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MARIO RISO – Intervista a SuperMario sul nuovo album solista “Passaporto” …

MARIO RISO – Intervista a SuperMario sul nuovo album solista “Passaporto” …

Credo di essere abbastanza emozionata per questa intervista, Mario Riso è un’artista a 360 gradi: batterista, creatore del progetto musicale Rezophonic, ideatore del canale Rock Tv e di altri progetti, il 20 ottobre ha pubblicato il suo primo album da solista Passaporto. Un lavoro di 18 tracce in cui ha condiviso le sue emozioni in musica con il meglio del panorama musicale italiano, avvalendosi di ottimi musicisti e di amici come Danti, Rise, Cristina Scabbia, Tullio De Piscopo, Giuliano Sangiorgi, Movida, Caparezza, che hanno dato il loro contributo a questo lavoro.

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Ciao Mario! Benvenuto su TuttoRock! Ti sei fatto un bel regalo di compleanno! Complimenti! Quindi l’undici ottobre hai festeggiato i tuoi 50 anni e il venti è stato pubblicato Passaporto. Come ti senti?
Mi sento come qualcuno che ha sognato una vita meravigliosa e si ritrova a viverne una reale … Ancora più bella. Amo la batteria, amo la musica, amo suonare ma non ho mai cercato il consenso del pubblico. C’è chi fa dischi e compone pensando o cercando il modo di pagarsi le bollette e poi chi vive l’arte come una forma di espressione. Ho realizzato questo disco preoccupandomi esclusivamente di realizzare un documento di identità che mi rappresenti e che in alcuni casi svelasse aspetti della mia personalità musicale, mai condivisi prima. Avere fatto 18 tracce completamente diverse tra loro per genere e linguaggio ed essere riuscito a farlo a 50 anni … Mi rende davvero felice ed orgoglioso. Spero di essere da stimolo per chi pensa che sia troppo tardi …
 
Album con 18 tracce, tanta roba! Sembrerebbero tante tappe della tua vita, tanti viaggi. Quando hai realizzato di essere pronto per un viaggio così?
Il passaporto è un documento di viaggio e di riconoscimento sul quale vengono riportati i tuoi dati ed i timbri delle nazioni visitate … il mio è un passaporto temporale. Ho voluto raccontare il mio viaggio partendo dal 1983 (anno in cui ho cominciato la mia avventura musicale) per finire al 2017 (anno in cui ho cantato per la prima volta su una registrazione ufficiale). Il mio è un disco fatto di canzoni “senza tempo”, che sembra un po’ il colmo di un batterista. In Passaporto suonano ottimi musicisti e vi sono collaborazioni eccellenti, dalle foto viste sembra si sia creato un clima giocoso e gioioso.
 
Ti sei divertito? Queste collaborazioni come sono nate?
Intanto voglio ringraziare Giuseppe Fiori (bassista) e Simone Fiorletta (chitarrista) per avere reso possibile la registrazione del mio primo lavoro e Oliviero “Olly” Riva per averlo prodotto magistralmente.
Per il resto, ho avuto il piacere e la possibilità di incontrare, conoscere e lavorare con gran parte della scena musicale italiana dal 1985 ad oggi. La batteria è da sempre uno strumento complementare che necessita di altri strumenti per completarsi. Gli amici e soprattutto i musicisti sono da sempre stati fondamentali per la realizzazione delle mie idee, canzoni e progetti. Da sempre sono circondato da grandissimi musicisti che ho imparato a stimare ed a vivere come amici. L’amicizia e la stima sono infatti alla base di tutte le mie collaborazioni.
 
Nel singolo Il temporale canti per la prima volta. Che emozione hai provato?
La musica ed il canto sono discipline e come tali meritano rispetto profondo. Faccio ancora fatica ad utilizzare il verbo cantare quando si parla della mia canzone. La verità è che una volta non avrei neanche potuto pensare di utilizzare la mia voce su di un brano…. Ma oggi con l’avvento del rap e dell’hip hop si è abbassato talmente tanto il livello di chi “canta” che allora lo posso fare anche io.
 
Presentando Passaporto sul palco del Legend di Milano hai, diciamo, inaugurato il live dell’album. Ti vedremo ora in giro per l’Italia a presentarlo?
Sicuramente. Per un musicista l’habitat naturale è proprio il palco …. ed è proprio li che viene fuori l’aspetto reale del tuo essere artista. La musica ed il palco non fanno sconti…. le produzioni si. Ci vediamo in giro per l’Italia.
 
Mi ha colpito Epic Intro, è grande l’amore per la tua squadra! Come nasce questa traccia? Quest’anno state facendo bene in campionato e te lo sta dicendo una juventina…
Epic Intro è solo la seconda composizione dedicata alla mia passione. Ho composto un inno fantastico che non ho ancora pubblicato e che racconta, anche grazie al testo, la mia infinita passione nei confronti dell’Inter. Diciamo che spesso sono un visionario,che amo immaginare le cose e che provo a renderle vive utilizzando la musica per raccontarle. Ho davvero pensato a Roma al tempo dei gladiatori, al Colosseo, alle battaglie epiche ed ho utilizzato quell’enfasi trasformandola in musica,immedesimandomi nei miei campioni di oggi che scendono in campo dando tutto …. Per vincere.
 
Mario, io ti ringrazio per questa chiacchierata, ti auguro buona musica e buon viaggio col tuo Passaporto.
Ed io giuro che farò il mio meglio per continuare a viaggiare continuando ad amare la musica e la vita.
Grazie a te Monica per aver raccontato un frammento di me e della mia storia.
 
MONICA ATZEI
 
 
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