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MATTIA TEDESCO – Intervista al chitarrista

MATTIA TEDESCO – Intervista al chitarrista

Mattia Tedesco, classe 1984, chitarrista che ha all’attivo numerosi tour con Gianluca Grignani, Dolcenera ed Anna Oxa, e che ha registrato due brani (“Guai” e “Quante Volte”) presenti nell’ultimo album di Vasco Rossi Sono Innocente”, ha pubblicato il 10 marzo 2015 il suo primo lavoro solista: Noise Maker (nelle prime quattro stanze non succede niente).” Hanno partecipato: Matteo Cerboncini, Nicola Costa, Vince Pastano, Riccardo Onori, Antonio Petruzzelli, Paolo Valli, Diego Barborini, Giulia Dagani, Andrea Torresani, Michele Papadia.
Tedesco lavora anche come session man negli studi Impatto Studios di Celso Valli a Bologna e Aula6 Pontesound Studios di Renato Faioli a Cremona.

LA CHIAMATA DI CELSO VALLI
Lavoro con Celso Valli dal 2013, per caso. Ho fatto una pausa con Dolcenera dopo un tour infinito nel 2012, anno di “Ci Vediamo A Casa” e Sanremo, durato da aprile a capodanno. Forzatamente sono rimasto a casa e nel gennaio ricevo una chiamata dal tastierista di Dolcenera che aveva preso un ingaggio con Anna Oxa. Alla batteria c’era Paolo Valli (figlio di Celso), che avevo incontrato a Francoforte, una presentazione formale. Ci siamo conosciuti meglio lavorando insieme ed un giorno squilla il telefono: ‘Pronto, sono Celso. Celso Valli. Mio figlio mi ha parlato bene di te, vieni in studio domani’. Ho preso parte ad una piccola produzione, ad essere sincero non credo sia mai uscita. Insomma vengo preso nello staff ufficialmente e dopo qualche altro lavoro mi chiama e con la sua simpatia bolognese mi dice ‘Ci sono da fare un paio di brani per un cantautore emergente, forse lo conosci si chiama Vasco Rossi’ come se fosse la cosa più naturale del mondo.

GUAI
È stata la prima registrazione che ho fatto. Si apre con la mia chitarra acustica. Molte volte le voci non sono quelle dell’artista o non ci sono neanche, hai una voce guida oppure il pianoforte e costruisci la musica. Immaginavo fosse una cosa del genere, Gaetano Curreri o Saverio Grandi alla voce, che hanno partecipato al disco nel ruolo di autori. Partiamo e faccio queste misure di acustica e sento cantare ‘GUAI’. Ho fermato tutto e ho detto ‘Andiamo a prenderci un caffè’. Era Vasco, la sua voce, quindi chiedo ‘E’ lui?’ ed era vero, è stata una botta! Per divertimento ho suonato anni nei “Susanna28” che è una tribute band a Vasco Rossi; suonavo a casa, con la chitarrina e proprio sui suoi cd. In quel momento però, in studio, eravamo in due:  io suonavo con Vasco. In queste cose devi professionalmente lavorare senza far perdere troppo tempo ma mi sarebbe piaciuto rifare tutto centinaia di volte. Indirettamente ci siamo sentiti e ha fatto spesso i complimenti alle mie chitarre.

ANNA OXA
In assoluto è un personaggio con un grande magnetismo. Quando è entrata in sala prove, il primo giorno, ha fatto capire a tutti che era una star solo con lo sguardo ed un sorriso. Alla fine ha fatto fine anni ‘70, tutti gli ‘80 e tutti i ’90, decadi importantissime per la musica. Un pezzo di storia! Tuttora una grande voce ed un repertorio che pensavo di non conoscere, ma quando mi è arrivata la scaletta erano 24 singoli. Tutti singoli. Era come sprecare dei brani, nel senso che in una scaletta devi per forza iniziare da qualche parte, creare un apice, scendere e tornare in alto. Con lei non si poteva fare, erano tutti singoli, ripeto.

GIANLUCA GRIGNANI
Gianluca mi ha insegnato tutto, ho cambiato modo di vedere la chitarra e la musica lavorando con lui. Siamo stati insieme tanti giorni, lui ed io soli, vuoi per la registrazione del disco “Romantico Rock Show”, vuoi per le pre-prove del tour (essendo entrambi chitarristi dovevamo dialogare, musicalmente parlando). Lui è un visionario, quello che vuole fare è sempre anni avanti. All’inizio ero stranito, intendevo la chitarra in modo forse troppo tradizionale. Lui regolava i suoni ed io sul subito pensavo ‘Che brutto! Qui esplode tutto’ ma quando partiva il brano non poteva esserci un suono migliore. Parla di sensazioni, parla di suoni con i colori, non ti dice ‘Voglio quello di quella marca impostato così’ eppure trova sempre il giusto effetto. È un maestro per me, lo aveva dichiarato lui stesso: faceva con me lo stesso lavoro che aveva fatto con Stefano Brandoni, il quale è un mio mito. Sia io che Gianluca siamo mancini che suonano da destri, e su questo ha fatto delle ricerche: abbiamo le parti del cervello invertite: la parte della creatività sovrasta quella della razionalità, non so se i termini sono quelli giusti ma rende l’idea.

NOISE MAKER
“Noise Maker” è il mio soprannome, perché faccio casino. È nato ai tempi di Myspace, dove dovevi inserire una descrizione sotto la foto. Io allora ho inserito “Noise Maker” e dal 2009 mi chiamano così. Nel periodo in cui ho scritto il disco ero full. Il fatto di essere session man è come avere un numero infinito di fidanzate che ogni ora ti chiedono di fare qualcosa, cambiano idea, bisogna sempre essere al loro servizio. Ogni minuto possono chiamarti, inviarti una mail per chiederti qualcosa. Ho voluto prendermi una pausa. È iniziato tutto dopo un piacevole risveglio, poiché avevo suonato per scaldarmi di prima mattina e mi era sembrato carino quello che avevo fatto, l’ho registrato su iPhone ed ho detto ‘Potrebbe essere un brano’. Arrivo in studio e durante la pausa riprendo in mano quel lavoro. Mi viene però anche un altro riff. Ho detto ‘Oggi faccio così’: prendo il telefono e scrivo su Facebook di getto ‘Oggi inizio il mio disco che uscirà il 10 marzo’ giorno del mio compleanno, tra l’altro. Il disco l’ho scritto in 48 ore. Mancava giusto lo spillo per bucare il palloncino delle idee che avevo in testa. Ho accumulato tanti no, tanti ‘Questo è troppo’, ‘Questo è troppo poco’ e finalmente ho detto: ‘Lo faccio come ho voglia io’, l’unico paletto è che uscirà il 10 marzo. Per un mesetto ho deciso di lasciare lì il lavoro, poi l’ho inviato al bassista (Antonio Petruzzelli) e al batterista (Paolo Valli), sono arrivati tutti gli altri ospiti e mi sono chiuso in studio. Non pranzavo, non cenavo, però non mi pesava perché stavo finalmente facendo una cosa mia. Ho mandato la preview a diversi chitarristi che mi hanno detto ‘E’ splendido e non è un disco da chitarristi’. Anche i titoli non sono da guitar hero, perché non voglio entrare nell’olimpo dei chitarristi. Ne ho chiamati altri (Vince Pàstano, Riccardo Onori, Matteo Cerboncini, Nicola Costa) perché ci sono cose che io non so fare, alla fine sono anche produttore del disco. Si preoccupavano per me, mi chiamavano spesso per sapere come andasse il pezzo, se mi piaceva, se andava bene. Il bello è che oltre che colleghi siamo anche amici. È un rapporto vero e si sente. Ed ho bellissimi ricordi. In questo disco mi è tornato indietro il bene di tante persone, che ho quasi fatto fatica ad inserire tutti. È uscito il giorno del mio compleanno come se fosse un regalo per me stesso, un regalo che non mi sono mai fatto. Il mio regalo è stato chiudermi in studio e fare qualcosa di mio.

