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Isotta Tom – “Genio”

Isotta Tom – “Genio”

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo, “Genio”, ho intervistato la cantautrice Isotta Tom

Il tuo nuovo singolo, “Genio”, è una chiara critica al degrado della nostra società dovuta alla digitalizzazione e alla condivisione sui social di ogni nostra attività. In questo senso, credi che la colpa di questo degrado sia più da imputarsi al “genio” degli influencer o a noi “piccoli criceti” che li seguiamo qualsiasi cosa facciano?
Siamo tutti parte di un sistema e siamo tutti attori nel progresso tecnologico, che dovrebbe costituire una crescita in termini di maggiori opportunità. Io credo che il mondo virtuale stia prendendo il sopravvento su quello reale e stia monopolizzando le nostre vite e il nostro modo di comunicare con gli altri e con noi stessi: il telefono ci educa alla distrazione continua, a non porci più domande, ma ad esporci comunque senza troppi problemi tutti i giorni. Non ragionerei quindi in termini di ragione o torto, semplicemente “Genio” è un invito a chiederci se stiamo bene così o se effettivamente conviene creare assieme delle alternative al mondo social.

Nei tuoi pezzi sono riscontrabili diversi influenze. “Genio” è essenzialmente una canzone pop, ma il testo è quasi rappato, mentre in passato hai composto brani sia per il pianoforte che per la tua rock band. Quali sono le tue maggiori ispirazioni musicali, che ti hanno portato ad una tale versatilità?
Sono sempre stata aperta a tutti i generi musicali, da Eminem a Vivaldi, da Ella Fitzgerald a Avril Lavigne. Tuttavia credo che, oltre a ciò che ho ascoltato, la mia versatilità derivi anche dalla necessità di scoprirmi diversa, più grande ogni giorno: ho bisogno di sorprendermi in primis io per cercare di stupire poi gli altri.

Nel video di “Genio” il tuo corpo viene pitturato con colori diversi, che indicano prima una sorta di sbocciatura artistica e poi la sua contaminazione a causa, appunto, del degrado della società digitale contemporanea. Oltre alla musica, quindi, nel tuo brano è fondamentale anche questa componente pittorica e, in passato, hai trasposto il tuo stesso album, “Remote Influence”, in forma di teatro-danza. Puoi dirci qualcosa di più riguardo questo tuo rapporto con le diverse forme d’arte?
È un rapporto molto umano, sono io: danzo, canto, faccio teatro, scrivo. Per me questo significa vivere e mantenere vivo l’entusiasmo del gioco: il gioco senza competizione, il gioco di imparare sempre, di ricercare la bellezza, di non smettere di nutrire il mio corpo e i miei pensieri.

Ti sei laureata come Esperta Linguistica in Relazioni Internazionali e hai anche vinto un premio alla Chinese Bridge Competion con una tua canzone tradotta in cinese. Quanta importanza ha questa formazione multiculturale nella tua attività musicale?
Ha sicuramente importanza. Io scrivo musica per tutti, avere la possibilità di scrivere oltre che in italiano, anche in inglese, francese, tedesco e cinese mi dà una spinta notevole per raggiungere diversi tipi di pubblico. Naturalmente cambiare lingua a una canzone significa anche approfondire la cultura che la regge, perché le parole assumono connotazioni diverse. È un lavoro molto profondo ed interessante esprimersi in più lingue. Però ci tengo a fare una piccola ode all’italiano, la lingua melodica per eccellenza e così fantasiosa da farsi amare alla follia.

Nel tuo comunicato stampa hai dichiarato che nel 2023 è prevista l’uscita di diverse canzoni. C’è da aspettarsi l’arrivo di un nuovo album entro la fine dell’anno?
I nuovi singoli verranno pian piano scongelati e sono uno diverso dall’altro, ma fanno parte del mio secondo album: uno dei grandi temi è l’identità. L’identità di una storia d’amore, l’identità di una donna, l’identità di un sentimento. Con la musica mi sento una ricercatrice, ma scopro di aver trovato qualcosa solo una volta che pubblico: se piace la canzone significa che ho trovato qualcosa…è una sensazione bellissima.

EMMANUEL A. BECCARELLI