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LA MUSICA APOLIDE DI OMID JAZI: TRA ENERGIA MISTICA E REALTA’

LA MUSICA APOLIDE DI OMID JAZI: TRA ENERGIA MISTICA E REALTA’

Chiacchierare con Omid Jazi è stata un’esperienza sicuramente interessante perché oltre a parlare dell’argomento musica è stato possibile spaziare in argomenti altri ed “alti”. Dalla cameretta in cui trascorre le sue giornate londinesi osservando la vita scorrere fuori dalla finestra, Omid, mi ha raccontato con semplice profondità cosa significa essere un figlio di immigrati nato a Perugia e trasferitosi poi a Modena all’età di soli sei anni. “La musica è apolide” afferma Jazi con convinzione, mentre accendendosi una sigaretta prosegue il discorso introducendo una serie di temi tutti da approfondire. Ma iniziamo con le domande!

Cosa significa il titolo del tuo ultimo album “Tooting Bec”?
Beh, mi sono trasferito a Londra più di un anno fa e ho vissuto per un periodo a Tooting, vicino ad una fermata della Northern Line, in qusti luoghi, soprattutto nell’immenso parco dove componevo d’estate, ho vissuto qualcosa di intraducibile a parole, un’esperienza talmente importante da rendermi conto possa capitare solo una volta nella vita o a volte mai.

Potremmo definire questo tuo vissuto con il termine “energia mistica”, un’energia che ho percepito ascoltando i brani del tuo ultimo cd e non soltanto a livello musicale, ma anche attraverso i testi. A tal proposito c’è stata un’evoluzione da “Onde Alfa” (cd del 2013) a “Tooting Bec”?
Ti ringrazio per questa domanda! E’ veramente interessante notare che comporre un album possa suscitare questo interesse, mentre svolgendo una professione “normale” questo non accade. Beh…a parte ciò, posso dirti che “Tooting Bec” ruoti attorno ai testi a differenza di “Onde Alfa”. Qui la parte predominante era svolta dalla musica e in particolare dalla voglia di trasmettere un determinato “mood”. In “Tootin Bec” invece ho deciso di comunicare in altri modi. Un tema conduttore dell’album è senz’altro il desiderio di scavalcare le barriere nonché di anticipare quel progetto già in atto che vede l’Italia come Paese musicalmente e culturalmente in transizione.

A proposito di cultura, il brano numero 7 dal titolo “Maddalena: 15 minutes left”, presenta un nome biblico, che introduce tematiche religiose. Cosa puoi dirci a tal riguardo?
La base musicale di “Maddalena” esisteva già da tempo, la composi infatti quando avevo quattordici anni per poi ritrovarmi qui a Londra al Barbican Centre a suonarla al pianoforte. 
Devi sapere che al Barbican sono disponibili due pianoforti prenotabili dai clienti e spesso e volentieri suonano due vecchietti da un capo all’altro della stanza! Distanziati solamente da una barriera di Plexiglas! Anche io, che non possedevo un piano, mi sono quindi preso la briga di prenotarmi partecipando a questa esperienza emozionale più unica che rara al punto da commuovermi a fine brano. In quell momento uno che lavorava lì si avvicinò a me dandomi un colpetto amichevole sulle spalle e quando mi girai per vedere chi fosse mi disse: “15 minutes left”, ovvero “mancano ancora quindici minuti. L’impatto emotivo fu così forte da farmi lasciare come sottotitolo quel “15 minutes left”. I Vangeli Apocrifi, un tempo rinnegati dalla Chiesa Cattolica sono ora molto diffusi tra le letture di chi desidera conoscere alcune scomode verità riguardanti la religione”

Senza addentrarci troppo in questo tema torniamo un momento alla musica, parlando dell’importanza che hanno per te le collaborazioni…
Sono ancora molto legato al progetto “Water in Face” portato avanti assieme al collega/amico Nevruz Joku, che ho scelto di contattare anche per “Tootin Bec” invitandolo a suonare la batteria nella traccia 4 del cd (che potete tutti ascoltare in streaming al link http://www.rockit.it/omidjazi/album/tooting-bec/29586). A quei tempi mi sentivo davvero io ed ero convinto di partecipare a un progetto veramente innovativo. Non era mai esistito prima d’ora un duo di quel genere in Italia e anche le performance live, così forti e dominate dall’incontro di cose improbabili, si manifestavano come qualcosa di troppo “avanti” per quella che è  -invece- la chiusura tipicamente italiana verso tutto ciò che è nuovo.

Parlaci un po’ delle collaborazioni con gli altri musicisti e spiegaci se per te è importante che esista una coesione tra artisti…
Per me la collaborazione è la vera forza della musica, solo dall’attrito tra energie diverse può nascere qualcosa di realmente valido per la musica leggera di oggi, per questo mi sono avvalso di amici/collaboratori come Matteo Rosestolato dei Said (traccia 5 del cd) e Lapo. Con quest’ultimo, che è anche mio coinquilino, ho creato, partendo da una semplice jam casalinga “Vento Solare”, per questo brano ho anche postato su facebook una prova tramite un video in cui chiedevo suggerimenti prima di registrare le voci, perciò un ringraziamento va anche a coloro che mi hanno scritto subito.

Cosa ci dici riguardo all’esperienza con i Verdena?
E’ stata un’esperienza bellissima e sono grato per l’opportunità ricevuta. Ho avuto modo di collaborare con la band in qualità di turnista per quasi due anni e – pur non avendo partecipato alla fase “compositiva” dei brani del cd “Wow”- ho cercato di lasciare la mia impronta. Come dicevo anche prima il bello di suonare in gruppo risiede nella mescolanza di energie che si vanno a creare.

Grazie Omid !!

DAFNE D’ANGELO

http://www.tuttorock.net/recensioni/omid-jazi-tooting-bec
https://www.facebook.com/pages/Omid-Jazi/208800615799779
http://www.rockit.it/omidjazi/album/tooting-bec/29586