Maurizio Carucci – Intervista aspettando il Balena Festival
In primis grazie per il tuo tempo e benvenuto su TuttoRock!
-In questo periodo intenso, tra la collaborazione con Fabri Fibra, la presentazione del disco e il tour, come stai vivendo?
Tra le cose elencate nella domanda, manca un dettaglio estremamente importante ovvero il lavoro in cascina. Perché io ormai da 20 anni vivo in un eremo che ho trasformato in un’azienda Agricola e quindi lavoro i campi, le vigne. Quindi in questo delirio d’estate meravigliosa ho anche il lavoro in campagna che mi toglie tempo e energia. Però devo dire la verità, non ho un secondo libero fino a Settembre, non ho una mezza giornata libera ma sono molto contento perché sto facendo delle cose molto belle e quindi sono proprio contento, sono felice.
-Com’è nata l’urgenza del tuo progetto solista?
Questa urgenza è nata perché non stavo bene, quindi c’era proprio un malessere, una mia condizione fisico-mentale piuttosto evidente, anche piuttosto grave. Nel senso che, come si suol dire, avevo perso un po’ la bussola. Ero veramente poco lucido a causa di avvenimenti precisi, non per caso. Senza dubbio per il mio percorso a livello biologico, arrivato a quarant’anni ho iniziato a farmi delle domande.
Comunque anche con gli Otaghi, dopo vent’anni non è stato sempre semplice portare avanti il progetto e quindi, a mio avviso, anche su quel fronte ho avuto bisogno di fare dei ragionamenti. È mancato un mio carissimo amico che viveva con me, ormai da due anni, appena ventinovenne. Ecco tutto insieme, tutto questo ha fatto sì che io fondamentalmente non reggessi più il presente, non sapessi più come fare per portare avanti le giornate, per trovare un equilibrio. E quindi questa musica che ho scritto mi è servita per trovare in modo nuovo di stare dentro al mondo e soprattutto per scoprirmi cantautore. Non soltanto dentro ad un progetto ma in modo più puro. Con un qualcosa, un messaggio, una poetica, una visione da portare avanti da solo. Non che avessi dei dubbi prima, ma a volte è necessario anche praticare la solitudine, che comunque rimane uno stato, una possibilità sempre interessante da sperimentare. Soprattutto in questo periodo storico in cui siamo iper stimolati e abbiamo input in ogni dove, provare a stare un po’ da soli può avere senso. Nel mio caso è stato molto d’aiuto.
-Parliamo un po’ dell’album, come ce lo racconteresti?
Non saprei bene raccontarvi il mio album, penso che chi lo ascolta possa avere parole migliori. Quello che posso dire che è stato un album che non ha previsto nessun tipo di ragionamento riguardo le radio, riguardo alle case discografiche, riguardo anche al pubblico. È stato un album nato per esserci, è uscito senza alcuna mediazione da parte di nessuno.
-Sei soddisfatto di come sta andando? Dicome il pubblico lo ha accolto?
Sono soddisfatto perché mi ha permesso di posizionarmi, di trovare un luogo nuovo per me. Di questo devo dire che sono molto felice. Il pubblico lo sta accogliendo bene, nel senso che lo sta accogliendo per quello che è. Ovvero, come dicevo prima, un album che non bada molto all’apparenza, che non vuole essere un qualcosa che non è, che non vuole conquistare masse oceaniche e questo è stato molto compreso. Ed è stato molto importante per me questo fatto, che sia stato compreso e che il pubblico lo abbia accolto per quello che è appunto. Balla quando c’è da ballare, si commuove quando magari mi avventuro in meandri esistenziali che mi coinvolgono e parlano di me, ma di conseguenza parlano di tutti.
-E il tour da solista com’è?
Il tour da solista è molto bello perché mi sento in un certo senso di avere più responsabilità e soprattutto mi vedo attraverso gli occhi della gente. Perché poi io credo che ognuno di noi è quando qualcuno gli dice di essere. Magari potessimo pensare di definirci, in realtà a definirci sono sempre le persone e i luoghi in cui si sta. E quindi grazie a questo tour sto effettivamente capendo un po’ meglio chi sono e cosa faccio.
-A breve tornerai nella tua Genova, il 23 Luglio al Balena Festiva. So che è una realtà molto importante per te, vuoi parlarcene? Sei ansioso di portare il tuo nuovo lavoro a casa?
Tornare a Genova è sempre emozionante ma sono molto sereno, non devo dimostrare niente a nessuno. Ormai qualche concerto alle spalle ce l’ho, qualche canzone l’ho scritta, qualche canzone è stata apprezzata negli anni. Sarò in uno stato di pura condivisione e libertà, tra l’altro uno stato che secondo me è di grande privilegio e che non credo capiti sempre a tutti. Sono felice anche di questo, andrò lì e dirò la mia con tutta l’energia e la passione che ho.
Grazie infinite, per la disponibilità. Ti aspettiamo con ansia a Genova al Balena Festival!
Giada Monachino.
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Classe 1995, nata a Palermo ma Genovese da oramai quasi dieci anni. La musica è da sempre parte fondamentale della mia vita, avida consumatrice di Pop-punk, Alternative italiana e cantautorato. La fotografia è arrivata nel mio cammino quasi per caso e da allora considero la macchina fotografica un’estensione naturale del mio corpo. Sono Co-fondatrice di uno Studio Fotografico nel cuore dei vicoli di Genova e non appena aver intrapreso la carriera in modo professionale ho deciso di unire la passione per la fotografia a quella per la musica live, così sono passata dall’altra parte della transenna per cercare di immortalare e trasmettere le emozioni che solo un concerto riesce a regalare.