MAURIZIO VERCON – Il chitarrista presenta “WAR” (ft. Cristiano Turato)
In occasione dell’uscita del nuovo singolo con videoclip “WAR” (con la presenza dell’ex cantante dei Nomadi, Cristiano Turato), ho avuto il piacere di intervistare il chitarrista, produttore e arrangiatore triestino Maurizio Vercon.
Il brano arriva a 3 anni dalla pubblicazione dell’album “Slice of Heaven” realizzato da VIDEORADIO.
Nei suoi 3 precedenti album sempre con VIDEORADIO, Maurizio ha avuto ospiti del calibro di Maurizio Solieri, Andrea Innesto “Cucchia”, Frank Gambale, Charlie Morgan, Ricky Portera, Luca Colombo ecc. Da menzionare anche la partecipazione a 2 compilation internazionali pubblicate con VIDEORADIO e RAI TRADE, “Fusion Jazz Rock & Groove vol. 1 e vol 2”.
“Abbiamo bisogno di un eroe per liberare ognuno dai suoi mali, sul lavoro, sulle relazioni umane, nelle relazioni sociali… bisogna ritrovare la capacità di amare anziché combattere!!!”
Questo è il messaggio che Maurizio Vercon vuole trasmettere nel suo videoclip.
Ciao Maurizio, benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo videoclip, “War”, un brano nato quando?
Ciao Marco. Il brano è nato subito dopo le manifestazioni no green pass del 18 ottobre di Trieste. Non avevo mai assistito ad una cosa così assurda… i manifestanti sono stati colpiti da camion con gli idranti e, dopo essere stati caricati apparentemente senza motivo, anche da fumogeni. Sono rimasto molto colpito dalla violenza del periodo, forse amplificata dalla pandemia, non so, ma ho visto un aumento della violenza e della cattiveria in generale, in TV, sui social, sul lavoro ecc. Stiamo vivendo secondo me un periodo molto buio e povero di valori umani.
Dovremmo liberarci da molte cosa superflue e ritornare all’essenziale. Io sogno qualche volta di vivere lontano da tutto, con la mia famiglia e i miei cari in un bosco (ride -ndr).
Ho sentito fortemente l’esigenza di urlare il mio disaccordo con tutto questo e il brano è nato molto velocemente. Un inno alla pace, bisogna fare guerra alla guerra, come scherzosamente dico.
Nel brano c’è un cameo di Cristiano Turato, ex cantante dei Nomadi, come mai hai scelto lui?
Sì, Cristiano è diventato un amico in questi ultimi due anni. Ci siamo conosciuti in occasione della realizzazione del suo album “La festa” e poi abbiamo continuato la collaborazione. Ho partecipato, con le mie chitarre, alla realizzazione anche di tre suoi singoli e sono stato al suo fianco nei tour. Ormai siamo una coppia (ride -ndr). Quando gli ho fatto ascoltare il brano, mi ha proposto di aiutarmi. Cri è, oltre a un bravissimo cantante, anche produttore, arrangiatore, polistrumentista e tecnico del suono. Ha curato la parte ritmica del brano, oltre al mixaggio e al mastering. In più ha fatto un’introduzione con dei canti tibetani e una frase recitata in latino. Insomma, gli voglio bene!
Di chi è stata l’idea del video e chi l’ha realizzato?
L’idea del video è mia e la fotografia è opera della mia compagna di vita, Manuela, che ha avuto l’intuizione delle immagini “fumettate”. Sai, per come stava venendo il video, mi sono reso conto che le immagini erano molto forti, tragiche, e l’effetto fumetto stemperava un po’ tutto. Poi, ho deciso di coinvolgere mio figlio Eric nei panni di Spider-Man e, insieme, abbiamo salvato il mondo (ride -ndr).
Questo singolo arriva a 3 anni dalla pubblicazione del tuo album “Slice of Heaven”. Farà parte di un prossimo disco?
Devo dirti che la mia carriera da solista è profondamente legata alla Videoradio e a Beppe Aleo. Ci siamo incontrati 16 anni fa e insieme a lui ho pubblicato tre dischi solisti, oltre alla partecipazione a due compilation (Fusion, jazz,rock & groove 1 e 2 ). Ho sempre seguito i suoi consigli e, quando gli ho proposto un singolo, ci ha pensato un attimo e via! Anche a lui piace di più uscire con un disco completo, ma ha sentito che il brano era forte e il messaggio sociale importante. Quindi, anche se non è pronto, ci sarà di sicuro un album! Voglio bene a Beppe, è un vulcano, super veloce!
