KUBLAI – Intervista a Teo Manzo che presenta l’EP del suo progetto
In occasione dell’uscita dell’EP “Sogno Vero” del suo progetto Kublai, scritto a quattro mani con Mamo (già batterista degli Io?Drama) e prodotto da Vito Gatto, ho avuto il piacere di intervistare Teo Manzo.
Teo è nato e vive a Milano. Cantante, autore, compositore, nel 2015 ha pubblicato Le Piromani, suo primo album solista, che gli è valso diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Fabrizio De André per la Poesia 2016. Nel 2019 ha girato l’Italia come voce del fortunato spettacolo De André 2.0, nato in occasione del ventennale della scomparsa del cantautore genovese. Nel 2020 ha esordito con Kublai, un progetto in forte discontinuità con la canzone d’autore tradizionale, diviso tra elettronica, testi onirici e canto melodico.
Ciao Teo, benvenuto su TuttoRock, parliamo di questo EP del tuo progetto Kublai, 4 brani (da me molto apprezzati soprattutto per le loro atmosfere) nati come e quando?
Ti ringrazio. I brani di questo EP hanno cucinato a fuoco lento per qualche anno, credo che la composizione dei pezzi sia iniziata nel 2018, poi è seguita una lunga gestazione. Non sono però l’unico “genitore” di Sogno vero, la scrittura è avvenuta a quattro mani con Mamo, già batterista degli Io?Drama.
La tua collaborazione con Mamo quando e come ha avuto inizio?
Siamo amici da molti anni e abbiamo suonato insieme in diversi progetti. Poi, qualche anno fa, abbiamo condiviso un momento difficile, e abbiamo iniziato a lavorare assieme ad alcuni brani, senza avere la minima idea di cosa ne sarebbe uscito.
Che riscontri stai avendo?
Nel merito, il progetto Kublai ha sempre ottimi riscontri, non si tratta però di musica di facile fruizione. Chi ha tempo e voglia di immergersi, di solito, non rimane deluso. La mia intenzione nel fare musica è quella di creare spazio, aprire porte, cercare passaggi dove non ci sono. Il giorno che dovessi sorprendermi a scavare nell’aria credo smetterei.
Vito Gatto, il produttore, che valori aggiunti ha dato a questo tuo lavoro?
Vito è stato determinante, veniamo da mondi diversi, ma condividiamo l’approccio da “cercatori” nella musica. Volendo proseguire con la metafora del minatore, mentre Mamo ed io avevamo una pala, lui ha usato una ruspa. Credo che questo ci abbia consentito di andare molto in profondità.
Parlami un po’ della copertina dell’EP.
La copertina è un’idea di Mamo ed è stata realizzata da Simone Pezzolati. L’idea di fondo è quella di richiamare il paradosso contenuto del titolo. Abbiamo quindi immaginato dei bagnanti sulle rive di un baratro, come accade in alcuni sogni del tutto verosimili, quando appaiono, all’improvviso, elementi dissonanti, estranei al contesto.
Come mai hai scelto Kublai come nome di questo progetto?
Kublai è il titolo del primo album, ho deciso di adottarlo come nome del progetto perché credo riassuma bene lo spirito che lo ha mosso. In quel disco si immaginava un dialogo tra due amici, due voci che interagivano. Non c’era quindi il “lirismo” tipico della canzone classica: le parole costituivano un dialogo, non si rivolgevano direttamente all’ascoltatore. Allo stesso modo, Kublai vuole essere un progetto collaborativo, dialogico, lontano dal narcisismo dell’autore.
Se ti dovessi chiedere di scegliere i 5 dischi più importanti nella tua vita quali mi diresti?
Domanda difficile, sono più di 5. Scegline 5 di De André e non sbagli.
Hai qualche data live in programma?
Il 16 maggio sarò al Tambourine di Seregno (MB), poi altre date in estate un po’ dappertutto.
Prossimi progetti musicali in questo 2023?
Sto producendo il disco di un amico cantautore. Nel frattempo, lavoro al mio prossimo album e faccio concerti.
Grazie per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Nulla, se non ringraziarti!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.