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Intervista a Marco Messina della band 99 Posse

Intervista a Marco Messina della band 99 Posse

In occasione dell’uscita del singolo dei 99 Posse abbiamo intervistato Marco Messina, campionatore e dub master della band

Se mi avessero detto 30 anni fa che avrei intervistato i 99 Posse non ci avrei mai creduto! Quindi eccomi qui con Marco Messina, membro storico della formazione.

Ciao Marco! Come stai?

Benissimo Monica e molto carico!

Partiamo subito da questo nuovo singolo “Comanda la gang”. Sono 30 anni di musica e tanto altro. Ma chi è ora la gang?

“Comanda la gang” è uno slogan definitivo e innegabile, c’è un  paradosso da raccontare: noi stavamo in  studio a registrare altre cose, quando c’è stata a la crisi di governo e tutti ne abbiamo discusso. Ed è nato il brano. Diciamo che quindi chi c’era è ancora al governo, e ora dovrebbero risolvere le stesse persone i problemi che già c’erano. Il brano doveva essere “Conte Ter” poi abbiamo cambiato. Comunque,  stiamo lasciando un mondo non proprio dei migliori ai ragazzi, io non so come avrei reagito alla loro età.

Il video del brano è stato girato in una scuola, tra l’altro molto bello e dinamico, come vi è venuta questa idea?

L’ idea di fare video a scuola è venuta ai ragazzi che lo stavano girando e l’abbiamo immediatamente sposata perché, di fatto, in questa crisi ci sono tante categorie colpite e per noi, una delle categorie più colpite sono i giovani, noi adulti abbiamo perso tanto. Ma un ragazzo di 15 anni ha perso un anno di formazione, un anno di esperienza, un anno  di amicizie e tanto altro e quello non tornerà più. Noi l’adolescenza l’abbiamo avuta. Quindi il video è pensato per loro, per chi secondo noi, ha avuto meno.

La cover del singolo è di… Lascio dire a te!

Beh che dire, la cover è di Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, in copertina vi sono Mattarella, Draghi, Salvini, Renzi: la gang! Con lui e la sua band abbiamo condiviso svariati palchi, quindi è stato naturale pensare al lui per la cover. Siamo molto contenti!

Vi siete formati nel 1991, nati nel Centro sociale occupato autogestito Officina 99, il successo arriva nel 1993 con Curre Curre guagliò, colonna sonora di Gabriele Salvarore, Premio Tenco come miglior disco in dialetto… Cos’ è cambiato nella vostra musica in questi anni? E voi come siete cambiati? O dentro di voi è sempre presente la “rivoluzione”?

Tutto è cambiato, quasi tutto in peggio, non è un qualcosa di generazionale. Tutto è peggiorato dallo studente, a chi lavora… Ormai la tecnologia è uno strumento, l’età media è salita grazie a lei. Il problema sono le scelte politiche che vengono fatte per via di cose come il consumismo, le regole imposte dal capitalismo, lo sfruttamento delle risorse del pianeta. Il problema è sempre quello il capitalismo e i capitalisti. Diciamo che il capitalismo, anche se dicevano che non esisteva più, c’è sempre.

 

Capisco… Hai parlato di tecnologie, anche la musica ne è stata invasa negli ultimi tempi, penso allo scaricare musica, ai live in streaming dovuti alla pandemia. Voi come la pensate su questo?

Per quanto riguarda lo streaming non critico chi lo fa, a noi è stato proposto anche durante il primo lockdown, ma mi sono sempre rifiutato per due motivi: perché  mentre sentivo parlare di questi argomenti, di musicisti ecc. pensavo che tanto torneremo ad essere dimenticati e poi io credo, che la cultura in Italia, non sia vista come un lavoro e questa cosa ha creato ed ha alimentato un qualcosa che non va bene. Non va assolutamente bene. Perché chi produce arte e cultura dev’essere maggiormente tutelato. Tu pensa all’Italia senza arte, senza musica, senza tutto ciò che ci circonda dai monumenti ai grandi letterarati, pittori e altri…Come si può stare così? Fregandosene della cultura. Non esiste! E poi, volevo dirti, noi siamo del  1900, a me ad esempio manca il vinile, manca quel periodo, manca lo scambio! In tutta franchezza ho 8000 vinili, immagina. Poi mi manca l’ideologia, il fatto che questa non ci sia più. Ci hanno fatto credere che le ideologie sono superate, ma non è così. A me terrorizzano due cose: il fatto che noi sognavamo e questi ragazzi non sognano più, che siano disillusi e che non riescono a canalizzare la rabbia.

A questo singolo farà seguito un album?

Usciranno altri pezzi, oggi nessuno più ascolta un album intero e le persone ascoltano playlist o altro a pezzi. A meno che non fai un concept album altrimenti non conviene. Infatti abbiamo registrato il nuovo pezzo che uscirà a fine maggio (uscirà il 25 maggio n.d.R.)di ascoltare tanta musica e non solo quella mainstream.

 

La vostra musica ha sempre dato voce a chi era in minoranza, al popolo, a Napoli. Quanto c’è di Napoli nei 99 Posse e quanto è forte questo legame?

Noi facciamo tante cose come tante persone, noi abbiamo un forte legame con la nostra terra, ma non solo con Napoli, perché guardiamo oltre la nostra terra. Noi cerchiamo di fonderci con altre culture, con altre storie invece tante persone non fanno nulla per la nostra cultura, la cultura Italia si ciba di nuovi input. E noi questo cerchiamo di fare. Di andare oltre.

Grazie mille Marco per questa chiacchierata in musica molto vera e davvero “oltre”!

Grazie a te Monica, alla redazione di Tuttorock e un grande saluto ai lettori!

A cura di Monica Atzei