KEISER – Intervista al batterista e co-fondatore Geir Marvin Johansen
In occasione dell’uscita del secondo album “Our Wretched Demise”, il primo con l’etichetta olandese Non Serviam Records, ho avuto il piacere di intervistare Geir Marvin Johansen, batterista e co-fondatore della black thrash metal band norvegese Keiser.
Ciao, benvenuto sulle pagine di Tuttorock, come state in generale?
Ciao Marco! Stiamo bene, ci stiamo esercitando e aspettiamo con ansia l’uscita del nostro album.
Parlami un po’ di questo nuovo album “Our Wretched Demise”, l’ho ascoltato e mi è piaciuto molto, quando avete scritto le canzoni?
Grazie, sono contento che ti sia piaciuto. Il processo di scrittura del nuovo materiale per questo album è iniziato nel 2017, subito dopo l’uscita del nostro primo album.
Siete partiti dai testi o dalla musica?
Nei lavori precedenti alcune canzoni avevano pronti i testi prima che la musica fosse composta, ma in questo album la musica è nata prima dei testi.
Perché avete scelto la guerra come tema principale dei brani?
La guerra, in generale, è un problema eterno ed è uno stato ricorrente su questo globo. C’è molta ispirazione da raccogliere dalla sofferenza. Potremmo essere stati influenzati da alcuni leader di stato durante il processo di scrittura di questo album.
Mi piace molto l’intero album, ma la mia traccia preferita è “Shroud”, tu quale pensi sia la traccia di maggior successo dell’album?
Penso sia difficile scegliere una traccia preferita in questo disco, personalmente preferisco “Shroud” come ascoltatore e “Far From Human” quando suoniamo! E se dovessi fare headbanging su una canzone sceglierei “Cannons of War”.
Questo è il primo album che pubblicate con l’etichetta olandese di metal estremo Non Serviam Records, come siete arrivati a firmare con loro?
Dopo aver terminato l’album, speravamo di firmare con un’etichetta per pubblicarlo. Abbiamo creato un sito web protetto da password con informazioni sulla band, l’album e l’artwork e lo abbiamo inviato a varie etichette che rappresentavano band simili alla nostra. Non Serviam Records ha risposto e siamo stati felici di firmare con loro.
La produzione è migliorata molto rispetto all’album precedente, avete cambiato qualcosa?
Ho mixato e masterizzato “The Succubus”, il nostro precedente album, non avevo molta esperienza con il mixaggio ed è stato un importante processo di apprendimento per me. Ho acquisito più esperienza e conoscenze guardando “How to mix”, un video su YouTube, e grazie a tentativi ed errori. Per quanto riguarda il mixaggio, ho usato meno riverbero su questo album e ho cercato di creare un suono più aggressivo. Per il mastering abbiamo usato Lawrence Mackrory di Obey Mastering per dare il tocco finale all’album.
Venite dalla Norvegia, una terra dove negli anni ’90 c’è stata una grande scena black metal, con nomi come Immortal, Burzum, Mayhem, Satyricon, Emperor, Dimmu Borgir, Gorgoroth, Darkthrone, Enslaved, Carpathian Forest. A quale di questi vi sentite più vicini?
Penso che ci sentiamo più legati a Enslaved e Emperor grazie al loro approccio sperimentale al genere, ma ci sentiamo in qualche modo connessi con tutti loro musicalmente parlando.
E com’è la scena black metal nel vostro Paese oggi?
La scena black metal in Norvegia è fiorente! Un sacco di nuove band continuano ad apparire, band che mantengono la vecchia scuola e altre che portano qualcosa di nuovo sul tavolo. Alcune band della scena metal norvegese che mi piacciono sono: Misotheist, Nexorum, Iskald, Byfrost, Nordjevel e Whoredom Rife.
Quando e come vi siete conosciuti e a chi è venuta l’idea del nome “Keiser”?
I Keiser sono partiti come duo. Io e Mikael ci siamo conosciuti quando abbiamo studiato musica a Levanger. In quegli anni abbiamo legato grazie al nostro gusto per la musica e per la birra. Poi ci siamo confrontati su quale genere avremmo suonato, entrambi amavamo il black metal quindi abbiamo provato.
Il nome è nato come idea quando abbiamo registrato il nostro primo demo in studio. Ci è venuto in mente “Keiser” e non abbiamo pensato al fatto che il termine inglese per Keiser fosse Emperor fino a dopo l’uscita di “The Succubus”. Dopo aver prodotto il nostro album di debutto, avevamo bisogno di più membri per suonare dal vivo, abbiamo conosciuto William all’università e in seguito si è unito alla band.
Il nostro bassista Jon è l’ultimo arrivato nella nostra band, avevamo sentito cose buone su di lui e abbiamo deciso di chiedergli se voleva unirsi a noi.
Avete in programma dei concerti in streaming o state aspettando il momento in cui potrete tornare sui palchi?
Non abbiamo pianificato concerti in streaming, ma ci sono state alcune domande al riguardo. Forse dobbiamo ripensare a questa possibilità.
