LEO MECONI – Intervista sul nuovo disco

In occasione dell’uscita dell’album “lato A, side B” ho intervistato LEO MECONI.

Leo Meconi, classe 2004, ha pubblicato nel 2019 il suo primo album di inediti dal titolo “I’ll Fly Away” di stampo folk/pop, influenzato dalle sue radici musicali, con la produzione artistica di Dodi Battaglia. Nel 2020 ha pubblicato due singoli, “Self-Respect” e “Angels & Outlaws”, che rappresentano un upgrade del suo percorso musicale, intervallati dalla partecipazione ad X Factor Italia 2020 dalle audizioni fino alla fase finale dei “Last Call”, dove ha emozionato e stupito tutti i giudici e il pubblico a casa con le sue doti chitarristiche e di interprete. Nel 2021 il passaggio alla scrittura in italiano che gli è valsa la finale del Festival di Castrocaro 2021 con il brano “Fino all’alba”.

Ciao Leo, piacere di avere un concittadino sulle pagine di Tuttorock, oltretutto abbiamo tante conoscenze in comune, visto che hai registrato al San Luca Sound dall’amico Manuel Auteri.
Ma dai? Davvero, posto splendido e belle persone. 

Come ti sei avvicinato alla musica?
Fin da piccolo i miei genitori mi hanno spinto in questa direzione, si ascoltava tanta musica, a 5 anni non sapevo veramente nemmeno di cosa si trattasse (risate). Poi a furia di insistere con mia madre, a 7-8 anni ho iniziato a prendere lezioni di chitarra da Stefano Gazzotti, fantastico chitarrista a San Lazzaro di Savena, proseguendo poi negli ultimi anni con Elisa Garbo. Presi anche lezioni di canto dopo avere imparato a usare la chitarra, e da lì non mi sono più fermato. Mi sono appassionato talmente tanto da cominciare a suonare continuamente, scrivere canzoni mie e cantarle, la mia famiglia è stata fondamentale in questo. 

Che cosa ti facevano ascoltare?
Soprattutto i classici americani, si andava da Johnny Cash, scoprii un pezzo di Tom Petty rifatto da lui inserito dentro un cartone animato. Poi Bob Dylan, Bruce Springsteen, questi sono stati i fondamentali. 

Un grande inizio e anche particolare, non è comune fare questi ascolti da piccoli. Springsteen è stato un segno, visto che poi ti sei trovato con lui sul palco a San Siro, come è avvenuto l’incontro?
E’ stato tutto davvero casuale, lo avevo incontrato tempo prima, e gli avevo chiesto se avessi potuto suonare la chitarra con lui in futuro; lui mi rispose di sì. Il giorno del concerto mi presentai sul prato con un cartello dove avevo scritto “Posso salire a suonare la chitarra con te?”. Lui mi ha notato all’inizio del concerto, e alla fine, su “Dancing in the dark”, è sceso a prendermi e mi ha portato sul palco con lui dandomi una chitarra. E’ stato incredibile che si fosse ricordato della promessa e trovarmi lì con il mio idolo di fronte a 80.000 persone. 

Poi sei arrivato, come dicevamo prima, a San Luca Sound.
Esatto, lì mi indirizzò Franz Campi, mi aveva sentito suonare a “Tieni il palco”, mi fece i complimenti e mi consigliò di andare a registrare con Renato Droghetti. Sono 3-4 anni che lavoro con lui ed è un produttore fantastico e una grande persona. 

Non tralasciamo la tua partecipazione a X-Factor.
E’ accaduto nel 2020, non avevo nemmeno 16 anni, a marzo mi arrivò un messaggio da parte di uno dei selezionatori in cui mi invitava a presentarmi. Non credevo nemmeno mi avrebbero preso in considerazione, invece feci le 3 audizioni, alla fine mi hanno chiamato a presentarmi a Roma per le audizioni di fronte ai giudici. Sono arrivato fra i primi 5 uomini al Last Call nella squadra di Emma Marrone. E’ stata un’esperienza incredibile che mai avrei pensato di vivere, ho conosciuto altri bravissimi concorrenti e ho avuto l’occasione di mettermi alla prova di fronte a quattro giudici molto esigenti. 

Giungere fino a lì e uscire come ti sei sentito?
Arrivare fino a lì, a un passo dai live, e non entrarci mi ha lasciato un poco di sconforto. Ma ho capito le scelte di Emma, che devo dire è carinissima e ci siamo risentiti anche successivamente, l’ho rivista anche questa estate di persona a un suo concerto. 

Canti e suoni la chitarra, quale preferisci dei due?
Sceglierei un terzo, la scrittura, amo la chitarra e cantare, ma al momento prediligo la composizione dei testi e la scrittura. Ultimamente mi sto appassionando alla produzione, alla parte più tecnologica per elaborare i miei brani. 

Dove trovi l’ispirazione per scrivere i tuoi brani?
Prendo le idee da quello che vedo e sento in giro, i testi nascono spontaneamente all’improvviso, anche solo partendo da una parola. Ad esempio, in “Danza”, il brano con il video registrato in Fiera a Bologna, mi sono ispirato alla metafora della ballerina che sogna di arrivare al successo, ma c’è anche il suo ragazzo che lei non vuole perdere per inseguire il successo. 

Il tuo disco è stato diviso in due secondo lo stile di un LP in vinile, con la particolarità che il lato A è in italiano e il lato B in inglese.
Nella seconda parte, in inglese, ci sono le canzoni più vecchie. La mia idea è di costruire una trilogia, il mio primo album, del 2019, era tutto in inglese. Questo è il secondo e lo intendo come un passaggio dalla scrittura in inglese all’italiano, penso di farne uscire un terzo, forse tutto in italiano, devo ancora decidere definitivamente. A casa ho tanti vinili e amo ascoltarli. 

Pensavo che, per un ragazzo di 17 anni, il vinile fosse un oggetto misterioso. Quindi il prossimo disco sarà in italiano? Pensi di proseguire la carriera in questa direzione?
Mi sta piacendo molto, fino a un anno fa mi sarebbe parso impossibile non scrivere in inglese, poi ho iniziato in italiano, e con grande soddisfazione, quindi, penso che proseguirò su questa strada. Vorrei anche portare il tutto live, sperando ci possano essere le condizioni per farlo, sarò il 21 gennaio a Rimini, poi vediamo per altre date, covid permettendo. 

Vista la tua età, dopo X-Factor, pensi di provare con altri talent?
Perché no? Non X-Factor perché voglio che resti un’esperienza unica, ma magari Amici o Sanremo mi piacerebbe molto provarci.

MAURIZIO DONINI 

Band:
Leo Meconi

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