MASSIMO COTTO – Intervista su AREA SANREMO 2021
Massimo Cotto è DJ radiofonico, autore televisivo e teatrale, giornalista professionista, scrittore (ha al suo attivo oltre 70 libri), direttore artistico di numerosi festival e rassegne, presentatore e “narrattore”.
Ciao Massimo, piacere di ritrovarsi, un altro anno come Direttore Artistico di Area Sanremo, come hai visto cambiare la manifestazione in questi anni e quali differenze ci sono con il classico Festival?
Qui arrivano giovani senza un’etichetta dietro, mentre al Festival troviamo artisti già affermati, con dietro staff, uffici stampa, label importanti, i partecipanti ad Area Sanremo vengono con i loro mezzi. Hanno la possibilità di farsi conoscere, partendo dal nulla, una sorta di remake del “sogno americano”. La base resta la voglia di raccontarsi attraverso una canzone, senza tante sovrastrutture o intermediazioni. Quello che è cambiato è il mondo intorno a loro, quando io ho iniziato con questo incarico era il 2008, il mondo della discografia era già in crisi, però era più pronto ad accogliere le nuove proposte dei ragazzi. Oggi non si ragiona nemmeno più in termini di album, ma di singolo brano, questo ha tarpato le ali alle possibilità dei giovani di crescere. Se la canzone che proponi non suscita interesse, rischi di rimanere fermo, la gente è portata a dire che ha già avuto un’occasione e l’ha sprecata. In realtà la musica non funziona in questo modo, non è sufficiente essere bravi, ma è necessario riuscire a intercettare le emozioni della gente nel modo giusto, a volte è anche una questione di tempi.
In effetti tocco tutti i giorni la realtà che ci viene proposta, cantanti e band che a fatica producono un EP, i full lenght una rarità, e spesso solo dei singoli. Anche per noi diventa difficile giudicare un artista da un singolo, direi che il mercato discografico è cambiato, ma non in meglio.
No, non in meglio, e i manager sono i primi a scoraggiarli dicendogli cose tipo: “Ma non vorrai mica pubblicare un album?”. Ma la realtà è che oggi la gente, se escludi grandi band Deep Purple, AC/DC, Pearl Jam, è difficile compri un album full lenght di un artista sconosciuto. Capita poi, per l’appunto, che magari tu ti ritrovi a dovere gestire un’intervista con uno che ha fatto solo un singolo, e risulti difficile combinare un discorso interessante se il soggetto non è dotato di un particolare carisma.
Venendo al motivo della nostra chiacchierata, Area Sanremo, magari non è scontato per tutti il percorso che porta alla partecipazione.
Si parte da un momento di democrazia assoluta, chiunque si può iscrivere e partecipare. Al contrario di altri concorsi dove si manda un brano e poi avviene una selezione, nel caso di Area Sanremo, tutti quelli che si iscrivono e hanno i requisiti richiesti, vengono ascoltati dal vivo a Sanremo. La Commissione, che quest’anno è passata da 5 a 6 membri, ne sceglie un minimo di 50. Questo gruppo passa a una seconda selezione, da cui poi escono i vincitori.
La Giuria di quest’anno vanta una composizione di prim’ordine, da Piero Pelù a Vittorio De Scalzi, Franco Zanetti, Mauro Ermanno Giovanardi, Giuseppe Vessicchio, Marta Tripodi.
Sì, io sono fuori dalla valutazione degli artisti, il ruolo di Direttore Artistico è totalmente impegnativo, ci sono sempre problemi da risolvere, in numero sicuramente superiore alle gioie (risate). I nomi che citavi sono certamente di assoluto livello, Pelù, Giovanardi, De Scalzi, Vessicchio, un giornalista al di sopra delle parti come Franco Zanetti, una giornalista attenta mondo dell’hip-hop e della trap, come Marta Tripodi. Secondo me abbiamo un gruppo al top per giudicare, abbiamo poi aggiunto, magari giocandoci un poco sopra, un “garante” come Massimiliano Longo, che finirà per diventare il terminale delle richieste dei ragazzi, che penso finirà per fare da tramite tra i partecipanti e il Direttore Artistico.
Hai avuto modo di ascoltare qualcosa delle proposte partecipanti?
No, nulla, ma posso dirti che si vede come ci siano proposte valide, il materiale sia ancora buono. Il problema è che le occasioni per farsi conoscere sono poche, e se non riesci a metterti in mostra, difficilmente otterrai un contratto discografico. Questo è il nocciolo del problema, perché la vera vittoria è riuscire a vivere di musica, e se non riesci nei passaggi di cui sopra, tutto diventa difficile.
Comunque diamo una speranza, a parte Mahmood di cui pronosticasti il successo proprio nella nostra precedente intervista, ci sono stati vari artisti che da Area Sanremo sono arrivati poi in alto.
Te ne cito alcuni, Tiziano Ferro scoperto da Mara Maionchi e Alberto Salerno, Anna Tatangelo, io personalmente ho scoperto Arisa, Simona Molinari, la stessa Noemi, che vinse Area Sanremo, ma fu poi rifiutata da Pippo Baudo al Festival. Curiosamente Baudo non la volle perché erano gli anni in cui dovevi portare un brano inedito e una cover. L’inedito era quello con cui poi si sarebbe presentata X-Factor, la cover era una versione blues di “Roma non fare la stupida stasera”. A Baudo piacque tantissimo l’inedito, ma stranamente si arrabbiò moltissimo per la cover, e la rifiutò.
Malgrado spesso Sanremo venga criticato, resta una vetrina fondamentale se uno vuole farsi conoscere.
Assolutamente vero, aggiungo che se una volta c’era una sorta di snobismo verso questa manifestazione, oggi questo atteggiamento è scomparso. Gli Afterhours sono andati a Sanremo, così come i Marlene Kuntz, i Negramaro; al contrario di una volta, oggi Sanremo è rappresentativo della musica italiana del momento.
Hai perfettamente ragione, solo pochi anni fa ipotizzare un successo di band come Lo Stato Sociale piuttosto che i Maneskin, sarebbe stato folle. Ma visto che la musica è fatta anche di mode, hai sentore di quale filone potrebbe essere quello dominante per l’edizione a venire?
Non avendo ancora ascoltato le proposte posso solo fare congetture, in generale ci sono quelli che propongono la classica canzone italiana; poi ci sono quelli che seguono la moda del momento; infine, quelli che portano qualcosa di nuovo e personale. Il problema è che le novità non sempre vengono capite da tutti i membri della Commissione, essendo una specie di animale mitologico a 6 teste, più sei originale, più rischi, perché potresti non essere capito, ma il vero artista è quello che rischia.
Ottimo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere?
Speriamo che questa edizione di Area Sanremo decreti il ritorno alla normalità, sicuramente porterà nuovamente a regalare sogni, perché ad Area Sanremo si sogna, di fare carriera, di avere successo, di arrivare su un palco importante. Vedremo cosa succederà.
MAURIZIO DONINI
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.