KATATONIA – Intervista al bassista Niklas Sandin
In occasione dell’uscita del bellissimo nuovo album “City Burials”, in programma il 24 aprile, ho fatto una bella chiacchierata su Skype con Niklas Sandin, il gentilissimo bassista della storica band scandinava Katatonia.
Ciao Niklas, benvenuto su Tuttorock, prima di tutto come va in generale?
Ciao Marco, piacere di conoscerti! Sta andando bene, il sole splende oggi in Svezia, è una buona cosa in mezzo a questa situazione di crisi dovuta al Coronavirus.
Qui in Italia e in molti altri paesi siamo in quarantena da quasi 20 giorni, in Svezia invece ho sentito che sono state prese misure più leggere, nessuno sa ancora quale sarà la scelta migliore, qual è la tua idea al riguardo?
Questa è una bella domanda, non so davvero cosa potrà essere meglio tra la quarantena totale e le nostre misure più leggere. Penso che qui in Svezia siamo stati bravi nel prendere le distanze sociali fin dal passato perché, ad esempio quando stiamo aspettando l’autobus, vediamo da tempo le foto che ci dicono che dobbiamo rispettare un mezzo metro di distanza tra noi. Fondamentalmente abbiamo avuto questa strategia da sempre, quindi non è cambiato nulla riguardo al distanziamento sociale qui. Penso che forse la cosa funzioni meglio nei paesi in cui il distanziamento sociale è un qualcosa costruito fin dall’inizio piuttosto che in altri paesi in cui le persone tendono a riunirsi di più. È una situazione orribile, sento che l’essere umano è molto frustrato.
Il vostro undicesimo album in studio, “City Burials”, uscirà il 24 aprile, l’ho ascoltato e lo trovo fantastico, come sono nate le canzoni?
Come al solito, anche questa volta Jonas ha scritto la maggior parte della musica e dei testi. Lo ha fatto nel suo studio di casa, poi ha presentato le canzoni un po’ per volta agli altri membri e quando ha finito la registrazione completa delle canzoni abbiamo iniziato a registrare a casa. Quando abbiamo sentito un buon feeling con le canzoni le abbiamo registrate in studio. Abbiamo iniziato a registrarle professionalmente e, come negli ultimi due dischi, Jonas si è mostrato molto aperto riguardo ai suggerimenti che ho dato per fare le mie linee di basso, le abbiamo adattate e abbiamo discusso di alcuni pezzi in modo da poter dare il mio tocco alle canzoni. Non c’è dittatura nella band. Questo è stato il processo dalla scrittura alla pubblicazione della musica. Mi sento più ispirato come musicista nel poter essere ascoltato da chi scrive le canzoni, non voglio solo suonare nota per nota le cose scritte prima.
Mi piace l’intero album ma i miei due brani preferiti sono “Lacquer” e “City Glaciers”, e i tuoi?
Non credo di avere una canzone preferita. Penso forse che “Untrodden” sia una di quelle più forti dell’album. Penso che questo sia un album come quelli che crescono sempre più traccia dopo traccia.
Nella canzone “Vanishers” c’è la presenza della cantante Anni Bernhard, perché avete scelto lei?
Fondamentalmente perché ha il tipo di voce e le capacità di cantare adatte alla musica dei Katatonia. In realtà abbiamo sentito parlare per la prima volta di lei nel 2012, quando il mio amico Thomas suonava il basso per i Full Of Keys, la band di Anni, e ascoltavamo il loro album nel tour bus. Volevamo una collaborazione femminile nella traccia “Vanishers”, le abbiamo chiesto se fosse occupata per altri progetti, ha cantato e penso che abbia funzionato alla grande.
Jonas e Anders sono gli unici due membri fondatori di Katatonia, dal 1991, poi c’è stato il tuo arrivo nel 2010, ricordi come sei stato contattato per suonare con loro e qual è stata la tua reazione?
Certo, è stata un’esperienza davvero incredibile essere contattato da Jonas. Stavo suonando musica in una band chiamata Amaran, da non confondere con gli Amaranth. Nel 2008-2009 Ronnie Backlund, il chitarrista di quella band, era il tour manager dei Katatonia e, attraverso lui, sono entrato in contatto con Jonas e l’ho incontrato un paio di volte. Quando hanno avuto bisogno di avere qualcuno che sostituisse il vecchio bassista dei Katatonia, ricordo che stavo lavorando all’ufficio postale e ho ricevuto una mail da Jonas, mi ha scritto che aveva bisogno di un bassista e mi ha chiesto se fossi stato disponibile per un tour. Ho risposto di sì, pensavo che suonare musica fosse meglio che recapitare la posta, questa è la storia.
Poi sono arrivati Daniel e Roger, cosa hanno portato alla band?
