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LUCA CAROCCI – Il cantautore presenta “Serenata per chi è nervoso”

LUCA CAROCCI – Il cantautore presenta “Serenata per chi è nervoso”

In occasione dell’uscita del suo nuovo disco “Serenata per chi è nervoso” (etichetta FioriRari), ho avuto il piacere di intervistare il cantautore romano Luca Carocci.  

Luca fin da giovanissimo suona la chitarra, canta e scrive. A 21 anni parte per lo Sri Lanka e da allora trascorre sedici anni viaggiando per il mondo. Approda a Miami, attraversa il Brasile, si catapulta in Grecia. Poi di nuovo al di là dell’Atlantico, in Messico. Dopo tanto viaggiare sente la necessità di fermarsi e torna a casa, in Italia, per riordinare tutte le storie vissute e raccolte.

Pubblica nel 2014 il suo esordio cantautoriale dal titolo “Giovani Eroi” per l’etichetta FioriRari, una raccolta di canzoni scritte da Luca Carocci in quindici anni di viaggi attorno al mondo realizzata con la produzione artistica di Gnut e la collaborazione di Roberto Angelini e Daniele “Mr. Coffee” Rossi.

Come chitarrista ha suonato live con Gnut, Margherita Vicario, The Niro, Operja Criminale, Enrico Pezza, Los Santos (Canarie), Camilla Buch (Argentina) ed Elisa Benetti (Amarena).

Nel 2016 esce per FioriRari, con la produzione esecutiva di Pietro Sermonti e artistica di Filippo Gatti, il suo secondo album, “Missili e Somari”. Nelle registrazioni Luca Carocci coinvolge altri artisti: Margherita Vicario, Francesco Forni, Roberto “Bob” Angelini, Bianco, e i due musicisti d’eccezione, Fabio Marchiori e Fabio Rondanini.

Con il suo brano “Le rose e i limoni” partecipa come finalista a Musicultura 2016 ed è presente nel disco “Cantautori per Amatrice”, finalista al Premio Tenco 2018 nella categoria Album collettivo a progetto.

Con Francesco Forni conduce il format “Zelo in condotta”, arrivato alla sua terza edizione: in ogni puntata un diverso ospite musicale per un concerto a sei mani. Come autore collabora con Alex Britti e come produttore oltre alle collaborazioni con Marco Fabi presso lo Studio Verde, sta attualmente producendo alcuni brani del nuovo disco di Gabriele Amalfitano (Joe Victor).

Compone le musiche originali per il film, “Va Bene Così” (2021) opera prima del regista Francesco Marioni.

Ciao Luca, benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo album, “Serenata per chi è nervoso”, uscito circa un mese fa, che riscontri stai avendo?

Ciao Marco! Mi sembra che il disco stia piacendo. Sia dalle recensioni che da quello che mi scrivono gli ascoltatori i feedback sono buoni.

8 brani scritti quando?

Il primo brano, “Tu mi ricordi l’estate”, l’ho scritto nell’estate del 2016, l’ultimo, “Serenata per chi è nervoso”, ha sostituito un altro brano che doveva andare sul disco e l’ho registrato durante il mix pochi mesi fa.

Come nasce di solito un tuo brano, da una parola, da un tema, da un giro di accordi di chitarra?

In realtà parto dal concetto del disco e, per tutto il periodo della gestazione, rimango fermo a guardare quel concetto e lo racconto in varie sfaccettature e in modi diversi. Musica e parole nascono insieme perché le canzoni, quando le scrivo, le ho in testa già da un po’ e difficilmente separo le due cose.

Ho apprezzato molto tutto il disco ma c’è un brano che mi ha colpito in maniera particolare, “L’insuccesso mi ha dato alla testa”. Un brano che ognuno può fare suo, un inno alla felicità da raggiungere sempre rimanendo sé stessi, sei d’accordo con me?

Sono d’accordo soprattutto sul fatto che ognuno possa fare suo il brano, un po’ come tutte le altre canzoni. Il mio è un disco di domande piuttosto che di risposte ed ognuno può avere varie letture di questi testi.

Parlami un po’ del video di “Ogni volta che dormo da sveglio”, dov’è stato girato e di chi è stata l’idea?

Il video è stato girato a San Felice Circeo, l’idea è stata del regista Francesco Marioni, me ne ha parlato subito e mi ha trovato d’accordo sul voler cambiare il piano visivo per dare prospettive diverse, come se ci fosse un’altra dimensione, anche di quelle azioni che facciamo in maniera naturale tutti i giorni,.

Nell’album ti sei avvalso di alcuni musicisti, tra cui Roberto Angelini, quando e com’è nata la vostra collaborazione?

Ci siamo conosciuti nel 2012/2013, è nato tutto fondamentalmente perché abbiamo gli stessi gusti musicali, un modo di suonare abbastanza simile e caratterialmente siamo molto compatibili. Roberto è uno dei miei più cari amici.

