JEFF SCOTT SOTO – Intervista al cantante statunitense
Torna Jeff Scott Soto con un nuovo album a suo nome mettendo per un attimo da parte tutti i suoi progetti e le sue collaborazioni e torna nuovamente con ottimi brani di hard rock melodico. Ne abbiamo parlato direttamente con lui.
Ciao Jeff e benvenuto su Tuttorock.com. Complimenti per il tuo nuovo album! Come stai?
Grazie Fabio, bene grazie ma in attesa come il resto del mondo, siamo tutti stufi di questa situazione che stiamo vivendo, ma cosa possiamo fare?
Dopo tre anni torni con un nuovo album a tuo nome “Wide Awake ( In My Dreamland)”. Come hai composto i brani?
Alessandro Del Vecchio ha scritto tutta la musica, mi ha inviato i demo in modo che potessi scrivere le mie melodie e testi, ho registrato tutte le voci a gennaio e Alessandro era incaricato di mixare tutti gli altri file della performance. È stato molto facile e indolore per me dato che lui aveva il pieno controllo di questo album, si è davvero fatto in quattro per rendere questa una delle mie migliori uscite di sempre.
Che tematiche trattano stavolta i testi?
Scrivo i miei testi in doppio senso, il che significa che possono significare qualcos’altro rispetto a come potresti pensare che intendano. La maggior parte delle canzoni sono incentrate sul titolo che è pertinente a dove siamo come persone e società, l’album è come un messaggio che i Beatles ci hanno dato 50 anni fa, “tutto ciò di cui abbiamo bisogno è amore” “All You Need Is Love”.
Quale è la tua Dreamland?
In questo album, ‘dreamland’ è usato come riferimento di “Non posso credere a quanto siamo divisi, a quanti disordini sociali, di genere, politici e religiosi esistono … è come se io / noi stiamo sognando, ma alla fine siamo svegli e questo è tutto reale purtroppo.
Si, infatti possiamo anche parlare di incubo. Tornando alla musica anche stavolta hai ottimi musicisti con te, come li hai scelti?
Non ce ne sono molti, il mio batterista dei SOTO, Edu Cominato, ho insistito per fargli suonare la batteria così come il mio amico August Zadra, volevo che mi aiutasse con queste voci di supporto più alte. Alessandro ha portato l’amico Fabrizio Sgattoni a suomare le chitarre e lui ha completato il resto suonando basso e tastiere.
Dopo album molto heavy come quelli con i SOTO e tecnici e prog come quelli con i Sons Of Apollo, sei tornato a scrivere brani di hard rock più melodico e AOR come facevi ai tempi dei Talisman, perché?
Non ho mai smesso o abbandonato questo stile, sono una persona che ha tante influenze musicali e interesse nel fare tutti i generi che mi completano come artista … le cose che faccio con SOTO, Sons Of Apollo e altri fanno tutte parte di questa diversità, quindi per me hanno tutti lo stesso interesse. Questo genere è solo una parte di me che mi costituisce tutto.
In alcuni brani si sente l’influenza dei Queen, tu sei un loro fan e lo sono anche io. Cosa ti ha fatto innamorare dei Queen?
Come si può non amare i Queen? È una ragione autoesplicativa per cui significano così tanto per me!.
Panther, Yngwie J. Malmsteen, Axel Rudi Pell, i tuoi inizi, che ricordi hai di quei periodi?
Panther è stato un favore di una sessione in studio che ho fatto ad un amico, non sono mai stato nella band e l’unico legame che ho è stato l’EP che ho fatto. I ricordi che ho con tutti gli altri nella mia vita fanno tutti parte dell’educazione che mi ha aiutato a costruire e ad arrivare dove sono oggi.
Parlami del live che c’è nel secondo CD.
Lo spettacolo è stato all’annuale Frontiers Rock Festival nel 2019, abbiamo registrato la serata con l’idea di farla uscire ad un certo punto. Sentivo che l’ultimo album era troppo breve per essere pubblicato come elemento autonomo, quindi la Frontiers ha deciso di pubblicarlo per primo tramite download digitale e streaming. Per gli irriducibili che ancora acquistano il prodotto fisico, lo hanno aggiunto alla vendita del CD come incentivo per acquistare il nuovo album.
Tantissimi progetti, come fai a gestire il tutto?
La musica è la mia vita, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, allo stesso modo in cui un medico o un imprenditore lavora quotidianamente, io lavoro tutti i giorni perché non c’è tempo o motivo per prendersi giorni liberi. Non lo vedo come fare molto, è del tutto naturale per me e lo gestisco con molta tranquillità..
Cosa pensi di questa emergenza covid che stiamo vivendo?
È un orribile cessare di vivere e di esistere, dimenticare il fatto che non posso fare concerti e guadagnare soldi dai tour, il fatto che dobbiamo stare così attenti anche solo per stare vicini è un muro terribile tra tutti noi.
Come ne usciremo?
Dobbiamo seguire la scienza, gli esperti che sono lì per aiutare ed essere pazienti.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Molti, ma troppo presto per discuterne ora ahahah!!
Ok, grazie Jeff, chiudi l’intervista come vuoi, per i tuoi fans italiani e i nostri lettori.
Mi mancate tutti, per favore cercate di stare al sicuro, sostenete la musica se e quando potete e grazie per i decenni di lealtà!
FABIO LOFFREDO
Band:
Jeff Scott Soto: Voce
Alessandro Del Vecchio: Basso, tastiere, chitarra e cori
Fabrizio Sgattoni: Chitarra
Edu Cominato: Batteria
August Zadra: Cori e chitarra solista in “Between The Line”
https://sotoworld.net/site/
https://www.facebook.com/JeffScottSoto/
https://www.instagram.com/jeffscottsotoofficial/
http://www.frontiers.it
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!