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LEVARA – Intervista al cantante Jules Galli

LEVARA – Intervista al cantante Jules Galli

Tramite Zoom ho avuto l’occasione di parlare con Jules Galli, cantante dei Levara, una nuova band che vede in formazione l’ex batterista dei One Direction Josh Devine e con il chitarrista Trev Lukather, figlio di Steve Lukather dei Toto. Ne ho già parlato recensendo il loro primo album “Levara” (leggi qui la recensione), ma pare che già ci sia uno sfaldamento nella band, Trev Lukather è stato allontanato dalla band e quindi non si sa come sarà il futuro della band. Di seguito l’intervista quando ancora Trev era in formazione.

Ciao benvenuto su Tuttorock. Una nuova band i Levara, ha chi è venuta l’idea?
Ciao (in italiano, nda), grazie a te e a Tuttorock. Va bene (in italiano, nda)!!

Ahahah!! Parli italiano quindi!
Noooo!! Solo qualche parola… grazie, va bene…

Mmmm, c’è da lavorarci su allora! Come nascono i Levara?
I Levara nascono 3 anni fa a Los Angeles, io Trev (Lukather, nda) e Josh (Devine, nda), avevamo in testa di formare una band, avevamo qualche riff heavy in mente e li abbiamo sviluppati. E’ nato inizialmente un brano e poi a seguire gli altri che vanno a completare il nostro esordio discografico. Abbiamo suonato molto dal vivo sia negli States che in Europa, eravamo i guests dei Toto e dei Foreigner. Ci siamo fatti conoscere ed abbiamo girato il nostro primo video del brano “Automatic”, a cui sono molto legato ed entusiasta.

Esordite con un primo album in un periodo molto difficile, avete avuto pressioni e con quale criterio avete delineato il vostro sound?
Pressioni non direi!! Certo la nostra label ci ha guidati per far si che tutto andasse per il meglio, ma li chiamerei consigli. Qualche pressione forse durante il tour dei Toto, ma perché avevamo ancora poca esperienza. Abbiamo dovuto prendere confidenza con la vita on the road e con quella negli studi di registrazione e penso che abbiamo scritto ottimi brani. Per quanto riguarda il sound sicuramente deriva dai nostri gusti musicali che vanno dal rock e passano per l’hard rock e l’heavy metal ma anche con una vena pop. Trev è un chitarrista molto energico, Josh han un drumming anche molto heavy e il mio stile vocale passa anche per il soul e il R’n’B. Tutto questo è andato nei nostri brani e nel nostro sound.

Io ci sento anche molto hard rock e heavy metal degli anni 80 anche se con una vena più commerciale e radiofonica, anche AOR, Van Halen, Journey, Toto!!
Si, sicuramente ci sono anche questi stili nel nostro DNA, specialmente i Van Halen che amiamo molto tutti e tre.

Quale è il significato dei testi?
In generale i testi hanno vari significati, parlano di noi, della nostra vita, del mondo di oggi, non è un vero concept però i brani potrebbero essere legati l’un l’altro e le melodie hanno attinenze con i testi, un po’ come facevano i Pink Floyd, adattavano le melodie ai testi e penso che anche nei nostri brani c’è questo collegamento. Prendendo brano per brano ci sono vari significati, l’uomo, canzoni d’amore e più impegnate che potrebbero costruire una storia.

Come nasce un brano dei Levara, da un riff, da una linea melodica?
Alcuni brani nascono da un riff di chitarra, da un’idea creata dalla chitarra, altri da un concept, dalla storia del brano e ci costruiamo sopra la musica, dipende dalla situazione e dal momento. Può nascere anche da idee di ognuno di noi da Trev, oppure da Josh, o anche da una mia melodia vocale. Qualche brano è nato anche da una stria che volevamo raccontare e poi automaticamente sono arrivate le idee per la musica.

Trev Lukather è il figlio di Steve Lukahter dei Toto, Josh Devine era il batterista dei One Direction, da boy band a drummer hard rock, un cambiamento totale, mentre per te è la prima esperienza come cantante di una band?
Si, per me è la prima esperienza sia come cantante che come musicista con un label alle spalle, ma non sono affatto intimidito da questo, per me è un’esperienza meravigliosa ed incredibile e già mi sento a mio agio sotto questa veste. Per me è una rinascita anche se sono giovane e ne sono veramente molto felice.

Come prima esperienza come frontman di una band è una forte responsabilità…
Si una fortissima responsabilità, ma ne sono felice e ne vado fiero..

C’è la mano di Steve Lukather nei Levara?
No, abbiamo avuto solo consigli vista la sua grande esperienza specialmente quando eravamo in tour con i Toto, ma niente di più

Quattro singoli, ma mi pare che “Automatic” è quello più importante?
Si forse si, ma perché è stato il nostro primo brano, ma amiamo molto e sono anche importanti altri brani.

Quale è invece il brano che rappresenta di più la band anche nel futuro?
Wow!! Domanda complicatissima… ma sicuramente sempre “Automatic” perché rappresenta la band e il suo sound. Per il futuro non so se “Automatic” sarà il volto della band. Amiamo il rock e il rock ha mote sfaccettature e penso che il nostro sound del futuro avrà varie sfaccettature

Anche se siete una nuova band avete avuto esperienze live sia negli States che in Europa. A maggio che uscirà il vostro album e non potete presentarlo live, cosa ne pensate?
Sicuramente è triste e frustrante, ma penso che torneremo presto a fare concerti e non vediamo l’ora di presentare i nostri brani al pubblico.

Le vostre influenze musicali?
Tantissime, da Johnny Holiday a Stevie Wonder, il rock in generale, Michael Jackson. Io personalmente amo il reggae, l’r’n’b, i Gypsy King, la musica è universale, amo tutta la buona musica.

Ma suoni anche altri strumenti? Vedo alle tue spalle un basso acustico, un sax, un clarinetto…
No, è la mia collezione che ho nel mio studio, amo collezionare strumenti, ma ne ho degli altri (mi fa vedere tutta lo studio con un piccolo palco con tastiere, chitarre e tanti altri strumenti, nda). Durante il lockdown cerco di passare il tempo così!!

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per il pubblico italiano
Sono stato in Italia ed è rimasta nel mio sangue, amo l’Italia e gli italiani. Mi piace l’allegria e la dinamicità nei concerti, gli italiani urlano e partecipano vivacemente ai concerti a differenza dei tedeschi che rimangono zitti e poco partecipi. Amo l’Italia e spero di tornarci presto.

FABIO LOFFREDO