JAMES WALSH – Intervista al frontman degli Starsailor
In occasione del concerto al Freakout Club di Bologna del suo tour solista, ho avuto il piacere di intervistare James Walsh, frontman della band alternative rock inglese Starsailor.
Ciao James e benvenuto su Tuttorock, circa un anno fa usciva il tuo bellissimo album solista Coming Good, come sta andando?
Molto bene, è una sorta di combustione lenta. Ho fatto tutto da solo, comprese le registrazioni e la realizzazione dei CD, non ho una grande etichetta alle spalle. È una specie di qualcosa da portare in viaggio e donare alla gente, quindi ne sono felice.
La cosa buona degli album solisti è che non vengono investiti enormi quantità di denaro e non è necessario che abbiano un enorme successo. Saranno comunque un successo e ne sarà valsa la pena averli fatti.
Poi hai pubblicato altri singoli, tra cui l’ultimo, “Sweet December”, uscito pochi giorni fa. Continuerai con altri singoli o hai in programma un nuovo album?
Continuo ad andare avanti. Sembra che i posti in cui ho suonato regolarmente concerti solisti, come l’Isola di Wight e nella meridionale, mi vogliano nuovamente. Gli spettacoli si esauriscono in maniera più rapida e la cosa buona del lavoro da solista è che ci vuole molto meno tempo per organizzarsi rispetto alla band.
Da poco è uscita una bellissima canzone, “Quite a Find”, come è nata la collaborazione con il cantautore italiano An Early Bird?
Mi ha contattato su Instagram e mi ha inviato la traccia dicendomi “cantaci sopra”. L’ho ascoltata, è una canzone fantastica.
È anche un ragazzo molto premuroso e talentuoso e ha anche collaborato con alcune persone fantastiche in passato.
Ti farò alcune domande sulla tua band Starsailor, puoi raccontarmi com’è nata “Four to the Floor”?
Stavo suonando il riff, prima di tutto, e usando il pedale delay. Era appena nata mia figlia maggiore, questo evento ha dato il via al testo, poi in un certo senso è diventata una canzone quando abbiamo spostato il riff dalla chitarra al piano, è come se quella cosa fosse diventata la caratteristica della canzone. E poi, ovviamente, quando Stuart Price lo ha remixato, è salita ad un altro livello.
Tra le tante canzoni degli Starsailor che adoro, mi racconti anche come è nata “In the Crossfire”?
Ascoltavo praticamente la guerra alla radio tramite la gente sul campo. Non ricordo se fosse quella in Iraq o in Afghanistan.
Vado sempre a dormire ascoltando i podcast o ascoltando la radio perché è abbastanza rilassante ma in quell’occasione mi sono svegliato all’improvviso in pochi istanti e ho potuto sentire le esplosioni che avvenivano là intorno. Questo ovviamente mi ha fatto riflettere sul nazionalismo, sull’orgoglio, sulla guerra e su tutte queste cose che creano sofferenza.
Qual è la differenza principale che trovi tra suonare da solo in un piccolo club e suonare ai grandi festival con la tua band?
Penso che sia più intimo suonare in un piccolo club. Penso invece che quando la band è sul palco e quando è una bella giornata di sole ad un festival, non ci sia sensazione migliore ma ci sono sempre più cose che devono essere a posto e tutti devono essere al loro miglior livello e il meteo deve essere fantastico, la folla stessa deve essere fantastica. Le cose della vita sono una sorta di variabili. Fai un concerto da solista e sei più rilassato e a tuo agio ma, come ho detto, quando tutto va bene insieme con la band è una sensazione straordinaria.
Qual è stato il momento più bello della tua carriera finora?
Ci sono stati tanti momenti meravigliosi, quello che mi viene sempre in mente è ovviamente quello allo Stade de France, è stata una sensazione incredibile durante la canzone “Four to the Floor”, stava andando tutto davvero bene laggiù. Un altro momento da ricordare è stato quando Michael Stipe dei R.E.M., durante un concerto a Dublino, ci ha chiesto di supportarli, è stato incredibile.
Spero che non ci sia, ma qual è stato il peggiore?
