una tipologia di bicchiere che rappresenti la tua carriera artistica quale sarebbe: flûte, boccale di birra, calice, shot, highball, old fashion? Perchè?
Ora come ora potrei dire flûte, perchè è partito tutto da qualcosa di veramente piccolo, come appunto la parte bassa di una flûte. Poi piano piano si sta allargando, come succede proprio a questa tipologia bicchiere, Sicuramente, la speranza è quella che si allarghi sempre di più e che diventi un calice bello grande.
Hai in progetto di portare il tuo bicchiere da qualche parte nei prossimi mesi?
Mezzo vuoto sarà per sempre un mio “inno” e non mancherà occasione per cantarla in Live e metterla nelle mie scalette musicali.
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro un in bocca al lupo per la promozione del tuo singolo “Mezzo Vuoto”!
Ringrazio voi, ho apprezzato tanto le domande per nulla banali.
SUSANNA ZANDONÁ
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal