KIRAYEL – Intervista all’artista
Allora, innanzitutto vorrei iniziare togliendomi una curiosità. Perché KIRAYEL? Da dove viene?
E’ un nome che ho scelto a 15 anni, dovendo aprire un account mail, e dovendo scegliere un nick. Sono sempre stata attratta dall’ mondo dell’ Oriente, dal folk alla musica etnica e quindi dai nomi orientali, mi piaceva KIRA, e provai a registrarmi con quello. Ovviamente era già preso, quindi scelsi di aggiungere qualcosa che avesse a che fare col mio nome, Elisa, di cui presi le prime due lettere che nell’etimologia ebraica significa “al di sopra, Dio, Spirito”. La Y mi piaceva, e così nacque KIRAYEL! Ha iniziato ad accompagnarmi e alla fine ho deciso di farlo mio e di usarlo come nome d’arte e oramai di vita qualche anno dopo.
Come nasce la tua passione per la musica, e perché hai deciso di dedicarle la tua vita ? C’è stato un fattore scatenante o è una cosa che hai sempre sentito di fare?
Sì, è una cosa con la quale sono nata, a partire dagli ascolti dei miei genitori, estimatori di musica. Si ascoltavano davvero tante cose. C’era anche un pianoforte in casa . E poi mio nonno suonava il violino, mia madre aveva preso lezioni di piano e amava cantare. Quindi sono cresciuta in un ambiente davvero molto stimolante, da questo punto di vista. Mia madre fin da piccola notò che avevo molto ritmo quando ballavo (non per niente mi addormentavo e mi calmavo solo con pezzi rock o elettronici che andavano all’epoca, Talk Talk, Pink Floyd etc etc) e mi iscrisse a danza. Ma quando notò che armonizzavo naturalmente tutte le sigle dei cartoni, cantandone i cori, pensò che fossi più portata per la musica. Da piccolissima ho iniziato un corso di pianoforte, poi mi sono dedicata al canto, ai cori, e mi sono anche appassionata alla lirica e musica classica. E’ stata quindi una cosa naturale, arrivare dove sono ora. Una coscienza che piano piano è cresciuta in me e che mi ha accompagnato. Anche il compagno di mia madre, pittore e musicista, mi ha davvero fatto ascoltare tanto in ambito di musica sperimentale, band o artisti molto particolari
Hai dei riferimenti musicali? Anche se immagino che tu ascolti di tutto, perché chi fa il nostro mestiere deve ascoltare davvero tante cose, e tanti generi, e tanti artisti , perché da qualsiasi cosa si può ricavare del buono o avere ispirazione. Ma magari ne hai. E, anche, chi sono i tuoi miti .. ?
I miei riferimenti musicali sono anche i miei miti . Sono stata molto influenzata ad esempio dai DEAD CAN DANCE, sia in ambito vocale da Lisa Gerrard, che molti conoscono per aver cantato la colonna sonora de Il Gladiatore, che ,musicalmente, come filone della rielaborazione medievale, folk, etnica, New Age, e in ambito diciamo “elettronico. Sono davvero difficili da definire, e ciò mi ha sempre affascinato! Poi sicuramente anche i THE GATHERING”, per la fusione tra metal , melodia e atmosfere molto particolari . Ma anche gli EVANESCENCE, che sono stati il mio primo grande amore, che ho ripreso a studiare ultimamente, perché ho una vocalità affine a quella di Amy Lee per molti versi. E poi anche i RADIOHEAD, e quel pazzo geniale di Thom Yorke, della sua musica a 360 gradi. Tutto queste influenze ovviamente le si ritrovano nei miei progetti.
E’ vero. Lui è un genio assoluto. Io lo adoro. Eccoci, brava! Parliamo di te, e dei tuoi progetti. Attualmente in quali situazioni musicali sei impegnata? Quali progetti stai portando avanti in questo momento? Perché tu sei un’autrice. Tu scrivi.