C’è un posto in particolare in cui vorresti suonare?
Personalmente mi piacerebbe suonare a festival come Hellfest, Wacken o Download e andare in tour nell’Europa continentale o in Giappone! Sarebbe divertente oltre che un sogno che si potrebbe avverare!
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi dire qualcosa a coloro che hanno letto l’intervista e invitarli ad ascoltare “Our Wretched Demise”?
Spero che l’album vi piaccia, ci siamo impegnati molto e abbiamo cercato di far risaltare questo album in mezzo agli altri. Grazie Marco per l’intervista e per il tuo tempo!
MARCO PRITONI
Band:
Voce, chitarra: Mikael Torseth
Chitarra: William Aamodt
Basso: Jon Einar Hektoen
Batteria: Geir Marvin Johansen
https://www.facebook.com/keisernor
https://www.instagram.com/keisernor/
https://www.facebook.com/nonserviamrecords
https://www.instagram.com/non_serviam_records/
https://non-serviam-records.bandcamp.com/
** ENGLISH VERSION **
On the occasion of the release of the second album “Our Wretched Demise”, the first with the Dutch label Non Serviam Records, I had the pleasure of interviewing Geir Marvin Johansen, the drummer and co-founder of the Norwegian black thrash metal band Keiser.
Hi, welcome to the pages of Tuttorock, how are you doing in general?
Hi Marco! We are fine, we are practicing and looking forward to the release of our album.
Tell me a little about this new album “Our Wretched Demise”, I listened to it and liked it a lot, when did you write the songs?
Thanks, glad you liked it. The process of writing new material for this album started in 2017 right after the release of our first album.
Did you start with lyrics or music first?
On the past releases some songs had lyrics before the music was made, but on this album the music came before the lyrics.
Why did you choose war as the main theme of your lyrics?
War in general is an everlasting problem and a recurring state on this globe. There is alot of inspiration to gather from the suffering. We may have been influenced by some state leaders during the writing process of this album.
I really like the whole album but my favorite track is “Shroud”, what do you think is the most successful track on the album?
I think it’s hard to choose a favourite track from this record, but personally I prefer “Shroud” when I’m listening to the record and “Far From Human” when we perform! And if I had to headbang to a song I would choose “Cannons of War”.
This is the first album you released with the Dutch extreme metal label Non Serviam Records, how did you come to sign with them?
After finishing the album we hoped to sign with a label to release it. We made a password locked website with info about the band, the album and artwork and sent it out to various labels that represented bands we are similar to. NSR answered and we were happy to sign with them.
The production has improved a lot compared to the previous album, have you changed anything?
Well, I mixed and mastered “The Succubus”. I did not have much experience with mixing and it was a major learning process for me. I have gained more experience and insight since the first album by watching “How to mix”- videos on YouTube and by trial and error. Mixing wise I used less reverb on this album and tried to create a more “in your face” sound. And for mastering we used Lawrence Mackrory at Obey Mastering to put the finishing touch on the album.
You come from Norway, a land where in the 90s there was a great black metal scene, with names like Immortal, Burzum, Mayhem, Satyricon, Emperor, Dimmu Borgir, Gorgoroth, Darkthrone, Enslaved, Carpathian Forest. Which of these do you feel most connected to?
I think we feel most connected to Enslaved and Emperor due to their experimental approach to the genre. But we connect with all of them in some musical way.
And how is the black metal scene in your country today?
The black metal scene in Norway is thriving! A lot of new bands keep appearing, bands who keep it old school and true, as well as some bands who bring something new to the table. Some bands in the Norwegian Metal scene that I enjoy are: Misotheist, Nexorum, Iskald, Byfrost, Nordjevel and Whoredom Rife.
When and how did you meet and who came up with the idea of the name “Keiser”?
Keiser started out as a duo. Me and Mikael met when we studied music in Levanger. During those years we connected over our taste in music and beer. Shortly after we had some sort of idea of what genre we would play, we both liked black metal, so we gave it a shot.
The name came as an idea when we recorded our first demo in the studio. We came up with “Keiser” and we didn’t think it through that the english term for Keiser is Emperor until after “The Succubus” was released. After we produced our debut album we needed more members to play live. We also met William at the university and he joined the band later on.
Our bassist Jon is the latest addition to our band, we had heard good things about him and decided to ask him if he wanted to join us.
Are you planning any concerts in streaming or are you waiting for the moment when you can return to the stages?
We haven’t planned on streaming a concert, but there have been some questions about it. Maybe we have to rethink the possibility of streaming a concert.
Is there a place you would like to play in particular?
Personally I would like to play festivals such as Hellfest, Wacken or Download and to go on tour in continental Europe or Japan! That would be fun and a dream come true!
Thank you very much for your time, would you like to say something to those who have read the interview and invite them to listen to “Our Wretched Demise”?
I hope you like the album, we have put a lot of effort into it and we’ve tried to make this album stand out. Thank you Marco for the interview and your time!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.