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MAURÀS – Intervista al rapper

MAURÀS – Intervista al rapper

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Ciao Mauro, innanzitutto benvenuto su Tuttorock e complimenti per l’album “Dico sempre la verità”, l’ho trovato veramente molto bello e pieno di influenze musicali, frutto delle tue tante esperienze passate. Come stanno andando le vendite?
Ciao Marco, grazie mille per i complimenti, il nome Tuttorock mi piace molto per come suona! Riguardo al disco, per adesso le prime impressioni sono state molto positive, anche perchè dopo poco tempo abbiamo ricevuto la notifica da parte della distribuzione che ci ha detto che eravamo al 150esimo posto di tutta la classifica italiana, su 200, non male visto che si parla non solo del mondo rap ma di tutti i generi musicali, a livello fisico sono state vendute molte copie nei negozi, le nostre copie le porteremo ai concerti, poi arriverà sicuramente il momento in cui purtroppo io e Bonnot ci troveremo davanti a qualche personaggio che ci butterà giù moralmente ma noi comunque resteremo positivi.

Hai parlato di concerti, quando inizierà il tour?
Il tour inizierà a settembre, abbiamo preferito aspettare un pò. Questo è un periodo in cui tutti ascoltano ciò che ascoltano tutti, è difficile imporsi come realtà underground, è difficile differenziarsi, il rap nasce come musica anticommerciale che però ora è diventata mainstream e tutti ascoltano i rapper famosi. Lasciamo quindi il tempo che serve alla promozione dell’album, sono piccole dinamiche che noi che siamo un pò più grandini conosciamo e non vogliamo bruciare le tappe.

Come mai sei uscito a 38 anni con il primo lavoro solista?
Beh, come Mauràs e con Bonnot è il primo progetto, ho molte altre esperienze musicali alle spalle ed ho voluto fare una spaccatura fra passato e presente, costruisco da zero questa cosa che spero io possa portare in giro davanti ad un bel pubblico.

Come ti sei avvicinato alla musica?
Era il 1994 e per la prima volta ascoltai Radio Deejay, c’era un programma di Albertino con Esa, cantante degli OTR, si chiamava Venerdì Rappa, da lì mi sono innamorato del rap e nel paese in cui abitavo c’era una persona importante inserita in quel mondo, sono andato a trovarlo un paio di volte poi ho iniziato a comprar dischi e a mixare. A casa mia mio papà, appassionato di rock prog, suonava, aveva una sala prove sotto casa, c’è stata tanta musica nella mia vita da subito, mi portava ai concerti, poi crescendo ho trovato la mia strada, indirizzata verso ciò che ruota attorno alla black music, jazz, blues, rap, reggae. Poi sono andato a riascoltare le cose che da piccolo non mi piacevano, la musica mi ha assorbito, mi piacciono dai Clash agli Oasis, dai Cure a Tupac, basta che trovi dello spessore nella loro musica, non importa il genere. Leggo tantissime riviste musicali, ho tantissimi dischi, ho una malattia per le cose che si sfogliano e sono in continua ricerca riguardo a produttori e musicisti nuovi. Servirebbero giornate da 50 ore e tanti soldi. Tanta roba degli anni 90 ho iniziato ad ascoltarla nel 2000, tipo i Nirvana, perchè all’epoca del loro successo ero drogato di rap. Una volta comunque avevamo più personalità, ascoltavi gruppi o cantanti che ti piacevano e ti vestivi come loro, litigavi con chi ti dava contro. Poi c’era MTV, c’erano tante cose belle insomma, potremmo parlarne fino a domani!

Quanto è stato importante l’incontro con Bonnot, il produttore del disco?
A livello di riscontro dovrei dirtelo tra un pò di anni, però ti dico che ho avuto la fortuna di aver trovato una persona che ha la capacità di poter affrontare qualsiasi tipo di situazione sonora, lui ha 35 anni, siamo quasi coetanei ed ha assorbito tantissima musica in passato, proprio come me e te. Volevamo fare qualcosa di incisivo, abbiamo incastrato testi e sound, volevamo schitarrare per tutto il disco sullo stile del brano “I sleep when i die”, abbiamo fatto tutto in libertà essendo lui titolare dell’etichetta, ci siamo trovati ad andare d’accordo sia musicalmente che umanamente. Arrivavo da un periodo buio e la sua chiamata è stata una manna dal cielo. La sua grande capacità di produrre artisti di vario genere è enorme, ci mette sempre la sua impronta, sia in ambito rap, rock, pop eccetera.