PRODUTTORE DI ME STESSO
Sono produttore di me stesso. Ho fatto il fonico, ho scritto, ho prodotto, tutto con molta ingenuità. Nel mixaggio effettuato a Cento, presso l’ “Over Studio Recording”, Angelo Paracchini ha saputo consigliare al meglio come dovevo agire ed è stato di grandissimo aiuto. Ho curato anche la copertina, le maiuscole e le minuscole. Ho fatto io la foto di copertina, mesi prima: c’erano i plettri disposti sull’amplificatore ed ho scattato. L’artwork è di Luca Goffi, con il quale ho lavorato benissimo: è preciso come me e spesso lo chiamavo alle 2:00 chiedendogli una minuscola al posto di una maiuscola e lui si metteva a lavorare subito!

I TITOLI
Sono di Ale Calza (anche co-producer della traccia 8), è un genio. Tutto è nato da lui, io avevo solo “nelle prime 4 stanze non succede nulla” che non ho scritto io. Mi è stato dato il 7 aprile 2011, a Francoforte, presso una fiera mondiale di strumenti, da questo mio amico che fa parte della liuteria cremonese, che vedo solo a Francoforte nonostante abiti a quattro porte da me, ed eravamo in giro a bere birra. Ad una certa lui mi dice ‘Nelle prime 4 stanze non succede niente, mi è venuto in mente questo titolo per te’ ma io non volevo fare un disco. Tuttavia l’ho segnato. Ho immaginato delle stanze comunicanti vuote, con la quinta chiusa. Volevo coinvolgere Ale Calza, che ha ascoltato i brani nel letto, ad occhi chiusi e intanto scriveva.  ‘Se nelle 4 stanze non succede nulla, nelle altre deve succedere qualcosa’, mi ha detto. Il “Titolo Da Trovare” è l’errore che diventa leggenda: c’era  un titolo ma mi è stato inviato un pelo in ritardo. Ho inviato tutti i documenti del caso per la stampa del disco, chiedendo semplicemente di controllare. Arriva il titolo ma mi dicono di aver già consegnato in SIAE, quindi ho detto ‘E’ destino, mettiamo qualcosa che non c’entra nulla’ ed ecco il “Titolo Da Trovare”.

LIVE
Non vedo l’ora di suonarlo live perché ho già cambiato tutto. Il disco è la registrazione che durerà per sempre di quei giorni. Ma se io sono nervoso, suonerò tutto più nervoso. E se voglio farlo durare di più, lo farò durare di più. In base a come mi sento. Infatti con Dolcenera oggi, e con Gianluca Grignani negli anni passati, mi sento a casa sotto questo aspetto.

IO
Mi faccio abbastanza i fatti miei, il più delle volte sto antipatico ma alla fine la cosa bella è che dico quello che penso, ci si può fidare. Non sto a girare intorno. Mi piace stare nelle cose ma starne anche fuori. Vorrei a volte essere più legato in fatto sentimentale ma amo stare all’esterno, guardare da fuori. L’importante per me è che tu ti possa fidare. Se sto facendo qualcosa per la terza volta, mi annoio. Cioè, sto già pensando ad altri progetti. Per contro sono anche pigro, c’è uno scontro tra queste due parti ma quando annullo la parte della pigrizia inizio e non mi fermo più. Però sono contento. Il fatto di perdere tempo molte volte significa rilassarsi, a volte non lo faccio e ci penso dopo ‘Però potevo fare quella cosa lì quella volta’. Suonare è quello che mi prende più tempo e che mi rende più felice.

LA RICERCA
È tutta una questione di ricerca. Per me è tutto un link, io parto suonando e mi viene in mente un disco, vai a scovare quale disco è, quale musicista ha suonato, quale pedale usa, com’è lo studio … Mi spinge tanto la curiosità ed ogni giorno cambio qualcosa, anche magari una piccolezza: cambio le etichette dei pedali anche se poi non cambia il risultato finale. Io non riesco a stare fermo, mi annoio.

Per acquistare “Noise Maker (nelle prime quattro stanze non succede niente):
https://itun.es/it/NXA85

IARA SAVOIA