MASH – Intervista al cantautore veneto
In occasione dell’uscita del singolo “Oggi non voglio morire”, distribuito da ADA Music Italy, ho avuto il piacere di intervistare il cantautore classe ’97 Mash, nato a Cittadella (PD). Ha un cuore diviso fra De Gregori e i My Chemical Romance, per questo Antonio Marino lo definisce un “poeta moderno” capace di unire nei suoi pezzi un’attenzione alle parole, frutto dell’amore per la scuola genovese e romana, a una vocalità graffiante e perforante, figlia del britpop e dell’alternative rock con cui è cresciuto.
A maggio 2018 Mash si classifica primo nella categoria Inediti al “Concorso Nazionale Musica È”. Il 31 agosto 2018 conquista il titolo di “La Voce 2018”, con la vittoria de “La Bella e La Voce” nella sezione canto. Dall’estate 2018 interpreta in tappe internazionali il mito di David Bowie, nello spettacolo “LongLive the Queen” dei Break Free. Nel 2019 è uno dei 50 semifinalisti del Festival di Castrocaro, e vincitore di tappa ai Casting di Festival Show a Mestre (Venezia). Il suo nome è fra i venti semifinalisti del Festival New York Canta 2020 e per due anni consecutivi, 2020 e 2021, è finalista ad Area Sanremo. Nel 2022 viene selezionato tra i 150 finalisti del 1MNEXT, concorrendo per suonare sull’ambito palco del Primo Maggio 2022.
Ciao Mash, benvenuto su Tuttorock, come sta andando il tuo nuovo singolo “Oggi non voglio morire”?
Su Spotify siamo a 2500 ascoltatori mensili e quasi 7000 stream: sono davvero soddisfatto perché so che questi non sono solo numeri ma persone. Ogni giorno qualcuno nei messaggi privati di Instagram ci tiene a scrivermi e ringraziarmi per questa canzone: quando succede mi si riempie il cuore, perché vuol dire che sono riuscito ad aiutare quella persona ad attraversare un momento difficile.
Quando e com’è nato il brano?
Il pezzo è nato qualche mese fa, a novembre, in un periodo in cui non stavo particolarmente bene dopo aver ricevuto una delusione. Quel giorno però ho deciso che il dolore non avrebbe avuto la meglio, e in venti minuti ho scritto il riff e la prima versione del testo di “Oggi Non Voglio Morire”.
Parlami un po’ della collaborazione con Davide Gobello.
Davide è senz’altro fra gli incontri musicali più importanti, quelli che ti aiutano a tirare fuori la tua essenza, a esprimere ciò che sei al 100%. L’ho conosciuto un paio d’anni fa grazie al mio manager ed è con lui che ho deciso di portare avanti questo percorso, perché sin da subito mi ha capito e mi ha stupito con le sue intuizioni: ogni volta che gli invio un pezzo sono sicuro che ne tireremo fuori una mina.
Il video è un’idea tua?
Sì. Sebbene sia nato la sera stessa in modo totalmente improvvisato, avevo già in mente di girare un piano sequenza, quindi una video senza tagli: per me questo stile di riprese simboleggia la demolizione delle sovrastrutture e la scoperta della mia vera essenza.
A questo singolo ne seguiranno altri o pubblicherai un album?
Sono un autore compulsivo e “Oggi non voglio morire” non è che il primo capitolo di questa avventura appena iniziata. Il mio obiettivo è far uscire con costanza dei singoli che raccontino un pezzetto alla volta il mio mondo viola e folle: l’album sarà il naturale coronamento di questo percorso.
Mi racconti la storia del tuo nome d’arte Mash?
È legato a una persona molto importante per me: il mio bassista Jacopo Basso. Eravamo appena usciti da un negozio di strumenti musicali e gli stavo chiedendo consiglio per il mio nome d’arte: dopo avergli proposto un paio di idee che iniziavano per “ma”, a un certo punto Jacopo mi guarda e mette in fila le quattro lettere che oggi mi rappresentano. Ho deciso di accogliere il suo suggerimento e chiamarmi Mash perché in inglese “mash-up” significa fusione di elementi diversi, e io credo che nell’arte così come nella vita le cose più belle nascano dalla contaminazione e dalla rimozione delle barriere.
Quali sono gli artisti sia del passato che del presente che più ammiri?
I miei punti di riferimento sono band tipo Muse, Linkin Park, Red Hot Chili Peppers, Bring Me The Horizon, Avenged Sevenfold, ma anche cantautori come De Gregori e Niccolò Fabi; mentre il mio primo amore musicale, la colonna sonora della mia infanzia, è senza dubbio Fabri Fibra.
Sei molto giovane ma sei presente già da qualche anno nel panorama musicale italiano, quant’è difficile farsi spazio in questo paese per chi propone un tipo di musica considerato alternativo?
Grazie alle possibilità che i social offrono, oggi c’è spazio anche per la musica più stramba che ci possa venire in mente. Per questo sono super positivo al riguardo: nonostante le difficoltà di promuovere un nuovo progetto artistico, sono convinto che ci siano tante persone là fuori che hanno bisogno di musica come la mia, che le faccia sentire meno sole e che dia loro una speranza: sono le stesse persone che ogni giorno mi scrivono e che spero di tenere per mano, attraverso la musica, per molto tempo ancora.
Qual è il tuo sogno musicale più grande?
Creare una grande community di cuori fragili, di persone che si riconoscono in ciò che canto. Ma soprattutto poterle vedere in lacrime (di gioia spero) e abbracciare ai concerti.
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di concludere quest’intervista come vuoi.
Concluderò con il mantra della mAsH sQuAd, un’espressione che ormai compare tipo ogni giorno nelle mie storie Instagram: miAo cUcc•?•
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.