MASSIMO BIGI – Intervista a “IlBigi” su “Bestemmio e prego”
In occasione dell’uscita dell’album “BESTEMMIO E PREGO” ft. Enrico Ruggeri, ho intervistato MASSIMO BIGI.
Ciao Massimo, piacere di conoscerti, guardando la tua storia balza agli occhi come hai deciso “tardi” di darti alla musica da professionista, come è nata questa decisione?
La colpa, o meglio spero il merito, è da attribuire a Enrico Ruggeri. Il mio quotidiano è fatto dallo scrivere musica, oltre il mio quotidiano, che è fatto di vita e lavoro in campagna. Ma dormo poco e faccio tanto, a volte sono a lavorare tra i filari di alberi, mi viene un’idea, pianto tutto e corro a casa, schiaccio rec sul memo-voice e mi registro un appunto. Mi ritengo molto fortunato per avere questa possibilità, di cui non tutti possono godere. Tornando al discorso iniziale, con Enrico ci siamo allontanati perché la vita ci ha portato a fare scelte diverse, ma non ci siamo mai persi di vista. Lui ha continuato a fare tournée mentre io ho smesso, ma continuava a volere sentire cosa preparavo, e nei suoi passaggi tra nord e sud mi chiamava per incontrarci. Recentemente è venuto a casa mia ed è capitato che gli facessi sentire il brano uscito come singolo, lui lo ha trovato interessante e si è offerto di lavorarci sopra assieme.
Ottima riuscita questo singolo.
Sì, quando sono salito a Milano da Enrico e abbiamo iniziato a guardarci, lui mi ha chiesto se poteva cambiare qualche cosa, alla fine è venuto fuori diverso, più suo, e il giorno successivo si è offerto di produrre il mio album dandomi tutta la visibilità che il suo nome si porta dietro.
Giustamente, oggi con tutta l’offerta di musica disponibile diventa difficile mettere in evidenza un disco, per bello che sia. Nel tuo disco ho poi trovato molte particolarità, come quei bei riff di chitarra sulla titletrack, “Bestemmio e prego”.
Io compongo con la chitarra, la prima forma nasce in questa maniera, molto minimale, ma con la possibilità di calarsi al massimo nel proprio lavoro. Secondo me Enrico si era già fatta una sua idea sul sound da ottenere, alla fine il disco è nato a quattro mani, dopo il lockdown, nel mio giardino con noi due armati di chitarra e taccuino. Penso anche che si sia sentito più libero di esprimersi liberamente, quando Rouge fa un disco suo, deve comunque attenersi a quello che è il suo skill, in questo caso ha potuto lasciarsi andare e divertirsi in piena libertà. Come se si fosse trovato tra le mani un giocattolo nuovo con cui darsi da fare.
Aggiungere al fattore musicale, al sound, che le tue canzoni hanno una testualità eccellente, che esce dai soliti canoni “pane, amore e mandolino”, e rivaluta la parola in un mondo in cui è l’immagine a prevalere.
Mi fa molto piacere che tu dica questo, è un lavoro che nasce da una scrittura vera, molto sentita, non dall’esigenza di appoggiare le prime parole che ti vengono in mente e che pare stiano bene sulla musica.
Aggiungerei che alla profondità e bellezza dei testi, concorre un sound che definirei molto rock, e che mi ricorda gli inizi di Enrico.
Sì, sono d’accordo, l’idea iniziale di Enrico era proprio di unire il cantautorato alla nostra passione musicale, con le aperture alla The Who, le chitarre alla Townshend, in “Bestemmio e prego” il riff è del bassista che ce lo vedeva benissimo lì.
Il titolo è tuttaltro che banale, che significato hai voluto dare a “Bestemmio e prego”?
Rappresenta l’antitesi che sta dentro ognuno di noi, penso che ciascuno bestemmia e prega a modo suo, almeno a me capita questo, spesso neanche ce ne accorgiamo, quando ci scontriamo con le difficoltà della vita. L’imprecazione diventa una bestemmia e la speranza una preghiera, certo non era mia intenzione essere blasfemo. Ce ne è un’altra, “Dio al bar”, io non sono uno che frequenta la chiesa, mi ricordo un amico che soleva dire “Io non ho problemi con Dio, ma solo con i suoi intermediari”. Ecco, il significato di questa canzone è il rapporto con la tua coscienza, se immagini Dio come un amico devi essere sincero con te, non basta una preghiera formale. Questa visione alcolica identifica il barista come il suo Dio agli occhi dell’avventore.
Quali sono stati i tuoi primi ascolti che ti hanno indirizzato verso la musica?
Io ho un fratello maggiore di 9 anni, quindi aveva 18 anni nel 1965, e ricordo in particolare un 45 giri con Let’s spend the night together con Ruby Tuesday sul lato B. Con la passione dei Rolling Stones mi prese la passione per la chitarra, poi con il tempo sono passato all’elettrica suonando tantissimo con un gruppo che faceva cover degli Stones imparando la tecnica degli accordi aperti. Degli Stones mi piacque tantissimo l’album Some girls, nato fra punk e new wave da una parte e disco music dall’altra. Un pomeriggio andai nel mio negozio di dischi a cercarlo, e recentemente mi è capitato di tornarci e si ricordavano ancora di me che andai per un mese, tutti i giorni, a cercare questo disco.
I Rolling Stones vengono da un’epoca in cui il rock innescava grandi movimenti e cambiamento, secondo te c’è ancora questa forza?
Penso che la musica abbia un valore generazionale molto elevato, oggi quelli che fanno la trap sono convinti di portare un messaggio fondamentale, ma ognuno di noi direi che ne è convinto. A me la trap non piace, ma a volte trovi delle cose interessanti anche in questo genere.
A parte il discorso del momento che è tutto sospeso, la vostra idea è di fare un tour, portare in giro il disco?
Avevamo pensato di fare degli showcase, degli spettacoli, magari andando ad aprire qualche data di Enrico. Poi non ne abbiamo più parlato, ma non per noi, è come dicevi per questa situazione che non ci permette di programmare nulla al momento.
Sarebbe il tuo esordio sul palco dopo una carriera da tour manager?
In effetti ho già suonato dal vivo con la band con cui facevamo cover, diciamo che era più un modo per stare insieme con gli amici. Salire sul palco a un concerto con tanta gente a vedere sarebbe certamente bellissimo, appena si potrà.
MAURIZIO DONINI
Band:
Massimo Bigi ft. Enrico Ruggeri
https://www.facebook.com/massimo.bigi.58
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.