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LEO MECONI – Intervista al giovanissimo cantautore bolognese

LEO MECONI – Intervista al giovanissimo cantautore bolognese

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In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Self-Respect”, ho fatto una chiacchierata con Leo Meconi, giovanissimo cantautore bolognese classe 2004 che, il 5 luglio 2016, fu invitato sul palco di San Siro da Bruce Springsteen per un duetto alla chitarra nel brano Dancing in the Dark e fu soprannominato dal Boss “Guitar Man”.

Ciao Leo, benvenuto su Tuttorock, come stai vivendo questa ripartenza post lockdown?

Ciao! Sto bene, sono pieno di progetti. È appena uscito il mio nuovo singolo, sto lavorando a nuove canzoni e a qualche live estivo, mi diverto sempre molto a suonare dal vivo e mi è mancato molto in questo periodo di lockdown. Sono fiducioso per tutto.

Parliamo di questo nuovo singolo appena uscito, “Self-Respect”, quando l’hai scritto e da cosa è stata ispirato?

Self-Respect è nato ad ottobre circa, parlo del testo. A dicembre ho iniziato a lavorarci in studio di registrazione a Bologna con Renato Droghetti di San Luca Sound e poi durante il lockdown abbiamo lavorato da remoto, con l’aiuto anche di Gianluca Morelli di Deck Lab, altro studio di Rimini. E’ stato un lavoro lungo, ma sono felice del risultato. Il testo parla di un rapporto di coppia logoro. Spesso ci si trascina, perdendo il rispetto per sé stessi e per il partner e questo è sbagliato. Anzi, a volte si arriva a conseguenze negative, come le violenze in famiglia, quindi io penso che bisognerebbe non perdere mai di vista il rispetto, che è fondamentale in tutte le relazioni umane.

Tu hai 16 anni, tanti ragazzi della tua età si mettono a registrare brani rap o trap, tu invece sei indirizzato verso territori folk rock/pop, chi è stato ad influenzare questa tua scelta e quando hai iniziato a suonare e a comporre canzoni?

Ascolto musica rock/folk da quando sono nato, chiaramente influenzato dai miei genitori. Ho iniziato a scrivere i primi testi a 12/13 anni. Da qualche anno ascolto anche molta musica pop e quindi la mia scrittura è influenzata dalla mia formazione musicale e credo, soprattutto con Self-Respect, che sia in grande evoluzione.

E i tuoi amici e compagni di scuola cosa pensano di te? Ti considerano un tipo che va troppo controcorrente o ti vedono come un esempio?

Non penso di andare controcorrente, ci sono tantissimi artisti pop/rock, sia in Italia che a livello internazionale che sono molto apprezzati tra i giovani come me. Penso ad Ed Sheeran, Shawn Mendes, ma anche ai nostri Cesare Cremonini, Ultimo, i Maneskin e tanti altri. I miei amici apprezzano la mia musica e Self-Respect credo che sia la loro preferita.

Tu sei di Bologna, città fucina di tanti cantautori di successo, ma canti in inglese, speri che questo ti potrà portare ad essere un artista internazionale?

Anche la scelta di scrivere in inglese, per ora, è frutto della mia formazione musicale. So che diventare un artista internazionale è molto difficile, ma mi piacerebbe si.

Un episodio che ha cambiato la tua vita è stato quando, nel 2016, Bruce Springsteen ti chiamò sul palco per duettare con lui, raccontami un po’ di quella sera.

In realtà ero già salito sul palco con Springsteen ed avevo cantato il ritornello di Waitin on a Sunny Day, però da buon chitarrista io volevo suonare la chitarra con lui e quindi ho fatto un cartello, con scritto “Vorrei suonare la chitarra con te” e l’ho portato a San Siro. Lui l’ha visto, si è ricordato di me ed ha esaudito il mio sogno. Un artista incredibile ed una persona eccezionale.

L’hai più sentito dopo quella volta?

L’ho incontrato, un paio di volte. In una, subito dopo San Siro, mi ha riconosciuto da lontano chiamandomi “Guitar Man” e da lì è nato il titolo per la prima canzone che ho scritto. In un’altra occasione ho avuto modo di dargli una foto di quella sera ed un cd-demo con alcuni miei brani. E’ stato molto gentile, ha preso la busta con i miei “regali” e l’ha portata nel camerino di Broadway con sé.

Un anno fa hai pubblicato un album che considero molto bello, “I’ll Fly Away”, com’è andato e come sta andando?

Grazie per i complimenti, fanno piacere. È il mio primo album di inediti, pubblicato a 15 anni, ne sono davvero orgoglioso. Sta andando bene, direi. I pareri sono stati favorevoli, viene ancora ascoltato molto a distanza di mesi, ci sono due video ufficiali on line che hanno insieme più di 100.000 visualizzazioni. Sono davvero felice e non vedo l’ora di tornare sul palco per suonare quei brani.

Quell’album è stato prodotto da un grande della musica italiana, Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, come sei arrivato a lui?

Credi nelle coincidenze? Ero a Broadway per vedere lo spettacolo di Springsteen a novembre 2018. Mi chiama Manuel Auteri della San Luca Sound e mi dice “Leo, Dodi Battaglia ha ascoltato dei tuoi brani qui in studio e vuole conoscerti”. Lui stava registrando Un’Anima, la canzone scritta da Faletti, proprio nello stesso studio bolognese che frequento io. Così al mio ritorno ci siamo visti, abbiamo suonato insieme qualcosa e poi ha deciso di produrmi con la Azzurra Music, che ha subito creduto in me e che ringrazierò sempre.

A 16 anni si hanno tanti sogni, qual è quello tuo più grande?

Per ora divertirmi con la musica. Suonare, scrivere. Esibirmi dal vivo. A settembre inizierò il terzo anno del Liceo Musicale qui a Bologna, quindi credo e spero che la musica sarà la mia vita e la mia professione. Poi ovviamente il sogno è quello di arrivare al grande pubblico, suonare per tanta gente dal vivo, ma so che è difficile, quindi per ora c’è solo molto da lavorare.

Stai già valutando alcune situazioni per tornare ad esibirti dal vivo?

Suonare dal vivo è la cosa che più mi piace. Stavo facendo un sacco di concerti, certo in piccoli club, feste ecc., poi il lockdown ci ha costretti a stare fermi ma ho continuato con un sacco di dirette streaming da casa mia, proprio perché non volevo perdere l’abitudine ad esibirmi e volevo stare vicino a chi mi segue e mi apprezza. Ora abbiamo già qualche data per luglio nelle Marche e ad agosto a Rimini, spero che se ne possano aggiungere delle altre.

Grazie mille per il tuo tempo Leo, vuoi dire qualcosa a chi ha letto l’intervista fin qui?

Grazie a te per la chiacchierata. Ai lettori dico di seguirmi, di ascoltare la mia musica e soprattutto il mio nuovo singolo Self-Respect che nei primi giorni di uscita sta andando davvero bene.

Stay safe, Leo.

MARCO PRITONI