Kàmila – intervista su “Il Mondo dei Balocchi”
In occasione dell’uscita del loro – distopico – singolo “Mondo dei Balocchi” abbiamo intervistato il Reverendo Fabio Rota.
Il nome della band, Kàmila, si lega a quello una donna a te connessa. Chi è questa figura misteriosa?
La figura che ispira sia il nome della band che buona parte del progetto, è una figura femminile che ha accompagnato tutta la parte iniziale della mia fase artistica. Quando si parla di fase artistica iniziale, si parla di un periodo lungo almeno una quindicina di anni: a 17 anni ho iniziato con la pittura, con esposizioni e mostre tra l’Italia e l’Europa e collaborazioni con gallerie di arte. Dopo sono passato alla fotografia, perché mi serviva un mezzo espressivo più rapido.
Kamila era sempre presente, una sorta di “luogo sicuro” in cui trovare l’energia e la determinazione per continuare ad esprimermi, nonostante le innumerevoli difficoltà di ogni tipo, soprattutto emotive.
Attorno al 2011 ho sentito la necessità di trovare un mezzo espressivo non solo più rapido, ma anche più immediato, così ho iniziato a scrivere testi e a metterli in musica con l’aiuto di una band rock emiliana “IL NUCLEO” (amici d’infanzia), molto conosciuti all’ inizio degli anni 2000.
Da quel momento è nato un progetto che inizialmente consisteva nell’ unione tra musica e pittura “9 CANZONI PER 9 DONNE”; rock ballad che avevano ciascuna come corrispettivo un’opera a olio su tela. Grazie anche a un crowdfunding il progetto ha avuto largo successo.
Alla fine di tutto questo percorso Kàmila è venuta a mancare. In quel momento ho sentito la necessità di continuare a fare musica… cinque anni fa, mi sono trasferito in Trentino dove ho fondato i KÀMILA ROCK BAND. Continuerò a fare musica o arte, in quanto era lei ad incoraggiarmi nel far emergere il mio talento creativo.
C’è un altro appellativo che mi incuriosisce ed è quello di “Reverendo”, come è nato questo nomignolo?
Questo soprannome deriva dal rapporto che ho con la fede cristiana: un rapporto complesso di amore et odio, assenza et presenza, amore divino che si mescola con l’amore erotico. Sentimenti contrastanti che mi accompagnano da sempre.
Questo rapporto l’ho sviluppato pittoricamente in passato con interi cicli di opere dedicati a Maria, Gesù, Maria Maddalena. In alcuni testi di canzoni, non ancora uscite, si possono trovare chiaramente questi richiami.
Il nome “Reverendo” deriva da questo e da un tatuaggio che ho a fianco dell’ occhio sinistro, che rappresenta il drago che San Michele ha sconfitto.
Provenite tutti da esperienze pluriennali nell’ambito musicale. Mi raccontate il vostro trascorso e quali gruppi vi hanno influenzato?
Io (che ho già raccontato i miei trascorsi sopra) ho una storia musicale fortemente influenzata dal primo Vasco, dai Doors e dai Guns n’ Roses.
Michele arriva dal classic rock, ha fatto parte di diverse formazioni sia cover che inediti. Fabio Olivieri è fortemente influenzato dall’hard rock anglo-americano e dalla musica elettronica di Vangelis e Jean Michel Jarre, nonché dalla fusion di Chick Corea, inoltre ha composto jingle pubblicitari e brevi colonne sonore.
Denis pensa che la musica vada vissuta a 360°, dal jazz all’heavy metal, e così oltre che essere un ascoltatore senza limiti cerca di portare il proprio bagaglio di musicista anche nelle sonorità dei Kàmila.
Flavio inizia come chitarrista, passando al basso elettrico per necessità di organico ma se ne innamora presto. Vanta una trentennale l’esperienza nel primo gruppo di cover rock D.O.C., ancora in attività, e partecipazioni durature in gruppi tributo. Valentina arriva dallo studio di canto lirico e musica corale e ha lavorato per 15 anni come cantante di musica leggera, spaziando per molteplici generi.
E voi come vi siete conosciuti?
