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JOHANN SEBASTIAN PUNK – Intervista su “VIVO NELLO SCANDALO”

JOHANN SEBASTIAN PUNK – Intervista su “VIVO NELLO SCANDALO”

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “VIVO NELLO SCANDALO”, ho intervistato JOHANN SEBASTIAN PUNK

Johann Sebastian Punk nasce nel 2011 dalla mente di Massimiliano Raffa ed esordisce discograficamente nel 2014 con More Lovely and More Temperate, lavoro che cattura immediatamente l’attenzione della critica riuscendo a entrare nella cinquina finale della Targa Tenco alla miglior opera prima, cosa mai accaduta nella storia del premio per un album in lingua inglese. Lo stile audace e fuori dagli schemi dell’album – pasticcio postmoderno di glam rock, psichedelia, noise, elettronica, chamber pop, cabaret e tropicalismo – è ancor più a fuoco nel successivo Phoney Music Entertainment (2017). Nel 2018 Raffa decide di porre fine a Johann Sebastian Punk per dedicarsi ad altri progetti. Su insistenza di Matteo Cantaluppi, al quale aveva fatto ascoltare alcuni brani in lingua italiana, Johann Sebastian Punk si rimette in piedi sotto rinnovate spoglie e con una nuova ossessione: portare l’effervescenza stilistica dei precedenti lavori all’interno dei canoni della canzone italiana.

Ciao Johann, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Vuoi iniziare a raccontarci come ti sei avvicinato alla musica? Quali sono stati i tuoi primi ascolti?
Mi sono avvicinato e appassionato alla musica molto presto; difficile risalire ai primi ascolti, più semplice per me ricordare la prima infatuazione, che fu per Elvis Presley. Trovavo detestabile ciò che si ascoltava all’epoca: l’eurodance, il teen pop, eccetera. Per qualche strano motivo quei suoni mi restituivano un senso di squallore, di ordinario, mentre quando casualmente scoprii Elvis mi si presentò finalmente davanti qualcosa che portava con sé i profumi elettrizzanti del nuovo, del dirompente. I Backstreet Boys e le Spice Girls rappresentavano per me il suono delle magre consolazioni dei pre-adolescenti di provincia, mentre il rock’n’roll era energia magica, strillo sovversivo, morso nella notte.

Presentare un disco in inglese al Premio Targa Tenco, genio o follia?
A dire il vero il disco non l’ho presentato io, ma voi giornalisti! Mai genii e mai folli fino in fondo, visto che poi non vinse, ma si fermò alla cinquina finale. Ricordo quei giorni: per un attimo io e i miei soci assaporammo l’illusione che il vento potesse cambiare, e che anche da noi certe strade potessero diventare percorribili. Amara la delusione. Non per la targa – i premi mi interessano poco – ma per com’è andata a finire per la canzone italiana, che ha seguito con successo la strada dall’autocommiserazione, andando nella direzione opposta alla mia.

Un nick interessante e intrigante, Johann Sebastian Punk, da dove viene? Come lo hai scelto?
Non l’ho scelto, mi è stato assegnato dal destino.

Come è avvenuto l’incontro con Matteo Cantaluppi e come si è sviluppata la vostra collaborazione?
La collaborazione nasce anni fa, nel 2018, anno in cui avevo deciso di porre fine a Johann Sebastian Punk. È subito scoccata la scintilla: lui mi ha convinto a tenere vivo il progetto e a dargli una nuova identità, io realizzavo il sogno di dare il suono che avevo in mente al progetto grazie all’intervento di uno dei produttori italiani che più stimavo. Nel giro di pochi mesi avevamo già diversi brani registrati. Qualcosa che io da solo non avrei potuto nemmeno immaginare, in termini di efficacia e qualità sonora. Eravamo pronti all’uscita nel 2020, e poi si è fermato il mondo.

La decisione di passare dall’inglese all’italiano è provvisoria? Definitiva? Potranno convivere le due lingue assieme in futuro?
Una decina di anni fa, mentre lavoravo al primo album di JSP, ho ricevuto una proposta discografica, di quelle irrinunciabili, per un album in italiano, rifiutando e commettendo un errore forse imperdonabile. Ma semplicemente non era il momento. Adesso i tempi sono cambiati e per me non è più peccato sperimentare una forma che possa piacere a persone che non mi piacciono. Le due lingue insieme non credo, ma una cosa che mi piacerebbe molto è registrare questi brani in più lingue, come si faceva una volta. “Yo vivo en el escáááándalo, en la caducidad, que sólo yo jamás reconocíííí”, sai che bomba?

Un testo interessante e una melodia che definirei spaziale, ariosa, cosmica, come è nato questo pezzo?
Immobile, a bordo piscina, molestato dal silenzio, col prato consumato dai bagliori della sera. Nudo, strafatto d’eleganza, solo in un mondo che mi illude e che mi fa soffrire. Così è nato, di getto come quasi tutte le mie canzoni, con addosso quella strana sensazione di sconfitta che spesso segue l’esaltazione. È nata già scritta, le immagini si presentavano a me con prepotenza, senza che ulteriori lavori di rielaborazione si rendessero necessari. La bestia era lì, doveva solo essere catturata, sbattuta sul nastro magnetico e restituita all’universo.

Un testo anche intrigante, a cosa ti sei ispirato e che cosa vuoi raccontare con questo brano?
È la ballata del giorno dopo, di quando ci sente lacerati da rimorso e solitudine, ma ci si rende anche conto di quanto sia difficile resistere alle lusinghe dell’esagerazione prima di risprofondare nel quotidiano. Mi hanno ispirato delle sensazioni che ho vissuto centinaia di volte, ma non è un brano autoreferenziale: è pensato far cantare anche chi nello scandalo non ci vive ma vorrebbe trovare il coraggio di farlo.

Progetti futuri? Un EP/LP in arrivo? Date dal vivo, pandemia permettendo?
C’è un album pronto, la cui uscita verrà annunciata nei prossimi mesi. E sì, stiamo preparando anche un live indimenticabile, oltre ad altre mirabolanti sorprese che sveleremo lungo il cammino. 

MAURIZIO DONINI

Band:
Johann Sebastian Punk: Voce, Chitarre, Tastiere
Matteo Cantaluppi: Batteria, Basso, Chitarre, Tastiere,
Pianoforte, Percussioni
Filippo La Marca: Sintetizzatori
Ivan A. Rossi: Programmazioni

Crediti “Vivo nello scandalo”
Pubblicazione: 14 gennaio 2022
Label: Cassis Publishing/ A1
Registrato da Ivan A. Rossi e Matteo Cantaluppi al Mono Studio di Milano
Mixato da Matteo Cantaluppi al Mono Studio di Milano
Masterizzato da Giovanni Versari al “La Maestà” Studio
Produzione Artistica di Matteo Cantaluppi e Johann Sebastian Punk per Cassis Publishing
Testo e Musica di Johann Sebastian Punk
Artwork di Alessandro Degli Angioli
Foto di Chiara Mirelli
Label: Cassis Publishing/A1

https://www.facebook.com/johannsebastianpunk