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LONERIVER – Intervista ad Alessio Lonati che parla del suo progetto solista

LONERIVER – Intervista ad Alessio Lonati che parla del suo progetto solista

In occasione dell’uscita di “The End / Without You”, nuovo doppio singolo del suo progetto solista Loneriver, ho avuto il piacere di intervistare Alessio Lonati, produttore, compositore e cantante presente sui palchi di tutta italia dai primi anni ’10 (Jennifer Gentle, Yonic South, Le Case Del Futuro).

Ciao Alessio e benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questi tuoi nuovi singoli, “The End” e “Without”, due bellissimi brani nati quando e come?

I due brani sono nati in modi diversi: “The End” è il più recente che ho scritto, poco prima di entrare in studio a registrare, ed è nato già con questo testo e un significato preciso. La struttura e lo scheletro, scritto alla chitarra, sono stati poi arricchiti dall’arrangiamento. “Without You” ha avuto molte vite, ed è stato scritto e registrato più volte. Per me era importante dire quelle cose e raccontare un percorso emotivo complesso in modo semplice e diretto, ma senza renderlo banale. L’aiuto di Marco Fasolo è stato prezioso in questo senso.

Oltre alla distribuzione digitale, il doppio singolo è disponibile anche in vinile 7 pollici, come mai questa scelta?

In passato ho pubblicato dei singoli con un unico brano, disponibili solo in versione digitale. Ma, anche se questo è un passaggio fondamentale e utile, mi sembrava che mancasse qualcosa, che ci fosse uno spazietto da riempire con qualcosa di bello. Così, per questo nuovo doppio singolo, ho voluto che ci fosse non solo qualcosa da ascoltare, ma anche da toccare e da vedere. Ha forse un sapore un po’ nostalgico, ma il fatto che ci sia un vinile rende questo singolo un oggetto e un’opera completa, che si basta.

Puoi presentarci il produttore e gli altri musicisti coinvolti?

Il produttore del disco è Marco Fasolo, produttore e bassista degli I Hate My Village e fondatore dei Jennifer Gentle, gruppo nel quale suono il basso. Carlo Poddighe e Kevin Magliolo, anche loro dei Jennifer Gentle, sono membri importanti di questa produzione. In questo doppio singolo io, Carlo e Kevin ci siamo occupati della parte strumentale e Jury Magliolo si è aggiunto per la parte dei cori.

Questo progetto proseguirà con altri singoli o hai in mente l’uscita di un disco?

Il lavoro che è stato fatto in studio è grande, e ci sono pezzi pronti che mi piacerebbe fare sentire. Sto decidendo come e con quali tempistiche.

Visto che provieni da varie esperienze all’interno di alcune band, quali sono i pro e i contro di una produzione solista?

Sicuramente è bello poter decidere da solo la direzione – e i cambi di direzione – che vuoi dare al progetto, senza scontentare o frustrare nessuno. Allo stesso tempo, stare in una band ti permette di essere più concentrato, di non perderti nel progetto e ovviamente di confrontarti con più punti di vista, trovando le soluzioni migliori insieme. Quando sei solo a decidere, paghi quella libertà con i dubbi sul risultato che otterrai e per questo devi essere ancora più convinto delle soluzioni che scegli, perché la responsabilità è solo tua.

Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Da bambino, quando le mie sorelle più grandi ascoltavano i loro dischi e mi hanno insegnato a mettermeli da solo. La svolta è stata quando ho trovato il walkman di mio fratello, e tutti gli strumenti utili per farmi le cassette da solo.

Ho iniziato a suonare a 15 anni, con la chitarra classica che mio fratello non aveva mai usato. Un amico aveva iniziato a suonare e grazie a lui mi è venuta voglia di imparare. Una volta che con la chitarra me la cavavo, mi sono messo a studiare anche il piano.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Per questo progetto David Bowie è sicuramente stato un riferimento importante, con Elton John e i Beach Boys. Naturalmente l’idea era comunque di fare qualcosa di contemporaneo. Lana del Rey è stato un ascolto interessante per questo, con i suoi riferimenti Sixties.

Hai già in mente a come presenterai dal vivo il progetto Loneriver?

Sì. Finora ho presentato il progetto in versione acustica. Nei prossimi mesi però suoneremo con la band al completo e in versione elettrica. Kevin Magliolo al basso, Michele Gatti (The Clegg) alla batteria, Simone Ferrari (Jules not Jude, Tin Woodman) alle tastiere e io alla chitarra.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di chiudere come vuoi questa intervista.

Grazie mille a voi per questa intervista. Spero che questi brani possano essere, almeno per qualcuno, una cassa di risonanza per quelle cose che a volte si fanno fatica a dire e a dirsi. Ci vediamo presto ai concerti.

MARCO PRITONI