Sì, io canto e compongo anche. Attualmente ho due progetti, completamente opposti, anche come genere. THE WAY OF PURITY è un progetto che fonde musica elettronica e metal molto particolare e ho scritto melodie e testi dell’ultimo album, che sono stati belli impegnativi, perché la tematica di THE MAJESTY OF YOUR BECOMING ha a che fare con la natura, col fatto che l’uomo sta distruggendo la Terra, ma che probabilmente un giorno il nostro pianeta si riprenderà il proprio dominio. E l’uomo arriverà a dei livelli di odio talmente tanto alti che si cannibalizzerà e si auto eliminerà. A questo punto la natura potrà rifiorire. Insomma…tosta! Ma è stato molto bello svilupparla anche nel mio percorso di vita, sicuramente. Mi sono trovata benissimo a lavorare con loro, perché abbiamo le stesse idee e le stesse vedute, su tutti i fronti, musicale e anche animalista e vegano. Sono confluite energie molto interessanti.
In quanti siete?
Siamo un team di persone provenienti da tutto il mondo, un work in progress continuo. E questo contribuisce a dare un respiro molto più ampio al tutto.
E’ già uscito qualcosa?
Sì, precedentemente al mio arrivo sono usciti un ep, Biteback, e due album, Crosscore ed Equate, con voci femminili growl e come stile Black metal. Con me è uscito, il 4 maggio, l’album THE MAJESTY OF YOUR BECOMING, che si può trovare in streaming e in vendita su tutti i canali dedicati, Spotify, iTunes, sul nostro sito, eccetera. Con me hanno fatto la svolta più elettronica e melodica.
Beh, c’è tanta roba dietro, a questo lavoro, indubbiamente. Parlami dell’ altro progetto acustico e cerchiamo di spiegare la sua particolarità!
L’altro progetto, completamente acustico , scritto, suonato al piano, arrangiato e cantato da me è DIARY OF SPACES AND SKIES. Ho ripreso il mio primo amore, dal momento che prima del canto ho studiato piano. Ho ripreso anche la vocalità negli ambienti, un approccio naturale e giocoso che avevo sin da piccola, in ambienti molto “riverberati”, come le scuole, le scale, spazi grandi. Ci cantavo per ore e mi è sempre rimasto il desiderio di riprendere questo tipo di suono libero e vibrante nelle stanze. Nel mentre pensavo a come poter attuare tutto questo, ho conosciuto i tecnici di Terzo Orecchio che stavano sperimentando il sistema Binaurale coi loro microfoni speciali .
Tu non lo sapevi, cosa fosse il Binaurale?
No, non conoscevo il binaurale. Vagamente l’olofonia usata dai Pink Floyd, che diciamo è parente.
Eh, credo che in tantissimi non lo conoscano, e siamo qui a spiegare cos’è ! (ridiamo)
Esatto !! Era qualcosa di completamente nuovo per me. Si tratta di una tecnologia che riprendere il suono “in stereo”, come lo percepisce l’orecchio umano. Infatti si usa un microfono sofisticato, che ha proprio la forma di una testa
Ah! il famoso “capoccione” di cui mi parlavi !
Si, il “Big Head” ! Il modello è il KU100 della Neumann, e non solo ha la forma della testa umana, ma è anche fatto di un tipo di materiale che riprende anche un po’ la pelle umana e in corrispondenza delle orecchie ci sono due microfoni molto sensibili che non solo percepiscono i suoni, ma li capta nello spazio.
Queste registrazioni, dove avvengono? Ci vuole uno studio particolare?
Abbiamo cercato noi gli ambienti con delle acustiche particolari adatti ai suoni e al mood che volevo dare al brano! Nelle produzioni standard, prima di registra in studio e poi si lavora in post-produzione cercando il Sound giusto. In questo album invece si è giocato tutto in Pre-produzione, cercando l’ambiente con quel tipo di effetto naturale, le configurazioni giuste tra fonte sonora e capoccioni. Al bisogno, se c’era troppo riverbero e quella voce non lo richiedeva, si asciugava con del materiale fonoassorbente, il fade-in e fade-out li creavo fisicamente io avvicinandomi o allontanandomi…o in certi punti mi avvicinavo a sussurrare e giravo intorno alle Capocce…E’ stato divertente e bellissimo lavorare in sinergia con l’ambiente, anche molto”teatrale”!
