La Magia della Luna – Intervista a Niccolò Avanzi
“Due Volte Uno”, un album che nasconde in sè il concetto di dualismo. In occasione dell’uscita del singolo “La Magia della Luna” abbiamo intervistato Niccolò Avanzi, piano e voce, per scoprire se è vero che anche il nostro satellite ha due facce…
“La Magia della Luna” singolo estratto dal tuo ultimo lavoro “Due Volte Uno” è una canzone che accompagna come in una ninna nanna un tema etereo di pianoforte, un’atmosfera sognante che però sfrutta anche elementi elettronici. Come hai sviluppato la traccia?
La traccia è nata in modo molto naturale, iniziando, come spesso accade, con la parte di pianoforte. Inizialmente, volevo mantenerla più intima, senza arrangiamenti. Tuttavia, ascoltandola durante la stesura del disco, ho deciso di renderla più fiabesca e, se posso dire, meno cantautorale.
Paragoni in maniera romantica il pianeta Luna ad una donna e mi affiora spontaneo un sorriso, in quanto di solito si suole dire “lunatica” di una persona che cambia umore facilmente. Forse sbaglio ma mi sembra di cogliere una velata dicotomia, forse anche malinconica nelle tue parole. Sbaglio?
Hai centrato il punto. La dicotomia donna-Luna è voluta, richiamando sia il potere magnetico della Luna, che influenza anche noi, sia il potere che una persona può esercitare su di noi. Se ci aspetta un mondo senza sentimenti, compresa la malinconia, non è un mondo in cui voglio vivere.
Asserisci di aver “partorito” il brano in una notte di plenilunio. Ci sono ricerche che evidenziano come la Luna influenzi direttamente la nostra psiche, ad esempio sul finire degli anni novanta alcuni psicologi dell’ Università di Bradford in Inghilterra hanno definito “sindrome lunare” uno stato di depressione, ansia ed aggressività aumentati che si manifestano in concomitanza con le fasi lunari. In questi specifici periodi, inoltre, la qualità e la durata del sonno sarebbero inferiori agli altri periodi del mese e i livelli di melatonina più bassi. Credi che potrebbe esserci una correlazione anche tra luna piena e produttività artistica?
Come ho detto prima, credo che la Luna, con i suoi poteri magnetici, influenzi non solo le maree ma anche noi, che siamo molto più piccoli di un pianeta. Non parlo di oroscopi o cose strane, ma di pura scienza. Quindi sì, penso che in qualche modo, direttamente o indirettamente, ne siamo influenzati. Se qualcuno si sente attratto dalla Luna, anche a livello creativo, posso dire che questa canzone, che piaccia o no, ne è l’esempio perfetto.
Il nostro satellite ci affascina fin da epoche remote e le popolazioni che ci hanno preceduto come gli egizi o le civiltà precolombiane, basandosi sui cicli lunari e solari, hanno addirittura costruito piramidi, edificato palazzi ed intere cittadine. I romani hanno dedicato a Luna (nella mitologia greca Selene) completamento femminile del dio Sole (Elio), un culto fortemente legato all’agricoltura che rendende la divinità una “diva triformis” o meglio una dea dalle tre forme diverse, insieme a Proserpina ed Ecate. Luna però diviene aggettivo qualificante per descrivere anche altre divinità come Giunone o Diana che vengono identificate con “Luna”. Numerosi proverbi e leggende anche mistiche ed alchemiche riguardano questo astro simbolo di trasformazione. Quale è la tua interpretazione simbolica della Luna?
La Luna rappresenta per me un profondo legame con la natura, e quindi anche della dea Diana, simbolo dei cicli vitali e delle forze naturali che ci influenzano. È un faro di connessione con il mondo naturale, che ci ricorda l’armonia e l’equilibrio dell’universo. Il suo costante mutare riflette il nostro rapporto con l’ambiente.
L’album che contiene la canzone si intitola “Due Volte Uno” cosa significa per te essere “due volte uno”?
“Due volte uno” simboleggia per me il dualismo, come lo yin e yang nella filosofia cinese. Esprime l’idea che non siamo mai statici, ma in costante mutamento, cercando sempre un’interazione che ci trasforma. L’uno non è mai solo, ma trova il suo significato nell’incontro con l’altro.
Le forme geometriche occupano un grande spazio all’interno dei videoclip musicali che abitano la costellazione di “Due Volte Uno”: triangoli, cerchi e rettangoli si ripetono come pattern. Quale è lo schema dietro a questa scelta?
Ho sempre amato la geometria e il misticismo che essa racchiude, affascinato dalle forme e dai significati nascosti che vi si celano. Il simbolismo, in tutte le sue forme, mi ha sempre attratto, poiché riesce a connettere il visibile con l’invisibile, l’universale con il personale.
Mi sorge spontaneo un confronto con il lavoro di Cesare Cremonini che per un’intervista su “Logico”, album incentrato sulle leggi fisiche, disse che la musica possiede due anime: quella matematica che però deve necessariamente andare di pari passo con l’interpretazione e quindi una “logica del sentimento”. Quale è la tua visione a riguardo?
Concordo con Cesare Cremonini: la musica è fatta di leggi che, pur potendo sembrare noiose, sono fondamentali da conoscere a fondo. Solo così è possibile trasgredirle consapevolmente, creando nuove armonie e melodie straordinarie. La creatività nasce “anche” dalla padronanza delle regole.
Suoni chitarra e pianoforte: provieni da una formazione di stampo classico come quella che può essere impartita da un conservatorio oppure sei un autodidatta?
Ho sempre seguito lezioni private di musica, iniziando da ragazzo con la chitarra. Con il tempo, anche stimolato dalla scoperta di nuovi generi musicali, ho ampliato il mio percorso, studiando pianoforte e prendendo lezioni di canto. Questo mi ha permesso di esplorare diverse dimensioni musicali e crescere come musicista.
In ambito musicale pensi che abbia senso parlare di “talento” o che invece ai fini del raggiungimento di un risultato sia invece più importante la semplice costanza?
Prima di tutto, bisogna capire quale sia l’obiettivo. Siamo tutti d’accordo che per “diventare famosi” non serve necessariamente, e purtroppo, avere talento. Per me, non è il talento a guidare la creatività, ma l’originalità. Anche se è difficile, credo che oggi originalità e costanza siano più importanti del talento per raggiungere il successo.
Ti ringrazio per il tuo tempo e ti auguro buona fortuna con la promozione del tuo singolo.
Grazie a te per la bella intervista.
SUSANNA ZANDONÀ
Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal