MEDULLA – Intervista alla band
Oggi intervistiamo una band nata nel 2008, ma ben avviata verso un radioso futuro.
Quattro ragazzi che credono fortemente nel loro progetto e che vantano collaborazioni stravaganti (esempio Marco Coti Zelati dei Lacuna Coil per il brano intitolato “Il gancio da macellaio”). In uscita (26 Novembre) col nuovo progetto intitolato “Al di là del buio”, sentiamo cos’hanno da raccontarci i Medulla!!!
Ciao ragazzi, iniziamo dal nome: “Medulla”, che io sappia è il titolo di un celebre brano di Bjork, voi come mai avete scelto di dare questo nome al vostro progetto musicale?
Ciao Dafne! Quando ho cominciato a lavorare ai primi brani ho cercato un nome che potesse rappresentare quel che desideravo fare. Medulla è il titolo di un disco di Bjork, è latino e significa “midollo”, “ciò che sta nel mezzo”. Mi è piaciuto il suo significato, e l’ho preso per dar nome a questo progetto.
“Al di là del buio” è il titolo del singolo estratto, da cui è stato tratto anche un omonimo videoclip: pensate sia necessario creare un varco di luce in questi tempi non proprio rosei?
Questi tempi non sono per nulla rosei, che si stia vivendo un periodo di crisi -che è solo all’inizio del suo percorso- credo sia davanti agli occhi di chiunque. Non saprei se quel che abbiamo fatto, gettare un varco di luce, o un velato: “resistere” sia necessario in generale. Lo è stato per me, per noi. Se vogliamo arrivare alla fine della crisi con dignità, senza aver perso la nostra umanità, dobbiamo cominciare a non chiuderci da adesso e gettare un ponte a quando tutto sarà finito…
Manuel Agnelli, in un’intervista rilasciata al magazine “Vanity Fair” si è scagliato contro la “nouvelle vague” del fronte indie definendo i musicisti aderenti a questo genere come “fighetti” mantenuti dai genitori…cosa ne pensate di questo ragionamento?
hahahahahahah! Questo argomento mi vede particolarmente sensibile…credo in parte abbia perfettamente ragione, esistono molte band che suonano fondamentalmente perché hanno genitori che foraggiano, senza quindi il bisogno incombente di procacciarsi un fabbisogno economico. Questa cosa però non mi riguarda, lavoro da più di ventidue anni (ne ho appena compiuti trentasei), mi sono pagato sempre tutto, dagli studi alle superiori in poi. Manuel ha ragione, ma io sono un poraccio vero! (ride). A me sta cominciando anche a stufare il leggere costantemente della “fatica” e delle “imprese eroiche” dei musicisti nel lavoro in studio, a comporre: la vera fatica è quella di alzarsi alle 5 del mattino e andare in fabbrica per otto ore al giorno, non certo spremersi per trarre fuori da se stessi qualcosa e fare quella esperienza magnifica che è un lavoro in studio di registrazione. La prima è un dovere che credo molti operai, potendo, eviterebbero. La seconda è una libera, liberissima scelta. Ok, ti sei sfinito, te lo concedo. Ma il lamento e il “guardate quanta fatica faccio per i miei sogni” ormai è diventato un mantra costante, specialmente sui social. S’è persa la misura, nonostante vediamo tutti i giorni chi, la fatica vera per la sopravvivenza, la sta facendo davvero.
Avete un look abbastanza peculiare… E’ studiato oppure naturale?
Ci piace considerare ogni album come fosse uno spettacolo teatrale, coi suoi suoni, le sue atmosfere e perché no, i suoi abiti di scena. In questo album abbiamo virato sul colore che stiamo cercando di vestire anche con meno imbarazzo possibile, ma ci vogliono ancora un po’ di live per arrivar alla naturalezza!
Nel vostro nuovo video abbiamo la presenza di una ragazza che danza, dal nome Ylenia Micaletto…viene ringraziata direttamente da voi…volete parlarci di questa scelta? Esiste per voi connessione tra danza e musica oggigiorno?
Cavolo se c’è una connessione! Negli anni 70’/80’ c’erano programmi in cui fondamentalmente la gente ballava (ad esempio è Soul Train, meraviglioso programma con della musica pazzesca), Sia fa danzare Maddie Ziegler nella maggior parte dei suoi videoclip, dandoci anche una visione di una ragazza che cresce tra un brano e tra una danza e l’altra. Ylenia ci stava aiutando a trovare qualcosa di semplice da fare tutti insieme (la “coreografia” che si vede a fine videoclip) e che riuscissimo almeno di massima ad eseguire tutti e quattro, poi il nostro batterista (un po’ in “crisi”, ahahahah) le ha buttato lì un: “e se nel video balli praticamente solo tu!?”…ed eccola lì, a prender i nostri abiti e qualcosa di noi. Siamo molto contenti di quell’attimo di crisi, siamo molto contenti della sua personalità nel video!
Un altro brano molto interessante è “La Bestia”, volete parlarcene?
La Bestia è il primo album del precedente disco, Camera Oscura. Più che rispondere alla domanda, ti invito a vedere un legame tra i brani che abbiamo notato solo a fine lavori di Al di Là del Buio. In Introspettri: primo album, primo brano, abbiamo conosciuto Penelope: non riesce a morire, a togliersi il nome di Ulisse dalla pelle, a voltare pagina. In Camera Oscura, secondo album, primo brano: andiamo a guardare dentro Penelope e raccontiamo della Bestia, che non ci dimentica, che pensiamo sia svanita ma può tornare all’improssivo, al di là dei nostri sforzi. • Con al di là del buio proponiamo “a Penelope” qualcosa che cerchi di forzare lo schema in cui è intrappolata: di giorno tesse la tela, di notte è nella sua stanza a distruggerla. No, rivestiti, usciamo, facciamo qualcosa che nel nostro schema non c’è: sorridere, ad esempio.
Si avvertono qua e là richiami ai Baustelle…ascoltate questo gruppo? Quali band hanno influenzato il vostro stile musicale?
Non è la prima volta che ci viene detta questa cosa, e sì, li ascoltiamo come ascoltiamo mille altre cose. Non c’è assolutamente un’assonanza cercata e se avessi un altro timbro di voce probabilmente questa cosa non verrebbe all’orecchio. Io personalmente sono molto affezionato a David Bowie, e negli ultimi tre anni sto ascoltando praticamente solo black music (soul, funky, R’n’B) e musica elettronica, quindi qualcosa di molto distante da quel faccio. In generale abbiamo ascolti molto diversi nella band, ognuno porta qualcosa che mescoliamo nell’impasto.
Grazie ragazzi and rock on!!!
DAFNE D’ANGELO
Membri:
Voce, Chitarra e Synth: Michele Andrea Scalzo
Tastiere, Synth e Piano: Carlotta Divitini
Basso: Federico Calvara.
Batteria: Giuseppe Brambilla,
MEDULLA
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