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KARMA – Intervista a David Moretti

KARMA – Intervista a David Moretti

L’attesa è finita: dopo 27 anni i KARMA sono ufficialmente tornati con  “K3“, il terzo loro album disponibile ovunque (store digitali, negozi fisici e online via Vrec/Audioglobe – CD, MC e doppio LP).

Ciao David, sono passati parecchi anni dall’esordio, che ricordi ti porti dietro e cosa hai imparato in questo quarto di secolo?
I ricordi sono di un periodo fantastico vissuto in prima linea quando da giovane universitario e musicista ho visto la mia generazione unita in una profonda voglia di cambiamento che si è tradotta poi in un movimento culturale che olisticamente ha toccato un po’ tutte le arti inclusa la musica. Sono gli anni della controcultura, dell’attivismo, di Naomi Klein e del suo No Logo, delle azioni di communication-guerrilla di AdBusters, di Porto Alegre e il World Social Forum che si contrapponeva all’Economic Forum di Davos, e ovviamente del movimento della Pantera di cui i Karma facevano spiritualmente parte. Un sogno che si è infranto purtroppo per diverse ragioni compresa la polarizzazione politica per cui temi centrali sono diventati solo bandiera di una fazione e non piattaforma per una profonda riflessione trasversale. Ovviamente sono tante le cose che ho maturato in questi anni, su tutto che niente è immutabile e non esiste un punto di arrivo che poi non diventi a sua volta una ripartenza. Per questo è meglio avere una valigia sempre pronta sotto il letto e accettare l’imprevedibile come opportunità per un vitale cambiamento.

Veniamo subito al presente, “Luce esatta” viene presentata con sonorità riflessive, avvolgenti, e l’ascolto corrisponde esattamente all’incipit. Questo inizio strumentale su poi si innesta la melodia è molto intrigante. Come è nata l’ispirazione per questo brano? Cosa avete voluto trasmettere agli ascoltatori?
Luce Esatta è un brano che, nella sua forma essenziale, mi porto dietro da tanti anni. Più precisamente dal 97. Fa parte di un gruppo di 4 canzoni che rappresentava il mio contributo al terzo disco dei Karma: Luce Esatta, Abbandonati a me, Eterna, e Il Mutamento (pezzo che purtroppo non sono riuscito ad inserire in questo album). Sono brani che ho scritto per la mia compagna, madre dei miei tre figli e da oltre 25 anni mia sposa (termine che preferisco a moglie per la bellissima radice latina desponsare o spondere che significa promettere. Promessa che ho l’impegno di rinnovare ogni giorno). Luce è nel gruppo il brano più metafisico direi, perché descrive la fugace consapevolezza racchiusa in un attimo, uno spazio di sospensione in cui percepiamo o abbiamo l’impressione di cogliere qualcosa di più grande. Il bellissimo video donatoci da Sirio Magnabosco racconta perfettamente ciò che Luce sottintende. Stilisticamente ho ricontestualizzato gli arrangiamenti facendone un brano essenzialmente post-rock con un pizzico di contemporaneità con l’utilizzo di sintesi granulari su voci e pianoforte.

Vuoi spoilerare qualcosa dell’album in prossima uscita per Vrec Music Label? Cosa ci possiamo aspettare dal resto della tracklist? Ci saranno altre sonorità? Ritmi rock?
K3 può essere ben inteso come un concept, raccogliendo 26 anni di vita in una costante scalata verso una vetta ipotetica che è la vita stessa. Una ricerca che non ho mai smesso e domande alle quali cerco ancora risposta. Ma non è un concept in senso stretto, non ha cioè una storia che si evolve in modo lineare, né protagonisti a cui dare un nome. È un viaggio sonoro che spazia tra una varietà di emozioni e timbri, e il suono è al servizio di questo viaggio. Non amo fare riferimenti a generi, perché già dal nostro secondo lavoro Astronotus, l’intenzione era smarcarci dalle categorie. Indubbiamente K3 vive di un’evoluzione che molto risente di tutta la musica che ho ascoltato con amore in questi anni. Inoltre, sono circondato da una scena rock vibrante e molto attiva, e dopo così tanti anni passati qui non so quanto di italiano musicalmente mi rimanga. C’è ovviamente una matrice Karma più classica, ma anche moltissima contemporaneità. Chi ha seguito la genesi di questo lavoro ci ha trovano psichedelia, neo prog, post-rock, ambient, shoegaze rock, addirittura djent. Diciamo che sicuramente non è un prodotto da incasellare nella classica alternativa italiana. Spero invece che possa rappresentare qualcosa di nuovo nell’alternativa rock. Qualcosa che possa coniugarci al presente. 

