JUNIOR V – Il giovane artista pugliese parla del nuovo disco
Ho intervistato Junior V, artista pugliese classe 1998 che ha pubblicato il suo terzo album “Sconosciuti che conoscono l’amore”, il primo del suo nuovo percorso che lo vede abbandonare il retaggio reggae dei primi due lavori. Nelle dieci tracce che compongo il disco, Vincenzo, questo il nome di Junior V, sorvola un pop d’autore confezionato con elegante spontaneità, coniugando un dream folk tutto italiano senza cadere nella tentazione di arrangiamenti easy listening.
Ciao Vincenzo, benvenuto su Tuttorock, come stai?
Ciao, bene grazie! Felice per la release del nuovo disco.
Parlami un po’ di questo nuovo album, “Sconosciuti che conoscono l’amore”, il tuo terzo disco, possiamo però considerarlo il primo del nuovo Junior V?
Sì, io lo reputo il mio primo vero e proprio disco perché ho preso molto tempo, all’incirca due anni, per registrarlo e sono soddisfatto di ogni singola nota di ogni canzone.
Come sono nati i brani? Prima da un giro di accordi o da un riff di chitarra o prima dai testi?
Essendo un chitarrista, compongo la musica prima del testo. Individuo un giro di accordi che mi piace e sviluppo le melodie su di esso. Successivamente costruisco il testo in base alle melodie spontanee che, di solito, salvo con parole a caso durante il processo di composizione.
Parli molto di amore nelle 10 canzoni del disco, sono tutte storie nate dalle tue esperienze personali?
Sì, assolutamente. Reputo molto vero questo disco perché ho voluto raccontare delle esperienze d’amore personali. Questo amore, a volte, anche immaginario, dato da incontri di pochi minuti che hanno suscitato una strana fantasia nella scrittura. Ad esempio “Sconosciuti che conoscono l’amore”, singolo title track del disco, parla di una ragazza che non mi fece accendere una sigaretta in stazione (nonostante fosse con l’accendino in mano) e per combinazione aveva il posto di fronte al mio nel treno. Ogni ora mi faceva leggere delle frasi d’amore evidenziate in un libro di Bukowski. Dopo queste esperienze ho sentito la necessità di scrivere delle canzoni.
La masterizzazione è stata fatta da Christian Wright (già con Ed Sheeran, Franz Ferdinand, Blur, Radiohead), come sei arrivato a lui?
Sono onorato di aver collaborato con un grande ingegnere di mastering come Christian Wright. Avevo mandato una mail con un mio brano, “Odore d’incenso”, il primo singolo. Gli piacque molto il sound inglese ma con il testo in lingua italiana e decise di masterizzarlo agli Abbey Road Studios. Successivamente ha masterizzato tutto il disco in due giorni di session, per poi scrivermi: “Enjoyed working on the album, love the arrangements & sound”.
I tre video usciti finora sono stati realizzati utilizzando le tavole inedite dell’illustratore Roby il Pettirosso, com’è nata questa collaborazione?
Con Ernesto, in arte Roby il Pettirosso, si è sviluppata una bellissima coesione artistica; riesce a rappresentare in modo impeccabile ed originale la mia musica con le sue illustrazioni. Sono felicissimo di aver instaurato questa “vibes” perché è un artista che stimo tantissimo e seguivo già da parecchio tempo; la sua bravura è dimostrata dal fatto che i suoi disegni vengano condivisi da centinaia di migliaia di persone.
In questa tua nuova veste artistica hai abbandonato la lingua inglese, come mai questa scelta?
Penso sia stata una scelta naturale. Ho voluto cercare qualcosa che mi caratterizzasse da tutto il filone indie italiano facendo un tipo di indie che, musicalmente, prendesse tutti i miei ascolti internazionali e, dal punto di vista testuale, ci fosse un accenno al cantautorato italiano, dato che adoro tantissimo De Gregori e Niccolò Fabi.
Parlami un po’ della tua formazione musicale.
Ho iniziato a suonare la chitarra classica quando avevo 8 anni. La musica è sempre stata tutta la mia vita da allora… Durante il mio periodo adolescenziale ho scoperto il Reggae, un genere musicale che mi ha cresciuto e mi ha dato le basi, anche morali, per tutto. Ho registrato un paio di dischi reggae che mi hanno permesso di aprire i primi concerti importanti come (Ky-mani Marley, Seun Kuti, Macka B, Aba Shanti etc..). Poi ho riscoperto la mia vera madre: il Folk. Ho iniziato di nuovo ad ascoltare i dischi di Ben Harper, il rock di Bruce Springsteen (amato dal mio papà) ed infine ho scoperto tutta la nuova scena rock inglese (Catfish and the Bottlemen, Sam Fender, Circa Waves) e il surf folk australiano (Ziggy Alberts, Kim Churchill, John Butler trio). Questo sound internazionale mi ha ispirato per il mio nuovo percorso, per il nuovo Junior V.
Ascolti ancora musica reggae?
Sì, certo, non smetterò mai di ascoltarla. È una musica che cura la mia anima. E anche nel nuovo disco c’è una canzone, “Senza dirci niente”, che richiama questo genere.
Visto che sei molto giovane, qual è il tuo più grande sogno musicale?
Sono molto ambizioso, quindi non ti so dire qualcosa in particolare. Spero solo che la mia musica riesca ad arrivare a più persone possibili, così da poter suonare in ogni angolo del mondo.
I tuoi progetti dopo questo album?
Sto scrivendo tanta musica nuova perché è quello che mi fa stare meglio e inizio già a immaginare quali potranno essere i miei progetti futuri: il mondo viaggia di fretta e questo mi permette di stargli dietro. Abbiamo anche un tour in programmazione e speriamo si possa tenere così da portare la mia musica in giro.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa?
Grazie a voi! È stato un piacere enorme! Ascoltate il nuovo album “Sconosciuti che conoscono l’amore” su Spotify o, per chi preferisce il formato fisico, è disponibile il cd nei negozi di musica o è possibile prenotarlo anche online.
Un saluto! 1 love, JV
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.