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Intervista a Marco Sfogli

Intervista a Marco Sfogli

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Intervista esclusiva al chitarrista della PFM e degli Icefish: Marco Sfogli

Ciao Marco come stai? Cosa ci racconti in questo periodo così particolare per l’Italia e anche per la Musica?

 

Ciao Monica e innanzitutto grazie per questa intervista. Io sto bene fortunatamente, in casa come consigliato dalle istituzioni e come dovrebbe essere per tutti e cerco di limitare all’essenziale gli spostamenti. E’ un periodo particolare, nessuno si sarebbe aspettato una situazione del genere e per me che vivo essenzialmente di concerti è stata una botta anche economica non indifferente. Tutte le date e gli appuntamenti sono stati spostati a data da definire e sto cercando di riorganizzare il mio lavoro sfruttando le risorse che ho a disposizione. Parlo di lezioni online per esempio oppure preparare dei contenuti video per le aziende con cui collaboro. Vista la gran quantità di live degli ultimi 2-3 anni sono stato un po’ assente dal punto di vista didattico ed è una dimensione che non vorrei perdere, mi gratifica molto! Dal punto di vista non strettamente musicale sto riscoprendo il piacere di stare in famiglia e di essere presente nelle decisioni di ogni giorno.

 

Anche tu stai facendo il pieno di ascolti musicali? Di qualcosa che ti mancava? Cosa ascolti in questo momento?

Ascolto sempre tanta musica anche quando sono in giro visto che i momenti morti sono veramente tanti. In questo periodo di pausa sto riscoprendo tanto materiale soprattutto legato agli anni 70 e che mancava un po’ nei miei ascolti tipo King Crimson, U.K., ma anche ad esempio gruppi più recenti come It Bites e Kino. Band che hanno fatto la storia del prog ed altre un po’ meno famose che non conoscevo affatto.

 

Raccontaci un po’ della tua adolescenza e del tuo approccio alla chitarra…

 

Sono nato in una famiglia di musicisti, mio padre chitarrista e mia madre cantante, entrambi del gruppo La Nuova Compagnia Di Canto Popolare. Strumenti in casa non ne sono mai mancati quindi la passione è nata semplicemente ascoltando le prove in casa oppure vedere mio padre studiare giornalmente. Ho cominciato a suonare ufficialmente ad 8 anni ma è stato dopo il liceo che ho preso seriamente lo strumento e ne ho fatto una professione.

 

Ma le prime band che hai suonato, le prime cover quali erano?

Ah potrei star qui a parlare per ore!! All’epoca, parlo di metà anni ’90, ci si poteva permettere di tutto e c’era molta più flessibilità. Si cercava di non scontentare nessuno all’interno del gruppo e le scalette erano fantastiche, si passava da Ligabue ai Dire Straits passando per i Litfiba, Negrita, Savatage ed arrivando ai Dream Theater. Una roba agghiacciante se ci penso ma eravamo ragazzi e l’unica cosa che ci interessava era suonare e divertirci. Tra l’altro una delle cover band che avevo, composta da amici di scuola prevalentemente, vedeva tra le fila Gigi Esposito (del duo comico Gigi e Ross) come cantante.

 

Fai parte di due band: la storica PFM e gli Icefish, storia e innovazione, ma col filo conduttore del prog. La passione per questo genere musicale com’è nata?Come coniughi prove, live ecc tra le due band?

 

Ho sempre avuto una predilezione per il rock anni ’80, era la musica dei miei tempi ed era assolutamente la normalità accendere la radio ed ascoltare i Whitesnake o gli Europe per esempio. Mio fratello maggiore in quel periodo era il “portatore sano” di nuove sonorità ed è stato grazie a lui che ho scoperto Joe Satriani, Vinnie Moore, Yngwie e tutto il resto dell’esercito di axeman dell’epoca. Ricordo però perfettamente il giorno in cui mi fece ascoltare “Images & Words” dei Dream Theater e per me fu tutt’altro che una bella esperienza. Evidentemente in quel momento non ero pronto per quel tipo di musica così strano e contorto. Riscoprii quei brani solo successivamente e per puro caso ritrovando quella musicassetta chiusa in un cassetto e fu letteralmente una rivelazione. C’erano tutte le sonorità a cui ero abituato ma con un modo per me totalmente nuovo di concepire la struttura dei brani. Da allora è stato prog tutti i giorni e in tutte le salse, Rush, Yes, Fates Warning etc. Per quanto riguarda il discorso prove e live, l’organizzazione è fondamentale e cerchiamo di non accavallare gli impegni. Con gli Icefish ad esempio, avendo tutti una carriera personale ben definita, ci muoviamo in tour solo ed esclusivamente quando si allineano i calendari di tutti i componenti.

 

Tu insegni, cosa dici ai ragazzi che per la prima volta si interfacciano per la prima volta con uno strumento musicale come la chitarra?

Cerco di fargli capire che è prima di tutto una passione ed un divertimento, che richiede dedizione ed attenzione se si vogliono raggiungere determinati risultati e se poi si decide di farne una professione, quali potrebbero essere i possibili scenari. Aprire gli occhi sui pro e i contro di questo mestiere ritengo sia sempre molto importante.

 

 

 

Sorvolando questo periodo di fermo dai live, stai preparando qualcosa con le band? Stai scrivendo qualche nuovo brano?

Sto scrivendo tanto, in cantiere ci sono per lo meno due dischi da scrivere tra PFM e Icefish quindi l’impegno è sempre al massimo. Non potendo vederci ovviamente il tutto sarà fatto a distanza almeno in questo periodo di lockout, ma ognuno di noi è abbastanza rodato per quanto riguarda il lavoro in autonomia.

 

Se vuoi aggiungi pure qualche altra curiosità o informazione e un saluto per i lettori di Tuttorock.

 

Saluto tutti i lettori di Tuttorock e vi mando un caloroso abbraccio virtuale!

A cura di Monica Atzei