JOE BASTIANICH – Nuovo singolo e tour teatrale con La Terza Classe
In occasione dell’uscita del nuovo singolo “This Good Man”, interpretato insieme a La Terza Classe, band napoletana folk di matrice bluegrass, ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Joe Bastianich, ristoratore, autore, triatleta, personalità televisiva e musicista, nato nel 1968 nel Queens da una famiglia di ristoratori emigranti di origini istriane.
Ciao Joe, benvenuto su Tuttorock, è un enorme piacere per me fare due chiacchiere musicali con te, parliamo subito di questo nuovo singolo, “This Good Man”, insieme al gruppo folk napoletano La Terza Classe, quando l’hai scritto e da cosa è stato ispirato?
Ciao Marco, grazie, anche per me! Il brano è stato scritto in un momento difficile, durante il lockdown a New York. Ero da solo e affrontavo anche problemi personali, racconta un po’ la forza di andare avanti quando ti sembra di avere il mondo in mano e improvvisamente ti crolla tutto.
Hai quindi affrontato i momenti più brutti della pandemia scrivendo musica?
Sì, i momenti più brutti e più belli nella mia vita li riesco ad esprimere al meglio solamente con la mia musica.
“There was a time I played the game / I Lost myself on the road to fame”, una frase autobiografica?
Sì, guarda, tutti i miei testi sono autobiografici.
Com’è nata la collaborazione tra te e La Terza Classe?
È nata durante il Covid perché suonavo da solo con la chitarra, io sono un super appassionato di bluegrass e folk e mi sono detto che magari fare musica bluegrass sarebbe stata la maniera giusta per affrontare un pubblico post pandemia, un periodo che è ancora purtroppo difficile. La musica bluegrass è molto coinvolgente, mi piace moltissimo e ha una tradizione molto pertinente con la mia vita musicale. I ragazzi li ho conosciuti 10 anni fa durante un programma che si chiama “On the road”, ho mantenuto i contatti e gli ho chiesto se fossero stati interessati a suonare con me. Abbiamo fatto due prove e abbiamo portato questo spettacolo in giro per l’Italia in estate e ora ripeteremo l’esperienza nei teatri.
Questo singolo anticiperà il tuo secondo album?
Penso di sì, non è ufficiale ma ho tanti brani pronti, devo mettere insieme le cose poi uscirò con qualcosa, speriamo il prossimo anno.
In questi quasi due anni di restrizioni siete riusciti anche a girare un video, quando e dove?
Quel video è stato registrato in studio a Napoli, comunque anche durante il lockdown per motivi di lavoro venivo spesso in Italia, essendo americano e vaccinato da tempo ho avuto un po’ più di libertà, mi sono trovato spesso a Napoli con loro e lì è iniziata l’avventura.
Il prossimo 18 dicembre partirà il vostro tour italiano da Livorno, 10 date in tutto, che tipo di spettacoli saranno?
Facciamo un po’ di brani nuovi, un po’ di quelli della tradizione bluegrass, anche un po’ di quelli moderni scritti da noi. Lo spettacolo cambia nei teatri piccoli, è molto più coinvolgente, la gente può ballare e cantare con noi, sarà come un’immersione nel mondo musicale per due ore. Sicuramente sarà molto divertente per noi e spero anche per il pubblico.
C’è qualche artista di oggi che ti ha colpito particolarmente sia in Italia che negli Stati Uniti?
In Italia, li ho appena visti dal vivo a Los Angeles, ci sono i Maneskin, sono stati incredibili, è musica vera d’altri tempi, è una cosa superfantastica per l’Italia che stiano spopolando in tutto il mondo. Negli Stati Uniti c’è una band folk, il nome è Caamp, c’è una loro canzone in particolare, “By and by”, che mi piace tantissimo, anche se mi piacciono comunque tutte.
Riguardo ai Maneskin purtroppo in Italia sono denigrati da tante persone, soprattutto da chi suona. Al contrario, però, ad esempio, ho un amico che ha un negozio di strumenti musicali e mi ha detto che, da quando i Maneskin hanno avuto successo, arrivano tantissimi ragazzini a comprare chitarre e bassi.
È fantastico sapere che la gente suona di nuovo ed elimina questa merda di trap, torniamo alla vera musica!
Parlando della tua altra grande passione, la ristorazione, il 2 Settembre 2021 hai aperto a Milano Joe’s American Bbq, mi racconti un po’ com’è nata questa idea e che feedback stai avendo?
Ti posso dire che l’idea è nata dalla musica, quando abbiamo deciso di fare bluegrass. Bluegrass e barbecue sono due cose strettamente collegate in America, vengono dagli stessi posti, culturalmente stanno insieme. Ho avuto l’opportunità di fare questo chiosco al Mercato Centrale di Milano e mi è venuta quest’idea di ristorazione che nasce dalla musica, cosa rara ma vera.
Appena avrò occasione lo proverò!
Il Mercato Centrale è superfigo e al nostro chiosco si mangia bene, ti ospito volentieri, fammi sapere!
Tu che hai fatto entrambe le cose, è più difficile fare il giudice nella cucina o nella musica?
Diciamo nella cucina perché lo faccio come lavoro da tutta la vita, lì sono un po’ più esigente e a volte anche cattivo perché mi viene naturale. Nella musica, essendo a livello personale più emotiva come cosa, è un giudizio magari più empatico e morbido, stai parlando di emozioni, sono due cose ben diverse.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
È stato un piacere, grazie a te! In questi momenti in cui il mondo va su e giù la musica vera è una terapia per la testa e il cuore, vi aspetto nei teatri, cercherò di dare tutto per creare una serata molto divertente e vedrete un Joe che non conoscete, magari anche simpatico.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.