Che riscontri hai avuto da “Slice of Heaven”?
Devo dirti che ho avuto grandissimi apprezzamenti da parte di tutti. È stata una scommessa, avevo cambiato modo di lavorare. Il mio compagno musicale, Nicola Ardessi, con il quale avevo fatto in studio i primi due cd, aveva cambiato totalmente mestiere, io mi sono trovato, dopo un periodo di assestamento, a provare a registrarmi da solo.
Poi, con l’aiuto di Roberto Sopracasa e delle sue conoscenze nelle tecniche audio, abbiamo realizzato Slice of Heaven. Un mix di suoni vecchi e nuovi che, a quanto pare, è piaciuto molto. Inoltre, proprio grazie al cd, dove anche Ricky Portera ha messo la firma, oltre a Luca Colombo e Charlie Morgan, sono stato notato per la futura collaborazione con Cristiano.
Tornando a parlare di collaborazioni, non pensi che nel nostro paese ci si faccia ancora troppo la guerra tra band e artisti, quando invece sarebbe più opportuno virare tutti verso lo stesso obiettivo?
Vedi che anche tu avverti questa sensazione di WAR? Il mio brano sta diventando un’esigenza sociale. Io non sono mai stato invidioso di nessuno, anzi. Per me collaborare con altri musicisti è fonte di ispirazione e crescita. Anche ora, oltre a Cristiano, sto lavorando con un produttore americano e un cantante olandese. Lo scambio di idee e la commistione di energie musicali mi danno la forza per andare avanti.
Tra i musicisti con cui hai avuto il piacere di suonare, c’è qualche aneddoto che vuoi raccontare?
Era il 2010 e io stavo vivendo un periodo di grande stress familiare. Contattato dal mio grande amico Giuseppe Scarciglia, ci siamo ritrovati a Taranto per il GIG (genuine italian guitar) e oltre a noi due c’erano anche Luca Colombo e Ricky Portera. Ci siamo trovati a cena e io ho iniziato a bere un po’, nel frattempo, seduto vicino a Luca riempivo il suo bicchiere… a fine cena eravamo tutti leggermente alticci, è stata veramente una bella serata anche se parte dei ricordi sono confusi (ride – ndr). Ma non ringrazierò mai abbastanza la musica per avermi fatto girare in posti bellissimi e conoscere persone incredibili.
In epoca di restrizioni, di Presidenti del Consiglio che dicono che “gli artisti ci fanno divertire”, come sopravvive un musicista?
Io, per fortuna, mi arrangio in molti altri campi, ma è un periodo veramente buio. Da due anni siamo stati dimenticati e penso avrò perso almeno 60 date. Allo stesso tempo, però, ho avuto modo di far uscire diversi dischi e singoli e War è la prosecuzione naturale di tutto ciò.
Quindi voglio essere positivo e guardare al futuro con rinnovata fiducia. Con Cristiano abbiamo anche buttato l’idea di creare una specie di fondo sociale per artisti fatto da artisti. È solo un’ idea, ma sarebbe bello se noi artisti accantonassimo una piccola parte dei proventi per aiutare noi stessi nel momento del bisogno… chissà.
I 5 album che porteresti ovunque?
Passion and Warfare di Steve Vai, Tambu dei Toto, un best of di Brian Adams, uno dei Pink Floyd e uno dei Queen.
C’è qualche artista o band di oggi che ammiri particolarmente?
Non sono molto attratto dalla musica di oggi, anche se molte volte apprezzo le grandi produzioni, la qualità del suono e dei mixaggi. Non sono legato a qualche particolare artista, molte volte sono coinvolto da una song ma non del mondo dell’artista. Invece ci sono un sacco di bravissimi chitarristi!
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Vorrei ricordare dove poter acquistare il singolo. Costa veramente poco in quanto tale e sarebbe bello se, andando su tutti i portali più conosciuti (Amazon, iTunes, Spotify ecc.), dopo averlo ascoltato, qualcuno lo scaricasse a pagamento (ride – ndr).
Grazie mille Marco,sei stato gentilissimo per lo spazio concessomi.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.