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LUCIO LEONI – Intervista al cantautore sul nuovo album “Lorem Ipsum”

LUCIO LEONI – Intervista al cantautore sul nuovo album “Lorem Ipsum”

Ancora impegni e soddisfazioni per Lucio Leoni, il cantautore romano che nel 2011 con il nome di Bucho aveva pubblicato la musicassetta “Baracca e Burattini” e ora è pienamente coinvolto dagli sviluppi del suo primo disco “Lorem Ipsum”. Tre le canzoni già estratte e pubblicate in versione video. L’ironica e esuberante “A me mi”, la riflessiva “Domenica” e la poetica e scioccante “Luna”. L’album, uscito nel novembre del 2015, contiene nove  tracce in cui si spazia dal rock alla canzone popolare, dal rap al teatro canzone. Linguaggi diversi per costruire uno stile eterogeneo, utile ad esprimere le difficoltà e le incertezze dell’uomo moderno. Uno stile che si completa con la voce trascinante di Lucio e il ripetuto ricorso al suo dialetto. Registrato in un’unica sessione live, il disco trasmette la forza delle canzoni non ritoccate e nate da poco. Ma soprattutto quella delle canzoni in cui c’è molto da comunicare e le regole non sono limiti da non superare. Con questo atteggiamento Lucio Leoni in “Lorem Ipsum” raccontando di sé ci fa conoscere la sua famiglia, la sua città e perfino meglio noi stessi. 

Sei un musicista non etichettabile. Un poeta singolare, anche nel subire il fascino della luna senza farsi particolarmente incantare né ingannare. Stai sempre coi piedi per terra… su questa terra?
Sono il frutto di mia mamma e mio papà che mi hanno insegnato a concentrarmi sulle cose concrete, sulla realtà che possiamo vivere e provare a modificare se non quadra, ma sempre di realtà si parla. Provo a stare con i piedi per terra, e si, su questa che è l’unica che abbiamo. Passi piccoli e sogni grandi!
 
Da stili diversi non sempre amalgamati tra loro fai nascere contrasti che scuotono. Sono il riflesso di una personalità particolarmente complessa, non solo artisticamente?
Non saprei dirti, non credo di essere troppo complicato, mi piace immaginarmi molto semplice, lineare, ma anche pensarmi così potrebbe essere un trucco. Intanto due anni fa sono entrato in analisi, sperando di trovare risposte anche a questo quesito.
 
Il disarmonico equilibrio di Lucio Leoni è pronto a lasciare il posto a una forma di stabilità più tipica?
Se parliamo di musica è possibile. Sto lavorando a molti materiali nuovi, siamo nella fase embrionale ma uno dei tanti percorsi che mi vengono in mente porta proprio ad una stabilità “s/f-onica”. Mi piacerebbe trovare una natura comune alla produzione, un’idea sonora che diventi riconoscibile e definibile.
 
Nelle tue canzoni, alle difficoltà del presente affianchi la semplicità del passato vissuto o raccontato da altri. Quanti e quali spazi concedi invece al futuro?
In “a me mi” per esempio ho provato a raccontare anche un pezzetto di futuro. La generazione successiva alla mia etc etc. Il futuro è una somma di passato e presente possibilmente migliorato, ma di base sono convinto che la storia sia ciclica, per cui il futuro in un modo o nell’altro già lo conosciamo, c’è da analizzare bene passato e presente per intravederne le trame, ma ad oggi mi interessa di meno. Forse ne ho semplicemente paura.
 
La ripetuta alternanz”a di canto e recitazione potrebbe precedere un progetto propriamente teatrale?
Ci ho pensato, ci sto pensando. Dal teatro però sono scappato a gambe levate in preda a terribili attacchi di panico, non so se riuscirei a risalire su “quel palcoscenico” molto differente da quello musicale.
 
Tutte le strade portano a Roma. Hai intrapreso una strada, in direzione opposta, che dalla tua città porta verso altri territori?
Sto scoprendo con meraviglia che riesco a raccontare di Roma anche fuori da Roma: ho suonato nel profondo nord e nel profondo sud e ho trovato orecchie interessate al romanesco e alle storie di Roma nonostante le difficoltà di comprensione di linguaggi e dialetti molto differenti. Credo profondamente nella musicalità del testo, indipendentemente dalla sua piena comprensione; penso al grammelot, alle lingue “inventate” come quella di Testori, a infiniti esempi di riformattazione della lingua presenti nel rap e nell’hip-hop dagli anni 70 ad oggi, punto a quei territori li, magari una lingua me la invento.
 
Con la pubblicazione di “Lorem ipsum” hai raggiunto obiettivi anche importanti. Quali sono quelli mancati, almeno finora?
I soldi.
I danari.
Gli sghei.
Distruggere i camerini.
Devastare le stanze d’albergo.
Le groupies.
Altre groupies.
I groupies.
Altri groupies.
Lo scudetto.
Scherzi a parte, per come la vedo io ho raggiunto fin troppo, posso anche smettere qui. Sono completamente gratificato e pieno.
p.s. Domande meravigliose, grazie mille.
 
MASSIMO PIGNATELLO


https://www.facebook.com/baraccaeburattini