So che in fase di registrazione avete usato un amplificatore per chitarra appartenuto a Billie Joe Armstrong dei Green Day e un microfono appartenuto a Freddie Mercury, com’è stata l’esperienza in studio?
Guarda, per fare un paragone col mondo del calcio è come se un giocatore bravo si trovasse a giocare in una grande squadra organizzata, renderebbe quel 20% in più, non mi è capitato spesso di essere trattato da artista vero, Bonnot invece l’ha fatto dal primo giorno. Non ho fatto un brano su una base strumentale finita, siam partiti da due parole, da un accordo, io e lui. Abbiamo fatto un disco rap con la metodologia della musica “normale”. Poi lui è un bassista ed ha dato il via alla base ritmica, tutto ciò ha facilitato le cose, ha programmato le batterie elettroniche mentre Ninja dei Subsonica ha suonato quelle acustiche. Ho scritto tanta roba su basi prese da Youtube, tipo alcuni brani dei Linkin Park, ma anche su basi di altri generi, ad esempio, “In confusione”, l’ho cantata su un pezzo trap orrendo, che se lo senti dici… mamma mia, ma che robaccia eh. Mi sono trovato in mezzo a mostri musicali ed ho detto “fate voi che io mi adeguo”. Ora speriamo di portare il tutto su qualche palco.

Vieni da una città, Torino, dove il rap per così dire intelligente è nato all’inizio degli anni 90 con Frankie Hi NRG ed è proseguito con artisti come Willie Peyote, col quale collabori e di cui, come ho letto in un’intervista, Frankie ha grande stima, al contrario di altri nel panorama attuale che considera “monnezza”. Ci sono altri artisti rap che tu stimi?
Sì! C’è Ensi, fortissimo, ha vinto tutto nel freestyle, viene dal nulla, si è fatto da solo e fa dischi memorabili. Poi c’è Shade che fa musica che non mi piace ma stimo molto, quando lui è andato a Sanremo gli ho augurato il meglio anche se non mi piace e glielo dico sempre, con molti ho legato, tipo con Willie, abbiamo anche vissuto insieme, eravamo amici già prima che egli esplodesse nel mondo musicale. Poi ti racconto un episodio, Emis Killa una volta mi chiese un cd di una compilation che feci con tutti i rapper torinesi, io glielo mandai e lui mi ringraziò molto. Io poi non vado in giro a fare il figo o ad autoreferenziarmi, sono italiano, purtroppo (ride n.d.r.), e non ho mai avuto voglia di copiare gli americani, sono cresciuto con i Nomadi, pensa te, ho avuto Augusto Daolio come idolo quindi non ho nulla in comune con chi copia dai rapper americani. Mi sono posto sempre in maniera free con tutti, qualcuno ha apprezzato, altri no.