Fondamentalmente il loro buon atteggiamento e la loro straordinaria musicalità. Penso che sia stata una buona scelta per la band. Penso che sia stato davvero perfetto il fatto che entrambi si siano uniti alla band.
La vostra musica soddisfa tutti, ci sono parti metal, parti prog, molte melodie, non ho mai sentito nessuno dirmi “non mi piacciono i Katatonia”, siete consapevoli di piacere a così tante persone?
Quando siamo sul palco, guardo il pubblico e non è un pubblico tipicamente metal, va dagli adolescenti agli uomini di 70 e 80 anni. Penso che questo sia bello perché tante persone diverse stanno insieme. Ci ho pensato e sono molto felice che la nostra musica piaccia a così tante persone diverse, non solo ai black metaller o ai death metaller. Puoi vedere tutti insieme una persona con la maglietta degli Obituary, un’altra con la maglietta degli Abba o un uomo con abiti da ufficio.
Che tipo di musica ascolti di solito e c’è qualche artista o gruppo oggi che ti piace particolarmente?
Ascolto praticamente di tutto tranne il reggae e la maggior parte della scena hip hop, mi piace tutto dalla musica classica alla musica metal. Mi piace moltissimo la band Vulfpeck con Joe Dart al basso. È davvero incredibile, è musica divertente, qualcosa che mi colpisce.
Suoni anche la chitarra in una band death metal chiamata Lik, come va con loro?
Sta andando bene. In questo momento stiamo registrando il nostro prossimo album integrale in arrivo proprio durante questa crisi. È una cosa positiva il fatto che siamo in grado di recarci nella nostra sala prove perché non possiamo fare spettacoli ora, quindi non abbiamo nulla di diverso da fare. Non siamo in grado di andare nello studio professionale, quindi stiamo registrando tutto nella nostra sala prove il più professionalmente possibile. È molto eccitante ed è molto interessante farlo diversamente questa volta. Penso che il disco uscirà probabilmente attraverso Metal Blade Records a settembre.
Avete fan storici che vi hanno seguito nei vostri cambiamenti musicali e altri che sono arrivati dopo, come è il vostro rapporto con loro?
Il rapporto con i nostri fan è buono! Siamo una band che ama guardare e monitorare ciò che la gente dice e ciò che la gente pensa su Internet e siamo anche felici di incontrare molti di loro dopo i nostri concerti. In questa era digitale siamo più connessi con loro.
C’è un concerto che ricordi più degli altri?
Ce ne sono molti! Certo, ricordo quei concerti un po’ strani, non ricordo il posto, eravamo negli States, quando suonavamo sapevamo che tutto poteva andare storto. Alla fine rinunciavo a salire sul palco, mollavo il basso, ordinavo una birra al bar e parlavo con il pubblico, quando risolvevano le difficoltà tecniche, in venti minuti tornavamo sul palco e c’erano altri problemi. Ricordo molto quel tipo di spettacoli ma ci sono molti altri concerti che mi sono piaciuti.
Immagino che avevate pianificato un tour per promuovere “City Burials”, con il mondo quasi completamente immobile, come lo gestite?
Continuiamo a fare cose e stiamo effettivamente cercando di migliorare la nostra sala prove. Manteniamo qualcosa da fare e cerchiamo di rimanere positivi perché ovviamente è un momento difficile per l’industria della musica e stiamo perdendo molti spettacoli. Non vediamo l’ora di suonare il set di City Burials e ora ci focalizziamo su altre cose.
Grazie mille, vuoi dire qualcosa ai lettori di questa intervista e ai vostri fan?
Grazie a te Marco. Cercate di rimanere sani e salvi. Mantenete alto lo spirito in questo periodo difficile! Non vediamo l’ora di venire in Italia!
MARCO PRITONI
Band:
Voce: Jonas Renkse
Chitarra: Anders Nyström
Basso: Niklas Sandin
Batteria: Daniel Moilanen
Chitarra: Roger Öjersson
** ENGLISH VERSION **
On the occasion of the release of the wonderful new album “City Burials”, scheduled for April 24, I had a nice chat on Skype with Niklas Sandin, the very kind bass player of the historic Scandinavian band Katatonia.
Hi Niklas, welcome to Tuttorock, first of all how is it going in general?
Hello Marco, nice to meet you! It’s going good, actually the sun is shining today in Sweden, it’s a good thing, it’s a nice feature on this Coronavirus crisis situation.
Here in Italy and in many other countries we have been in quarantine for almost 20 days, in Sweden instead I heard that lighter measures have been taken, nobody knows yet what will be the best choice, what is your idea about it?
That’s the question, I don’t really know if the full home quarantine will be better or our more lighter measures will be better. I think maybe that we are good in social distancing already from the beginning because when we are waiting for the bus we can see pictures that says us already that we must respected an half meter between everybody. We had that strategy forever basically so nothing has really changed about social distancing here. I think maybe it works better in countries where social distancing is kind of something built in the beginning that in other countries where people are tending to get together more. It is a horrible situation, human are getting frustrated I’ve heard.