Quando mi sono trasferito in Trentino mi sono messo a cercare musicisti, anzi prima di tutto volevo trovare delle persone, che condividessero questo progetto. Dopo vari cambiamenti all’ interno del gruppo si è arrivati alla formazione attuale, con la quale si sta lavorando da diversi anni.
Nel vostro singolo affrontate una metafora paradossale che tuttavia è un potente stimolo di riflessione, quella del “Paese dei Balocchi” di Collodi, un luogo immaginario in cui in mezzo a continui spassi e divertimenti ore, giorni e settimane passano “come tanti baleni”, salvo risvegliarsi dopo una manciata di mesi, con un bel paio di orecchie d’asino. Voi però non vi accontentate di un paese, ma parlate addirittura di un mondo in preda alla depravazione più totale… come è nata questa associazione di idee?
Nasce dalla mia personale e totale repulsione nei confronti di un mondo in cui le persone regrediscono spiritualmente a una velocità folle.
In un mondo dove l’ambiente e la natura ci urlano la loro richiesta di aiuto, noi tutti siamo complici: pensiamo a inseguire stereotipi, ad apparire sui social, andiamo a un concerto e lo guardiamo attraverso lo smartphone, 14 miliardi di animali vengono allevati e uccisi ogni anno negli allevamenti intensivi con tutte le conseguenze nefaste sulla nostra salute e sull’ambiente e noi puntualmente ci giriamo dall’ altra parte. Un giorno sì e uno no siamo testimoni di un femminicidio, e potrei andare avanti ancora, senza contare guerre ed epidemie.
Mi è bastato pensare un minuto a tutto ciò che mi circonda e questo testo si è scritto da solo in cinque minuti.
In senso figurato questa situazione di incondizionata libertà che sembra essere strutturata fuori dai canoni della realtà, tuttavia ne risulta perfettamente aderente. Tutti i personaggi “bizzarri” che popolano il vostro mondo vivono una situazione ambivalente, dove dietro ad una maschera pirandelliana di apparenza (con la funzione di proteggere e salvare la facciata), si cela il volto degenerato dell’immoralità e del vizio…
Il problema vero è che secondo me non sono personaggi bizzarri, non nel senso che sia raro trovarli almeno. Purtroppo sono personaggi perfettamente normali, che rispecchiano la più banale e becera mediocrità della nostra società, nella quale prosperano ricoprendo ruoli sociali anche di rilievo. E non sono nemmeno così sicuro che agiscano volendosi nascondere attentamente dietro una facciata, anzi tutt’altro…
Il fatto che questa gente popoli un mondo che è anche mio, tuo e di tutti, è tragico e allarmante.
Prevedete l’uscita di un album a breve?
Certo, se ci saranno le condizioni lo faremo uscire. La nostra idea di album è quella di mettere insieme almeno 9 pezzi, tutti diversi e tutti di peso. Insomma un discorso “old school”. Ci piacerebbe che trattassero argomenti disparati. Che ci siano canzoni d’amore ma anche denunce nei confronti della società in cui viviamo. Anche il sound forse non sarà così scontato: magari faremo anche un salto in Jamaica a ballare il reggae! Scherzi a parte, ci stiamo lavorando e siamo a buon punto.
Vi ringrazio per il vostro tempo e vi auguro in bocca al lupo per la promozione del vostro singolo “Il Mondo dei Balocchi”
Grazie a tutti gli amici di Tuttorock!
SUSANNA ZANDONÀ
Band:
Voce: Fabio “Reverendo” Rota
Cori: Valentina “Tina” Mosetti
Tastiere: Fabio “O’ dottore” Olivieri
Chitarra: Michele “Mike” Virgilio
Batteria: Denis “El cina” Cappelletti
Basso: Flavio “Fergutz” Ferrari
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Better known as Violent Lullaby or "The Wildcat" a glam rock girl* with a bad attitude. Classe 1992, part-time waifu e giornalista** per passione. Nel tempo libero amo inventarmi strambi personaggi e cosplay, sperimentare in cucina, esplorare il mondo, guardare anime giapponesi drammatici, collezionare vinili a cavallo tra i '70 e gli '80 e dilettarmi a fare le spaccate sul basso elettrico (strumento di cui sono follemente innamorata). *=woman **=ex redattrice per Truemetal