Normalmente come si svolge il processo creativo? Arrivate in studio con delle idee già pronte? Prima i testi poi la musica o viceversa? Avete ruoli differenti nella nascita dei pezzi?
Per anni il processo creativo è stato quello di far evolvere insieme un’idea fino a portarla a diventare un brano finito. Se questi spunti fossero venuti da me spesso sarebbero stati già comprensivi di struttura e melodia essendo cantante e chitarrista, altri invece potevano partire da riff o incastri ritmici. K3 nasce invece da presupposti diversi non abitando più tutti nella stessa città. Io vivo ormai da quasi 10 anni negli Stati Uniti e alcuni membri si sono spostati in altre regioni. Inoltre, era dall’ultimo tour fatto nel 2010 che praticamente non avevamo più contatti. Durante la pandemia ho iniziato a scrivere brani nuovi e a riarrangiare canzoni che avevo con me da tempo. Così nasce k3. Una volta chiusi gli arrangiamenti e definito i testi volevo avvalermi di musicisti per andare a risuonare, correggere o a inserire nuove parti. Così ho ripensato ai karma con i quali mi stavo risentendo per pianificare le ristampe dei vecchi lavori. La decisione di renderlo un album ufficiale del gruppo e non un mio progetto solista è venuta più avanti quasi alla fine dei mix. Ma il fatto di non avere proiezioni, di affrontare il lavoro focalizzandoci solo sui brani mi ha permesso di coinvolgere ognuno di loro separatamente e guidarli all’interno della mia visione senza correre il rischio di far saltare tutto come già era accaduto in passato.

L’ingresso di Ralph Salati, chitarrista metal, per il tour cosa cambierà nei live?
Ralph si è aggiunto alla band a causa dell’impossibilità di avere Andrea con noi in tour. Una decisione presa di comune accordo, ma che ha inevitabilmente creato una serie di complessità prima fra tutte individuare chi potesse prendersi l’onere di sostituire una figura così centrale. Ralph oltre ad essere il chitarrista dei Destrage, gruppo fenomenale della scena metal, è anche un musicista estremamente versatile con progetti paralleli che spaziano dal prog al Classic rock e per noi tra molti possibili candidati è stata da subito la scelta più logica. Inoltre, in qualche modo era legato ai karma tramite Pacho, nostro percussionista, che aveva coinvolto nelle registrazioni di un loro album e con il quale condivideva l’insegnamento alla NAAM di Milano dove è capo dipartimento del corso di chitarra moderna. Ralph si è da subito integrato portando nel gruppo un contagioso entusiasmo e una visione che si è perfettamente amalgamata con la prospettiva che abbiamo rispetto al perché tornare a fare musica, soprattutto in questo paese.

Non vedo l’ora di vedervi all’Alchemica, cosa promettete ai fans che verranno nelle vostre date del tour?
Che non sarà un revival degli anni 90. Chiudete gli album dei ricordi. I karma sono qui, ora e adesso.

Progetti futuri?
L’ho detto molte volte, come un mantra. Siamo tornati per restare. C’è ancora tanta musica, tante idee, tante canzoni che aspettano di essere registrate. E non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.

MAURIZIO DONINI

Band:
David Moretti – voce, chitarre (oltre a piano e programmazioni)
Andrea Bacchini – chitarre
Andrea Viti – basso
Alessandro Pacho Rossi – percussioni
Diego Besozzi alla batteria

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