KIWIBALBOA – INTERVISTA ALLA BAND
I ragazzi hanno lanciato il loro primo disco intitolato “Natale in Argentina” il 1 novembre 2019. Ecco l’intervista
Che Genova sia da sempre fulcro importante per la musica italiana, questo già si sapeva. E ancora oggi il capoluogo ligure non smette di stupire.
Oggi conosciamo un altro gruppo importante per la città e che da essa ci porta – metaforicamente – in Argentina.
I KiwiBalboa, band a tre elementi alt-rock con sfumature che ripescano dall’Indie moderno, nascono nel 2014. A marzo 2016 esce il primo lavoro “Tre Buoni Motivi” per l’etichetta La Clinica Dischi a cui segue una promozione live in club e palchi nel Nord e Centro Italia.
A inizio 2017 cambia la line up della band con l’arrivo di Amedeo Marci come nuovo batterista ufficiale.
Nel mese di febbraio 2017 inizia la collaborazione artistica con Davide Autelitano, voce e basso de I Ministri, che seguirà la produzione artistica dei pezzi scritti per il nuovo album “Natale in Argentina”.
Disco che è stato presentato il 1° novembre scorso e che raccoglie 10 brani. Un lavoro che ci porta alla scoperta di un mondo nuovo, fatto di posti inediti e dettagli presi dalla quotidianità.
L’album è stato preceduto dalla pubblicazione di due singoli accompagnati da altrettanti videoclip: “Cavalieri Jedi” e “Magari No” pubblicato lo scorso 25 ottobre.
Per i KiwiBalboa “Natale in Argentina” rappresenta non solo un punto d’inizio, ma anche un nuovo modo di concepire i brani unito ad un nuovo approccio alla musica stessa. Si tratta di un disco che, partendo dal rock, racconta le vite dei ragazzi e quelle delle persone che li circondano.
I KiwiBalboa sono Tommaso Dogliotti (voce/chitarra), Stefano Previtera (voce/basso) e Amedeo Marci (batteria).
Conosciamoli meglio nell’intervista.
Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock. Chi sono i KiwiBalboa?
“Ciao!. Siamo un trio garage/indie rock e da pochissimo è uscito il nostro secondo lavoro “Natale in Argentina”, siamo di Genova e di questa città abbiamo fatto il nostro quartier generale a partire dal 2014.
Il nostro progetto è iniziato, come nella maggior parte dei casi, per divertimento, un momento di condivisione delle passioni musicali che ci accomunano e anche di quelle che non ci accomunano!
L’esperimento di mischiare i nostri generi preferiti, dando ognuno un suo contributo in termini di stile è stata la cosa più divertente ed interessante. Poi le cose si sono fatte più serie ed abbiamo deciso di perseverare su questa strada, certi che questo melting pot sia non solo il motore creativo, ma anche la miglior rappresentazione del mondo KiwiBalboa”.
Quali sono i vostri mostri sacri nella musica? E i vostri backgrounds?
“Ci rappresentano stili diametralmente opposti, abbiamo ascolti così diversi che da fuori sembra quasi impossibile poter condividere un percorso musicale insieme. Passiamo dallo Stoner e dagli anni ‘90 alla Trap e all’Hip Hop; il tutto senza farci mancare nulla di punk che più punk non si può, fare nomi sarebbe restrittivo!
Ovviamente un comune denominatore c’è ed è quella parte un po’ emo che scorre nelle vene di tutti e tre!”
Che fine ha fatto il Rock in Italia? La musica è davvero in mano ai singoli?
“La musica rock è sicuramente il veicolo che meglio ci aiuta a raccontarci. Oggi suonare uno strumento rappresenta una vera esigenza, una scelta consapevole, trasversale e distante dall’ottica mainstream.
La musica è in mano a chi la ascolta e se l’ascoltatore vive consapevolmente le nuove ottiche di mercato, va benissimo.
Il fatto è che la presunta democrazia musicale data dall’immediata accessibilità al singolo, richiedono paradossalmente un maggiore impegno e una scelta più puntigliosa da parte dell’ascoltatore che è oggettivamente bombardato da messaggi.”
Il primo novembre è uscito “Natale in Argentina”: raccontateci qualcosa sull’album
“L’album è il resoconto di questi ultimi due anni di vita, anni di crescita personale e musicale anche grazie all’entrata in scena di Davide ‘Divi’ Autelitano, voce e basso dei Ministri, che ha seguito tutta la direzione artistica del disco.
Natale in Argentina rappresenta un po’ un flusso creativo senza controllo, dieci brani che riassumono in maniera sincera quello che è stato il nostro percorso di composizione e anche di vita, a partire dai primi passi della band, fino ad arrivare ad oggi.
Si tratta di un disco rock, con connotazioni sicuramente più pop rispetto al lavoro precedente. Diciamo che con questo disco abbiamo deciso di scavare un po’ più a fondo e ci siamo obbligati ad ascoltare noi stessi senza paura.”
Il brano “Ponte Garibaldi” parla di una riappacificazione con i propri errori ed i propri demoni. Quali sono i vostri demoni?
“Ponte Garibaldi nasce dall’esigenza di raccontare un periodo della vita ormai lontano, ma che per la sua valenza formativa è ancora oggi sempre attuale, un monito su chi eravamo come persone e su cosa siamo diventati.
I demoni sono la paura di rivivere situazioni del passato, ripercorrere strade già battute e ripiombare in quel senso di perdizione che ti annulla. Il potere curativo della scrittura serve proprio a tenere a bada queste paure.”
Raccontateci la copertina del disco.
“La copertina di questo disco è opera di Carola Zerbone, una talentuosa illustratrice che opera fra Italia e Spagna:
La cifra stilistica più scanzonata delle canzoni, rispetto al passato, si è riversata anche nella rappresentazione visiva del disco.
Ci è piaciuto raccontare il nostro nuovo mondo anche per immagini e, fra le proposte di Carola, quella che vedete era la più aderente al nostro immaginario.”
Cosa pensate del panorama musicale odierno?
“La scena musicale italiana degli ultimi anni sta sicuramente vivendo un momento di rinnovamento, siamo felici di vedere che questa nuova ondata di proposte, oggi denominata forse erroneamente indie, stia fungendo da filo conduttore con la tradizione cantautorale del passato.
Di fatto ci sono molte nuove proposte interessanti che secondo noi potranno creare solide basi per il futuro della musica in Italia.”
Quali sono i vostri progetti futuri?
“Stiamo preparando il nostro tour e ci stiamo allenando per andare a trovare chi vuole ascoltare il nostro Natale in Argentina!
Il 14 dicembre saremo al C.S.O.A. Zapata, a Genova, in via San Pier d’Arena per il release party dedicato al disco, un modo per festeggiare con tutti i nostri amici, ci saranno tante belle sorprese, vi aspettiamo!”
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.