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Intervista ai Meganoidi: vent’anni di Zeta Reticoli

Intervista ai Meganoidi: vent’anni di Zeta Reticoli

“Zeta Reticoli” spegne venti candeline sulla torta. In occasione del suo anniversario abbiamo intervistato i Meganoidi, che ne hanno ideato una versione celebrativa insieme a Cristiano Godano, storico leader dei Marlene Kuntz.

“Ostinato a ripetere tra i denti / brucia ancora che prima o poi ritornerò / conservo di nascosto sempre lo stesso smalto…” 
Meganoidi, come i cattivi di Daitarn 3 vi siete ribellati alle direttive dei vostri creatori, divenendo a tutti gli effetti anticorpi della società. Dopo vent’anni da “Zeta Reticoli” vi sentite ancora animati dal medesimo spirito sovversivo? 

Noi siamo semplicemente una band autoprodotta e autodeterminata artisticamente. Per noi, la libertà di essere noi stessi sempre e comunque è una bella responsabilità che siamo in grado di gestire benissimo, poiché non saremmo in grado di fare altrimenti. 

Com’era il mondo prima di “Zeta Reticoli”? 

Mi piacerebbe poterti dire che fosse migliore, ma il mondo non lo è e forse mai lo sarà, poiché la consapevolezza e la conoscenza della storia per evitare che si ripeta non fanno parte dell’essere umano. Quindi siamo destinati forse (e mi auguro di sbagliarmi) a rimanere intrappolati in un loop infinito.  

Come ritenete che sia “invecchiato” questo piccolo inno generazionale? 

È invecchiato benissimo, ma la musica, sai, non invecchia. Noi invecchiamo; la musica, invece, matura, dona splendore ai nostri silenzi, alle nostre paure e mette in discussione le nostre certezze. Avremmo molto da imparare dalla musica. 

Ci sono regole che sicuramente non si possono eludere: quali sono le imposizioni che i “Meganoidi” rifiutano? 

Sai, nessuno ci ha mai imposto niente, perché, come ti dicevo prima, siamo autoprodotti e autodeterminati artisticamente. Non siamo degli “indie” per modo di dire; noi siamo realmente indipendenti. Quindi non dobbiamo rifiutare nulla, perché siamo protagonisti dei nostri successi e anche dei nostri insuccessi. Forse è per questo che siamo ancora qui dopo 26 anni e oltre 1200 concerti, perché non abbiamo mai smesso di imparare dai nostri errori. 

Dopo trent’anni e rotti di carriera quale credete che sia stato il vostro contributo alla musica italiana? 

Guarda, ognuno dà il proprio contributo, grande o piccolo che sia. Forse, più che un contributo, abbiamo offerto un punto di vista diverso: quello di fregarsene delle etichette, delle definizioni e di dover per forza accontentare qualcuno che non sia te stesso in fase di scrittura e stesura. Noi facciamo quello che ci piace, senza troppe regole, e poi ci impegniamo a farlo arrivare. Non facciamo musica con la pretesa che debba piacere a tutti i costi, facciamo musica con la pretesa che piaccia a noi a tutti i costi, perché solo così qualcosa che hai creato può realmente rappresentarti, e solo così puoi essere realmente sincero con chi ti segue. 

Per il vostro anniversario avete immaginato una versione di “Zeta Reticoli” ambientata nel 2024 che suona differente dall’originale ma è fedele ai suoi principi, grazie alla partecipazione di Cristiano Godano, storico leader dei Marlene Kuntz. Ritenete che la scelta di questa collaborazione incarni a pieno la vostra visione artistica? 

Guarda, nello specifico, io (Luca Guercio), quando ho riarrangiato di getto il brano, ero terrorizzato da come potesse essere accolto. Poi, sentendo il risultato, ho iniziato a familiarizzare con l’idea che, se sentivo il bisogno di rivisitarla per fare un regalo a chi ci segue da anni, era semplicemente la cosa giusta da fare. Chiamare Cristiano è stata la cosa più bella che ci sia capitata, perché ha reso questa versione unica, con la sua classe, la sua interpretazione, ma soprattutto con la sua umanità, che è grande quanto il suo spessore artistico. Trovo che questa collaborazione incarni a pieno la nostra visione artistica. 

In che modo avete lavorato sulla parte di arrangiamento per “rinfrescare” la canzone? 

Personalmente, ho voluto creare qualcosa di più intimo e mantenere l’esplosione finale, ma volevo darle un sapore più solare, che la versione originale non aveva. Insomma, rifarla uguale non aveva senso; aveva senso dare al brano una visione, seppur coerente, più proiettata al nostro presente.  

Quali i musicisti che vi hanno accompagnato? 

In questo brano hanno suonato tutti i Meganoidi al completo: io ai fiati e alle chitarre, Davide Di Muzio alla voce, Jacco al basso, Saverio Malaspina alla batteria, Giulio Canepa all’altra chitarra, ma anche Filippo Cuomo Ulloa al piano come musicista aggiunto, oltre naturalmente a Cristiano Godano alla voce insieme a Davide. 

Ci è giunta voce che state lavorando con Godano anche ad una nuova versione del brano “Ti voglio dire” dall’album solista “Mi ero perso il cuore”.  Ci date qualche anticipazione? 

Dobbiamo finire di lavorarci, ma penso che uscirà a breve. La versione di “Ti Voglio Dire” sarà molto fedele alla versione originale, ma con una visione ancora più intima e introspettiva. Presto la sentirete. 

Siete in giro per l’Italia con il vostro “Brucia Ancora Tour”, dove potremo incontrarvi a breve? 

Si aggiungono date in continuazione. Consiglio di seguire i nostri social, poiché le date… sono sempre in aggiornamento!

Grazie per la vostra disponibilità e in bocca al lupo per la promozione del vostro singolo. 

Grazie mille e ci si vede in tour! Un abbraccio da tutti i Meganoidi. 

SUSANNA ZANDONÀ