Roberto è un altro che fa parte della scena cantautorale romana che non smette di sfornare artisti di valore. Ho intervistato lui, Pier Cortese, Mirkoeilcane, un altro giramondo come Gimbo, Avincola, Neo Garfan. È il fatto di vivere in una stupenda città come Roma che vi spinge a raccontare tutte queste storie?

Di tutti questi che hai citato conosco benissimo Pier, è un altro mio caro amico e ho scritto anche un brano con lui in questo disco. Ci tengo a dire però che io sono di Artena, un paese vicino Roma, ed i miei brani sono più ispirati dall’ambiente paesano. Nel paese c’è molta più possibilità di andare a fondo con molte più tipologie di persone, Roma, invece, essendo una grande città, ti porta a mischiarti con persone più simili tra loro ed ogni quartiere ha la sua tipologia di personaggi con i quali c’è un contatto un po’ diverso. Nel paese tutti sanno chi sei, ci sono poche scuole, pochi bar, sei un po’ costretto a frequentare tutti ed entri nel tessuto sociale in maniera più semplice, ci caschi quasi per osmosi.

Tu che hai vissuto 16 anni in giro per il mondo, è davvero così brutto vivere in Italia come dicono tanti, forse troppi?

Lamentarsi di base purtroppo serve a poco, noi facciamo parte del luogo in cui viviamo, vivere in una casa che non ti piace è una colpa tua, non sto parlando di fasto e di sfarzo ma intendo tutto quello che ci circonda e che dipende anche da noi. Possiamo essere in grado di cambiare quello che non ci piace, io ho vissuto in posti molto poveri in cui il gioco del denaro e della ricchezza non esiste ed una cosa è prettamente occidentale. Tante persone che ho conosciuto in quei luoghi sono felici senza avere un riferimento di felicità, noi occidentali pensiamo forse troppo e ragioniamo troppo poco sulla fortuna di essere in vita che mi sembra sia già una bella cosa.

Dei luoghi in cui hai vissuto ce n’è uno in particolare in cui consiglieresti di vivere per un po’?

Ho viaggiato molto e ho ricordi abbastanza vaghi. Sono stato lontano per molti anni, se fai una vacanza di una settimana hai più aneddoti da raccontare di uno che sta 4 anni in un posto, quella diventa vita. Quando vivevo in Sri Lanka avevo sempre il mappamondo vicino per capire che ero così lontano dall’Italia, quella là era diventata la mia casa in quel momento. Viaggiare credo che faccia bene, noi italiani facciamo troppe vacanze e pochi viaggi, viaggiare da soli aiuta a staccarti da un luogo dove tutti sanno chi sei e in giro puoi trovare un te stesso diverso, puoi essere chi ti pare perché nessuno ti conosce. Non è la distanza che conta, basta anche staccarsi di 20 km, purtroppo le nostre famiglie ci appiccicano un carattere e noi rimaniamo cristallizzati su quell’idea che avevamo quando eravamo ragazzini, andare via ti porta a distruggere quell’idea.

Chi è Luca Carocci al di fuori della musica?

In realtà passo poco tempo a suonare, mi piace lavorare il legno ed un’altra mia grande passione è il mare. Ho tanto tempo a disposizione e mi piace molto fare lavori manuali, costruire cose che rimangono.

Hai composto le musiche originali per il film “Va Bene Così” (2021), opera prima del regista Francesco Marioni di cui mi hai parlato prima, ti è piaciuta questa esperienza cinematografica?

È stata un’esperienza molto interessante, io sono un polistrumentista e produttore, avere la possibilità di legare la musica a delle immagini mi ha dato la possibilità di passare del tempo con tanti strumenti. Praticamente ho suonato tutto io a parte qualche incursione di Roberto Angelini. È stato bello avere questa libertà, la musica può essere evocativa di emozioni e ti aiuta a leggere delle cose. Ad esempio, in un film horror, se tu togliessi la musica avresti delle scene che non farebbero nemmeno più paura. Non bisogna però esagerare, ad esempio io e Francesco avevamo stabilito molta più musica di quella che c’è nel prodotto finale ma ho voluto togliere minuti perché, secondo me, in alcuni momenti i dialoghi andavano lasciati scoperti ed era preferibile il silenzio.

Hai qualche live in programma?

Ho una data in programma, il 2 dicembre al Circolo Angelo Mai a Roma, sarà una vera e propria presentazione del disco.

Con che formazione ti presenterai?

Solitamente mi presento in trio e quartetto con al basso Matteo Pezzonet, poi Ramon Caravaglio alle percussioni ed Elisa Benetti ai cori e alla chitarra classica. Elisa è una giovane cantautrice che ha collaborato alla realizzazione del disco. Alla festa di presentazione saremo in 7 o 8, ci sarà anche Roberto Angelini.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere quest’intervista?

Ringrazio te Marco, mi sembra che abbiamo toccato tutti i punti, ciao!

MARCO PRITONI