Your eleventh studio album, “City Burials” will be released on April 24, I listened to it and I find it amazing, how did the songs come about?
As usual, also this time Jonas wrote most of the music and lyrics of course as well. He did it back is in his home studio, then he presented the songs bit by bit to other members and when he has done the complete recorded of the songs we started to record at home. When we felt good about the songs we recorded them in studio. We started to recorded them properly and as on the last couple of records, he was very open with suggestions I got to do about my own bass lines so we fits them and we discussed about some pieces so I can bring my own flavor to the songs as well. There is no dictatorship in the band. So that is pretty much process from writing to releasing music. I feel more inspired as musician to be able to be heard to the songwriters, I don’t want only play note by note the stuff written before.
While I like the whole album, my two favorite tracks are “Lacquer” and “City Glaciers”, and yours?
I don’t think I have a favorite song. I think maybe Untrodden is one of those I thing are the strongest of the album. I think that this is an album like those album that grows more and more track by track.
In the song “Vanishers” there is the presence of the singer Anni Bernhard, why did you choose her?
Basically because she has the kind of vocals and she singing capabilities suitable to the music of Katatonia. We actually heard about her the first time in 2012 when my buddy Thomas was playing bass for Full Of Keys which is the band of Anni, and we listened to their album in the tour bus. We wanted a female feature in the track “Vanishers”, I asked her if she was occupied for other projects, she has sang and I think she worked great.
Jonas and Anders are the only two founding members of Katatonia, since 1991, after you arrived in 2010, do you remember how you were contacted to play with them and what was your reaction?
Of course, it was very an unbelieved experience to be contacted by Jonas. I was playing music in a band called Amaran, not to be confused with Amaranth. In 2008-2009 Ronnie Backlund, the guitar player of that band, was the tour manager of Katatonia and thorugh him I got in touch with Jonas and I met him a couple of times. When they needed to have someone that filled the shoes of the old bassist of Katatonia, I remember I was working at the post office and I received a mail by Jonas, he wrote me he needed a bass player and asked me if I was available for a tour. I answered yes, I thought that playing music is better that delivering post, so that’s the story.
Then Daniel and Roger came, what did they bring to the band?
Basically their good attitude and their amazing musicianship. I think it was a good fit for the band. I think was really good fit when they both joined the band.
Your music satisfies everyone, there are metal parts, prog parts, many melodies, I have never heard anyone tell me, I don’t like Katatonia, are you aware of pleasing so many people?
When we are on stage, I look the audience and it is not a thypical metal audience. It can range from teenager to 70 and 80 years old men. I think it is beautiful because so many different people stay together. I’ve been thinking about it and I’m very happy that it music pleases so many different people, not only black metal people and death metal people. You can see a person with Obituary t-shirt, another one with Abba t-shirt or a man with office clothes all together.
What kind of music do you usually listen to and is there any artist or band today that you particularly like?
I listen to pretty much everything except reggae and most of hip hop scene, I like all from classical music to metal music. I like very much the band Vulfpeck with Joe Dart on bass. That is really amazing, it’s fun music, something that impresses me.
You also play the guitar in a death metal band called Lik, how’s it going with them?
It’s going good. We are actually recording our next upcoming full length album right now during this crisis. It’s a positive thing that we are able to take ourselves to our rehearsal room because, we can’t make shows now so we have nothing different to do. We are unable to go to the professional studio so we are recording all in our rehearsal room as professional as we can make it. It’s very exciting and it’s very interesting to do it differently this time. I think it will be probably released through Metal Blade Records in September.
You have historical fans who followed you in your musical changes, and others who came later, how is your relationship with them?
The relationship with our fans is good! We are a band that like watches and monitor what people say and what people think on internet and we are also happy to meet them after the shows. In this digital age we are more connected with them.
Is there a concert you remember more than the others?
There are so many! Of course, I remember those concerts which were little bit weird, I can’t remember the place, it was in the States, when we were playing we knew that everything could went wrong. I eventually gave up to stand on the stage, I left the bass, I ordered a beer at the bar and I spoke with the audience, when they resolved the technical difficulties, in twenty minutes we returned onstage and there were other problems. I really remember those kind of shows but there are many other shows I like.
I guess you planned a tour to promote “City Burials”, with the world that is almost completely still, how are you managing it?
We keep doing stuff and we are actually trying to improve our rehearsal studio. We keep something to do and try to stay positive because of course it is a hard moment for the music industry and we are loosing a lot of shows. We are looking forward to play the set of City Burials and now we set our mind on other things.
Thank you very much, do you want to say something to the readers of this interview and to your fans?
Thank you Marco. Try to stay safe and healthy. Keep the spirit high in this hard period! We are looking forward to come to Italy!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.