Trovo molti collegamenti nel tuo album, per colpa della “Confusione” attuale siamo arrivati ad una situazione in cui alcuni non hanno nemmeno più il tempo di dormire e “I sleep when i die”, che adoro, ci fa capire molto bene ciò. Anzi, ogni traccia illustra talmente bene i problemi generali attuali che mi risulta difficile farti una domanda sulle canzoni stesse. Allora ti chiedo, i cambiamenti climatici stanno distruggendo il pianeta, tutto sembra andare allo sfascio, i nostri politici se ne fregano e pensano di campare mille anni. Non credi che la scena politica attuale, non solo italiana, si occupi troppo di cose futili e poco di cose veramente importanti?
Ti posso dire che quando ho scritto il disco non eravamo ancora a questo livello ma stiamo peggiorando di mese in mese… Io, l’altro giorno, parlando con mio padre, ho fatto un’analisi della scena politica da quando ho iniziato a votare ad ora e siamo giunti alla conclusione che ci troviamo nel Paese e negli anni più stupidi di questo periodo storico. In questo album ho voluto dire le cose cattive col sorriso sulle labbra, poi, lavorando nell’edilizia, ho frequentato tanti bar, lavorato con gente di qualsiasi etnia, mi sono ritrovato a parlare con stranieri che parlano male di altri stranieri… siamo in un momento di cortocircuito, ci vorrebbe un reset generale. Bisogna informare i giovani, è da lì che si deve partire, come fecero con noi quando c’era il famoso spot sull’AIDS. La situazione attuale dell’Italia mi fa dire che questo Paese sia il terzo mondo del primo mondo, siamo all’ultimo posto in tutto, metterei al governo quattro tedeschi, tre francesi e due inglesi che dicano “Basta, smettetela di esaltarvi e lavorate in questo modo, ora si fa così”, questa dovrebbe essere l’Europa Unita. In Germania avevano i nazisti, li hanno processati e hanno estirpato il male, qua invece niente, l’italianità ha fallito in tutto, il razzismo dilagante deve finire, vedo ragazzi di mille etnie e spero che la società nostra si mischi il più possibile. Guardiamo anche al mondo dell’istruzione, ora vogliono installare le telecamere nelle scuole spendendo tanti soldi…mah. Una volta avevamo il professore figo e la professoressa in gamba e con loro si studiava di più, ora cambiano continuamente gli insegnanti e ai ragazzi passa la voglia di studiare. Mandano uno di Palermo ad insegnare a Torino o viceversa, pensa che io ho ancora contatti con la mia maestra delle elementari, addirittura mi fa i complimenti per ciò che scrivo. I professori vengono malpagati, si trovano in strutture fatiscenti, mai nessuno, nemmeno nei governi più di destra all’estero ha levato soldi all’istruzione, qua sì. Si è creato quel cortocircuito di cui parlavo prima in cui le generazioni nuove sono praticamente senza una guida e senza genitori, perchè questi ultimi non hanno tempo di seguirli, dovendo lavorare tutto il giorno, gli smartphone poi hanno portato i giovani ad essere più stressati, subiscono immagini e video per ore. A Torino poi, cambiando discorso, molte ditte sono fallite perchè lo Stato, la Regione o la Provincia non le hanno mai pagate, ad esempio per le Olimpiadi Invernali del 2006, ma nessuno cita queste cose. Grillo dov’è ora? Io andai a sentirlo, ora dov’è? È sparito. Ci siamo cavati dalle palle Berlusconi grazie alla Banca Europea, in cosa dobbiamo sperare ora? In una forza che regolarizzi tutto? Ora abbiamo il Ministro, idolo della gente, che ha detto che la Strage di Bologna è stata compiuta dalle Brigate Rosse… è palese che tutti siano d’accordo per imbambolare la gente, non è un discorso da complottisti, se poi i giovani ascoltano nei centri sociali roba come Gazzelle o Coma Cose, che vuoi che ti dica… Tanto siamo un popolo di democristiani inguaribili, serve qualcosa che regolarizzi questo Paese. I Verdi stanno spopolando all’estero, qua invece sono spariti, mi si riempie il cuore di gioia quando vado su in Val Susa e c’è una forza locale che fa tribolare il potere, li seguo dal primo giorno e mi fa stare bene vederli sempre così numerosi e convinti. Niente, siamo purtroppo nati nel Paese che ha inventato le mafie. Sai che molti politici negli anni mi hanno cercato? A  tutti ho risposto “No grazie, politica sì ma partiti mai”.

Per finire, grazie del tempo che ci hai dedicato, vuoi salutare e dire qualcosa ai lettori di Tuttorock?
Saluto i lettori di Tuttorock, ti ripeto che il nome mi piace tantissimo! Mi aspetto e spero di suonare tanto dal vivo, le canzoni all’inizio le proporremo con basi più chitarra e voce ma vogliamo arrivare a portarle sui palchi con una band completa, d’altronde sono nate proprio con quello scopo. Non vogliamo imporre nulla ma informare la gente divertendola. Ciao!

MARCO PRITONI

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