Abbiamo suonato alcuni concerti davanti a nessuno all’inizio della nostra carriera. Ricordo che suonammo al The Charlotte di Leicester davanti solamente alla nostra troupe. Quei momenti adesso ci fanno ridere.
Una cosa che vogliono sapere i fan di Starsailor, quali sono i piani della band?
Adoro suonare con la band, siamo entusiasti di avere un nuovo album in uscita a marzo e poi stiamo parlando di venire in Italia per esibirci. Continuerò comunque a pubblicare brani solisti, si spera, e album solisti.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Voglio solo dire che è bello essere qui in Italia e vorrei chiederti alcuni artisti italiani che mi consiglieresti di ascoltare.
MARCO PRITONI
** ENGLISH VERSION **
On the occasion of the show in Bologna of his solo tour, I had the pleasure of interviewing James Walsh, frontman of the English alternative rock band Starsailor.
Hello James and welcome to Tuttorock, about a year ago your beautiful solo album Coming Good came out, how’s it going?
Very well, it’s kind of a slow burn. I’ve done it all myself, all the recording and get making the CDs. I haven’t a huge label behind it or anything. It’s kind of something to take out on the road and give to the people so I’m happy with it.
The good thing about the solo albums is because they don’t throw a huge amount of money at them. They don’t need to be hugely successful. So, yeah, they’ll be a success. They’ll be worth doing.
Then you released other singles, including the latest, “Sweet December”, released a few days ago. Will you continue with other singles or do you have a new album planned?
I keep going to keep going. I think that places that I’ve played regularly, like the Isle of Wight and down on the South coast, doing solo shows, they seem to want me back. The shows are selling out quicker and it like to say that the good thing about the solo work is it takes a lot less to organize in the band.
There is a beautiful song released recently, “Quite a Find”, how did the collaboration with the Italian singer-songwriter An Early Bird come about?
He just contacted me on Instagram and he sent the track over and said like “sing on it”. I listened to it, this is a fantastic song.
He’s just a very thoughtful and talented guy as well and he’s collaborated with some great people in the past as well.
I’ll ask you some questions about your band Starsailor, can you tell me how “Four to the Floor” was born?
I was playing around with the riff, first of all and the delay pedal. Just my eldest daughter was born, so that informed the lyrics, and it really kind of transformed and became the song when we moved the riff from the guitar to the piano, that’s like, that kind of became the signature song. And then of course, when then Stuart Price remixed it, it went on another level.
Among the many Starsailor songs that I adore, can you also tell me how “In the Crossfire” was born?
I pretty much listened to the war on the radio through the people on the ground. I can’t remember if it was Iraq or Afghanistan.
I always go to sleep listening to podcasts or listening to the radio because it could be quite relaxing but on that occasion, I was woken up suddenly within moments and I could hear the explosions going on around them. That obviously sort of set my mind wondering about nationalism and pride and war and all these things that creates suffering.
What is the main difference you find between playing alone in a small club and playing big festivals with your band?
I think it’s more intimate in a small club. I think instead when the band is on stage and when it’s a beautiful sunny day at a festival, you know there’s no better feeling but there are more and more things that need to be in place and everyone needs to be on their best level and the weather needs to be great, the crowd needs to be great. Things of life sort of variables. You do a solo gig and you are more relaxed and comfortable but like I say, when it all comes together with the band is an amazing feeling.
What has been the best moment of your career so far?
It’s been quite a lot of amazing moments as one that always brings to mind is of course was in the Stade de France and that was an incredible feeling for the song “Four to the Floor”. All was doing really well over there this time. Another moment was when and Michael Stipe of R.E.M. during a gig in Dublin asked us to support them, it was incredible.
I hope there isn’t but, what was the worst one?
We played some gigs in front of no people early on in this in our career. I remember we played at The Charlotte in Leicester in front of our own crew. Those moments now makes us laughing.
What Starsailor fans want to know is what are the band’s plans?
I love playing with the band. We are excited to have a new album coming out in March and then we’re talking about coming to Italy to show. I’ll keep releasing solo track, hopefully and solo albums.
Thank you very much for your time, do you want to add something to close the interview?
Just to say it’s great to be here in Italy and I would like to ask you some Italian artists that you would recommend me listening to.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.