In quanti in Italia hanno registrato un album con questa tecnologia? Possiamo dire che sei l’unica in Italia?
Ci sono alcuni artisti che hanno sperimentato il binaurale, tra cui anche Tom Yorke sicuramente! Alcuni l’hanno utilizzato o su un brano, o su alcuni strumenti come hanno fatto i Pearl Jam nel disco Binaural appunto, ma con un solo Capoccione. Al momento sono l’unica che ha improntato l’album completamente sul binaurale, e con due Capoccioni!! Da qui il 6D!! Sono piuttosto sicura di asserire di essere la prima con un album interamente registrato con due Big Head Ku100 Neumann!
Ah.. ecco perché prima parlavi al plurale, dicendo le “teste” . E comunque, ragazzi, scusate se torno sempre lì… ma .. il fatto che a fare questa cosa per ora unica al mondo sia stata una donna, mi riempie di gioia. Quando uscirà il progetto, e come?
Diary of Spaces and skies è uscito il 18 luglio in digitale ed è uscito in questi giorni anche il disco fisico, che si potrà acquistare durante il concerto di apertura a Mick Moss degli Antimatter che terrò a Prato il 1° Agosto . Sono molto molto emozionata! Ciò è stato possibile grazie al mio grandissimo amico e manager Alessandro Vaneffi, che mi ha aiutato nella produzione e nella promozione di questo lavoro. Nonostante le tante difficoltà, mi è sempre stato accanto e mi ha dato una grande forza, ha sempre creduto in me…forse anche più di me! (ride) E’ il supervisore dei miei testi e delle mie pronunce, essendo madrelingua inglese.
Perché tu scrivi in inglese….
Sì, Ho sempre scritto in inglese..
Certo, anche per avere un respiro internazionale. Bene! Cosa vogliamo aggiungere, per concludere?
Beh, io vorrei dire che sia i miei progetti che la mia vita è votata alla ricerca e alla sperimentazione. Amo studiare, provare, giocare e portare tutto ciò che scopro con me, nella vita e nella musica. Spesso mi è stato rimproverato che è molto azzardato vista la crisi e il mercato italiano che invece ricerca stabilità e generi definiti. Molti per fortuna invece mi apprezzano e mi considerano coraggiosa.Dopo anni di confusione, ho capito che fa parte del mio percorso e che per me è naturale. Di recente sto incontrando dei maestri non solo di canto, ma di vita come Albert Hera, Matteo Belli ed Erika Biavati ed Eleonora Bruni e soprattutto con Erika ed Ele sto sperimentando tutte le mie potenzialità vocali, anche nel campo estremo, e ne sono “estremamente” felice!Tutta questa bellezza umana e musicale, mi fa andare avanti felice e serena delle mie scelte.
Non potevi concludere con un pensiero migliore ! Grazie Elisa!
Ringrazio te e tutto lo staff di TuttoRock
FRANCESCA MERCURY
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Attiva da molti anni nel panorama musicale emiliano, Francesca Mercury si occupa di management e produzione in veste di talent-scout e promoter. È organizzatrice di eventi e ricopre il ruolo di stage manager in festival di importanza nazionale. È direttore artistico di progetti e format musicali e teatrali, molti dei quali sono proposti dall’Associazione Musicale “Avanzi Di Balera”, della quale è presidente. Fa parte del team redazionale di "Tuttorock", per il quale cura la rubrica "Almanacco Mercury", presente anche sulle maggiori piattaforme social e in programmi televisivi e radiofonici. Si occupa di formazione nelle scuole di musica emiliane e porta avanti iniziative dedicate alla storia della musica. Ama i suoi figli, le scarpe, la mortadella e Freddie Mercury.