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MANUPUMA – Intervista alla cantautrice milanese

MANUPUMA – Intervista alla cantautrice milanese

In occasione dell’uscita del nuovo album “Cuore Leggero”, ho avuto il piacere di intervistare Manupuma, nome d’arte di Emanuela Bosone, cantautrice e attrice teatrale, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Ciao e benvenuta su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo album, “Cuore Leggero”, che riscontri stai avendo?

Ciao, e grazie per questa intervista e per le bellissime parole che hai scelto per descrivere il mio album.

Questo mio secondo album era pronto, chiuso e finito nel 2019, infatti a novembre di quell’anno era uscito il primo singolo “Petra” con relativo video, che avrebbe dovuto fare da apripista all’album. Ricordo ancora come fosse ieri che a febbraio Taketo (il mio produttore) mi invitò a cantare assieme ad a altri artisti per l’inaugurazione apertura della casa degli artisti a Milano, qualche giorno dopo eravamo tutti chiusi in casa senza capire bene il perché. I riscontri sul mio primo singolo sono stati molto positivi, ma a quel punto mi sono fermata, la pandemia mi ha turbata molto e ho anche sofferto parecchio perché ho perso persone di famiglia e amici cari, quando sei in una confusione cosi dolorosa riesci a fare ben poco, mi sono chiusa nel silenzio, e non so come mai non ho fatto uscire l’album, sentivo in qualche modo di proteggere anche lui dalla pandemia, ho fatto però uscire delle cover in inglese con Irma Records,  Arisa ha cantato “Nucleare” per una associazione benefica i cui i proventi sarebbero serviti  per aiutare il reparto maternità dell’ospedale Mangiagalli di Milano, per proteggere le mamme in dolce attesa da Covid. È stata per me fonte di soddisfazione e un onore sentire la bellissima voce di Arisa cantare le mie parole, ma il dolore che mi portavo dentro per la perdita di persone care ci ha messo parecchio tempo ad andarsene, il mio cuore non era leggero, era in frantumi.

Come mai hai scelto questo titolo?

La scelta del titolo dell’album c’era già prima del Covid, “Cuore Leggero” è parte del testo del brano “Foresta Verde”, cuore leggero perché questo secondo album è stato autoprodotto e ho potuto lavorare artisticamente con la massima autonomia sia vocale che musicale.

Ho apprezzato moltissimo il disco dal primo all’ultimo secondo e alla fine di ogni ascolto ho avuto l’impressione di trovarmi davanti ad un piccolo capolavoro di arte musicale e allo stesso tempo visiva. Più nel dettaglio, ogni brano mi ha fatto immaginare un cortometraggio, hai avuto la stessa impressione riascoltandoti?

Ti ringrazio tantissimo per le parole che hai usato per descrivere il mio album, e mi commuove il fatto che ti sia arrivato al cuore, davvero grazie; sì, questo album è come se fosse un libro, con tante storie diverse dentro oppure, come hai scritto tu, tanti piccoli cortometraggi, volevo creare un album così, che non dovesse seguire mode, classifiche, che non dovesse seguire per forza uno stile musicale dall’inizio alla fine. Insieme a Taketo ci siamo assolutamente  sentiti liberi di creare un album, una casa con diverse stanze all’interno, quelle del mio immaginario, e del mio modo di usare la voce, ci sono brani piano e voce, spogli, scarni, perchè questa è una parte di me, ma di me fa parte anche la Samba, quanto canto “Petra”, brano dedicato ad una grande amica di San Paolo, il jazz, la musica balcanica, lo ska e tutti questi generi li abbiamo usati per raccontare delle piccole storie nel tempo di pochi minuti, il tempo di una canzone.

Taketo Ghoara, che influenze ha avuto su questo album e sulla tua carriera?

L’incontro con Taketo è stato fondamentale, lui, dopo aver ascoltato i miei provini, si è emozionato e mi ha proposto subito di fare un album. Ha costruito un lavoro sartoriale sulla mia voce, e sui mondi che ogni brano vuole comunicare, l’effetto che ha fatto sulla mia vita è stato quello di farmi crescere come artista e come essere umano, la costruzione dei brani con i musicisti, stare in studio a confrontarsi, provare, condividere, insicurezze, gioia, ansie, tutto questo mi ha dato tantissimo, al di là della mia carriera è stato un evolvere, un passaggio che volevo fare per trovare una nuova direzione espressiva.

Cosa ti porti dentro della collaborazione con Pacifico?

Con Pacifico mi sono trovata molto bene, oltre che essere uno straordinario autore e artista è anche una bellissima persona, e sono rimasta molto colpita dall’invito ricevuto per cantare nel suo album di duetti, e poi avere l’onore della sua penna nel brano “Perdersi Perdersi” uscito nel primo album, il pezzo lo abbiamo scritto assieme e mi ha insegnato parecchio.

Quando e come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Mentre frequentavo l’Accademia di Brera a Milano ho iniziato il mio percorso teatrale con una compagnia milanese, “Animanera”, da qui non ho mai smesso di approfondire, ho studiato con molti registi e grazie a loro ho capito che il mio strumento più di quello attoriale era la voce. Ho avuto la fortuna poi di seguire e studiare per diversi anni con una regista argentina che ha vissuto tanti anni in Italia, Naira Gonzalez, devo molto a lei, perché mi ha formata vocalmente, mi ha aiutata a trovare la mia voce, una volta finiti questi studi, sapevo che volevo usare il mio strumento, scrivevo molto, ma non pensavo di poter diventare un’autrice. Per mantenermi ho lavorato diversi anni componendo e cantando jingle pubblicitari, sono stati anni che mi sono serviti per imparare il lavoro di studio, come cantare attraverso un microfono… l’incontro con Michele  Ranauro, pianista e compositore che è stato compagno di vita e di musica è stato fondamentale, con lui sono riuscita a trasformare in canzoni quaderni e quaderni pieni di poesie che avevo scritto e continuavo a scrivere, fare Musicultura ha segnato un momento importante per me, poi è arrivata Universal, e così senza che io lo cercassi ossessivamente e arrivato tutto in modo naturale.

Hai qualche spettacolo estivo previsto e, se sì, con quale formazione ti presenterai sul palco?

Per questa estate non ho in programma nulla da vivo, userò questo periodo per dedicarmi alla costruzione di un live che possa coinvolgere il pubblico e portare in giro questo secondo album.

Come mi dicevi prima, la pandemia ha influito molto sui tempi di uscita di questo disco, puoi promettere al sottoscritto e a tutti coloro che amano la tua musica che, per il tuo prossimo album, non dovremo aspettare dieci anni?

Ti prometto che non passeranno altri dieci anni, anzi ho già pronte delle idee per un album completamente diverso da questo 🙂 Sono del segno dei pesci ascendente Toro, e il mio soprannome da ragazzina era “tornado d’amore senza pietà”. La mia vita è sempre un gran casino, piena di passioni e intensità, ma ora ho il cuore leggero, pronta e impavida per nuove avventure e evoluzioni.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferisci.

Se vi va andate ascoltare i miei brani e fatemi sapere cosa ne pensate.

MARCO PRITONI